Presagio di primavera


16 marzo.   E' quasi primavera.

L'inverno è stato lungo, freddo e opprimente ma ora si inizia finalmente a respirare, a respirare una nuova aria, l'aria tiepida e profumata della primavera. Certamente il primo guizzo della bella stagione non basta a rassicurare, molta neve potrà ancora cadere a ricoprire le cime ma non solo, anche ad imbiancare il fondovalle.
Però la scoperta dei primi crochi e delle prime primule nell'angolo più riparato e soleggiato del giardino allietano l'anima, risvegliano la mente e risuscitano le membra intorpidite dall'ozio invernale. Rinasce così la voglia di muoversi e già si vagheggiano nuove avventure sui monti della valle. Si programma e nel frattempo il pensiero viaggia a ritroso nel tempo rammentando le mete delle imprese passate e rivivendo le escursioni più belle della scorsa stagione.



Poi la mente si sofferma nel ricordo dell'ultima passeggiata autunnale tra i boschi e i pascoli a monte di Ossana. Ultima lunga camminata prima di lasciare la valle per svernare in città.
Quanta malinconia... Mi attendevano i lunghi mesi freddi da trascorrere lontano dai miei monti. Il ritorno della bella stagione sembrava lontanissimo, quasi irraggiungibile. L'atmosfera tardo autunnale, umida e nebbiosa accentuava la tristezza del distacco imminente.





Camminavo lungo le stradine e i sentieri deserti della Val Piana accompagnato solo dal leggero borbottio delle magre acque del rio. Non un cinguettio di uccello, non uno scampanio di mucca al pascolo. L'estate era ormai lontana. Tutto era silenzio sui prati bagnati, impregnati di rugiada.





Non c'era più il sole abbagliante che solo qualche settimana prima ravvivava i ricchi colori d'inizio autunno. Le belle, vivaci tinte autunnali erano ormai in gran parte spente. Resisteva a fatica solo il rosso delle bacche dei cespugli di rosa canina e del crespino ma era un rosso smorto, un rosso opaco.




I cespugli ergevano verso il cielo pallido e appannato i loro ramietti spogli: triste ed inquietante avvisaglia dell'inverno ormai prossimo... Le foglie erano in gran parte cadute e coprivano il sentiero di un manto fradicio, già marcescente ed odoroso. Gli aghi dei larici, ad ogni minimo alito di vento, si staccavano, si libravano nell'aria, si disperdevano nei dintorni, planando infine sul terreno in sottili cuscini brunastri..



La nebbia si insinuava tra le conifere dei ripidi boschi d'alta quota, si posava morbida sui pendii rocciosi, saliva e avvolgeva le cime penetrando in ogni anfratto. Poi lentamente scompariva aprendo per qualche istante il minuscolo scenario delle cime illuminate da un languido sole. Quindi la nebbia ricompariva, ricopriva i versanti restituendo nuovamente al paesaggio un aspetto opaco e ovattato. Era un gioco a nascondino che si ripeteva e si ripeteva più volte. Erano cime, creste e picchi rocciosi che apparivano e scomparivano tra frange e ciuffi di nebbia in costante movimento.




Il silenzio, l'umidità, la nebbia, le ombre, i colori spenti sembravano invocare anche il freddo, e con il freddo la neve. Sì, sembravano invocare la neve, chiamare a gran voce una nevicata in grado di ricoprire una valle sofferente, quasi agonizzante, ormai incapace di riaprirsi alla vita se non dopo il riposo invernale, dopo una lunga pausa sotto un candido manto.






Ma ai pedi dell'acero, tra le foglie secche, in un cantuccio del bosco ben esposto e ben protetto dal vento freddo, facevano capolino, del tutto fuori stagione, alcuni fiorellini rosa, freschi, appena spuntati... Una vera sorpresa, un fatto quasi incredibile vista la stagione...



Ma forse chissà... forse si trattava di un evento ben programmato, preordinato da madre natura per alleviare al tristezza del distacco, per attenuare la malinconia dell'autunno, per regalare speranza. Forse era solo un presagio... un minuscolo anticipo di quello che comunque sarebbe stato, che comunque prima o poi sarebbe accaduto... Un segno per ricordarci che al triste, lungo sonno invernale sarebbe comunque seguita una nuova primavera con un nuovo stupendo risveglio e tanti, tantissimi fiori.

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