Il giro delle malghe sui monti di Ortisé e Menas

Cronaca di una giornata sugli alti versanti della Val di Sole



Interessante e panoramica escursione sui monti di Ortisé e di Menas alla scoperta delle antiche malghe e della loro attuale destinazione. Un lungo percorso ad anello tra prati, boschi e pascoli che si apre e si chiude alle porte del minuscolo paese di Menas.
Menas è un piccolo villaggio a 1517 m di altitudine abitato durante tutto l'anno da qualche coraggioso montanaro. Lo attraverso, in compagnia dell'amico di sempre, percorrendo la sua unica via, la strada che separa gli edifici, le poche abitazioni e i rustici masi che lo compongono. Strada che prosegue poi per la campagna, facendosi sempre più stretta, tagliando i prati e inoltrandosi a lungo nel bosco di conifere che copre i ripidi pendii della valle. Questa la parte iniziale del nostro giro, una comminata nel bosco su questa strada che si rivela comoda, quasi piana ma lunga. Un tracciato che supera due ampi valloni prima di biforcarsi permettendo di scegliere come proseguire: di discendere verso i Masi di Sopra dove oggi si vedono pascolare mucche e cavalli per poi eventualmente calare verso i Farini, Moresana, e giù, giù, verso il paese di Roncio, fin sul fondovalle, fino a Mezzana.... oppure, ed è quello che noi facciamo, salire verso la prima meta del nostro itinerario: la Malga del Monte bassa.
Iniziamo la salita per la ripida stradina e subito ci scontriamo con un branco di capre che, non accompagnato, scende verso valle. Buon segno. Vuol dire che quassù c'è  ancora vita, che la montagna non è stata ancora del tutto abbandonata. Proseguiamo nel bosco che ora si fa meno fitto.  E' un bosco di soli larici, che, molto radi, ombreggiano quello che si può considerare un pascolo alberato. Poco oltre, dove il versante spiana, appare il vero pascolo, un'ampia distesa di prati che circondano la malga. Prati verdi, brucarti da belle bovine di razze diverse... Prati verdi, erba verde ma che qua e là denota una crescita stentata: è l'effetto di un inverno gelido e a lungo privo di neve e di una primavera troppo asciutta, stagioni anomale, probabile conseguenza del cambiamento climatico in corso su scala mondiale. Comunque la Malga del Monte bassa (m 1699) è monticata e le mucche ma anche le galline, le oche, i gatti e i cani non mancano quassù e naturalmente non manca la famiglia  chi gestisce il tutto...
Riprendiamo la salita dirigendoci verso la Malga Del Monte alta (m 2106). La strada è ripida e inaspettatamente lunga... Fa caldo, un caldo afoso e la stanchezza inizia a farsi sentire. Le pause, sempre più frequenti ci permettono di ammirare il panorama che salendo si apre sempre di più. Il lungo solco vallivo e di fronte le montagne che, sul versante destro, lo sovrastano, cime del gruppi Presanella e Brenta... Così, osservando i monti, ricordiamo le  imprese del tempo che fu e scrutando le stazioni turistichein quota di Folgarida ma soprattutto di Marilleva, rammentiamo le ormai lontane e tribolate vicende che portarono alla loro discussa e contestata realizzazione. Ma eccoci, siamo arrivati alla malga... Malga dismessa, abbandonata e in cattive condizioni. Il tetto è stato rifatto, la copertura è in lamiera zincata per proteggere i cadenti edifici. La zona è bellissima, c'è molta erba, tanto foraggio, una risorsa un tempo sfruttata fino all'osso, una risorsa che oggi viena totalmente sprecata...
Ma oggi, si sa, l'economia gira in ben altro modo, gira sull'altro versante della valle, dove gli insediamenti turistici, gli impianti a fune e le piste da sci ricamano sempre più numerosi le instabili pendici boscose. Ora ci attende Malga Bronzolo (m 2084). E' ben visibile al di là di un ampia incisione e in linea d'aria non è molto distante ma per raggiungerla ci attende ancora una lungo cammino... Inizialmente si discende all'ombra degli antichi larici e tra le macchie di rododendri, poi, raggiunto il rivo che ha scavato il vallone, si risale lungo il versante opposto fino a sbucare sul pascolo della malga. E' questa una malga che già conosco, vi passai accanto due anni fa durante l'escursione al Lago di Ortisé. Ma ho anche ricordi che risalgono a tempi più lontani, quando molto più giovane, mi fermai nei pressi di questa malga per riposare e dissetarmi prima di raggiungere per il Passo Valletta gli stupendi laghi sottostanti sul versante della Val di Rabbi.
Rammento una malga cadente ben diversa da quella odierna che è stata ristrutturata e appare in buone condizioni. Ciò nonostante questo alpeggio non sembra sia più utilizzato dalle bovine locali... Le vaste praterie che circondano gli edifici e che li sovrastano sono di solito pascolate da pecore, probabilmente proveniente dalla pianura, che quassù vengono condotte durante l'estate. Ma è giunta l'ora di discendere a valle e ci avviamo verso Malga Stabli (m 1814) seguendo la strada bianca ed evitando le troppo ripide scorciatoie. Il percorso è bello, a tratti molto panoramico ed è comodo ma la stanchezza si fa comunque sentire... certo, non siamo più dei giovincelli e gli anni iniziano a pesare... In breve raggiungiamo comunque il piccolo edificio della malga che però, già lo sapevamo, malga non è, perché, ristrutturato, sostanzialmente ricostruito, ora è un accogliente bar-ristorante.
Questi posti, questi pendii sopra il paese di Ortisé sono davvero belli e attirano molte persone soprattutto in estate ma anche durante le altre stagioni, anche in inverno... E fin quassù, si può arrivare anche in automobile per eventualmente proseguire verso Malga Bronzolo (da dove noi siamo scesi) ma anche verso Malga Pozze, Malga del Monte, il Lago di Celentino la Malga Campo e pure oltre... godendo di spettacolari panorami...
Ultima tappa, ultima discesa, a piedi, non in automobile... Percorriamo a ritroso un tratto dell' “Alta Via degli Alpeggi” (che da Ortisé arriva fino a Celentino), via che qui segue la strada ma spesso devia per ripide scorciatoie che tagliano i tornanti. La discesa è finalmente terminata ed entriamo nel centro storico di Ortisé (m 1477). Ortisé è' un paese minuscolo ma molto noto per aver dato i natali al famoso micologo Giacomo Bresadola...
...e noi, di certo, non possiamo esimerci dal sostarvi brevemente per consultare la bacheca che ricorda questo ricercatore (la tavola fa parte, quale prima tappa, del “Percorso Bresadolano” che si snoda lungo l'intera valle e a cui magari vedrò di dedicare un mio futuro post) e per ammirarne il busto bronzeo posto all'esterno della chiesetta del paese. Poi raggiungiamo l'auto che ci attente lì vicino, poco prima del paese di Menas, chiudendo così il nostro lungo percorso ad anello.
Che dire... E' stata una giornata ben spesa che ci ha permesso di scoprire territori mai percorsi prima e di riscoprirne altri, in passato già visitati ma che nel frattempo hanno cambiato aspetto. Una escursione, un giro ad anello, che ci ha permesso di godere di un'ampia vista sulla valle, di osservarla, di considerarne le trasformazioni ambientali alla luce dei nostri ormai lontani ricordi... di discutere, di criticare, approvare e disapprovare... insomma di sentirci ancora interessati, e partecipi alla vita della Val di Sole...

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