Alla "Malga del Doss"






Da Ossana salendo per il “senter dela lec” mi porto al capitello di S.Antonio dove si apre la Val Piana. Qui imbocco la strada forestale per il Doss che però abbandono immediatamente preferendo proseguire per la mulattiera (la vecchia strada del Doss) che si inerpica tranquilla nel bosco di conifere fino al Volton (tornante) dove si innesta sulla stradina che proviene dalla di Malga Val Piana.



Su questa proseguo fino ad inserirmi nuovamente (sono ormai nei pressi della Selva) sulla strada forestale che avevo imboccato all'inizio e vado avanti e ancora avanti... costeggiando dense formazioni di conifere ed evitando la tentazione di scegliere qualche scorciatoia raggiungo infine il tornante della Val dei Bui.





Ancora una salita e finalmente mi trovo sui “grasi” della malga, sul pascolo che le manze hanno ormai calpestato per bene e brucato intensamente. In alto, a monte del pascolo, appare lo “stalon” della malga sullo sfondo delle vette che sovrastano il Lago di Barco.






Superato il bosco si apre un ampio panorama... panorama sulla bassa Val di Sole  ma laggiù, in controluce, appaiono, lontanissimi, anche gli sfocati contorni delle dolomiti altoatesine...






...e poi i “miei” monti, dal Redival al Boai con le valli Verniana e Saviana...





 ...e lo scenario delle cime ancora innevate del Taviela, Vioz e Cevedale a chiudere la “Valeta”, la Val di Pejo, con i suoi paesi e poi sulla destra, appena individuabile, il Rifugio Larcher sovrastato della Cime Nera e Marmotta e dal Passo Vedretta Alta, regno del camoscio.





Più prossima la Vegaia a dominare i pascoli delle Pozze e della val Cadinel con il passo che immette in Val Cercen in quel di Rabbi...
...e sulla sinistra, quasi a monte della malga, a stento emergenti dalla fustaia di larice e abete, le cime del Lago di Barco.





Stupendo panorama dal Doss, panorama quasi a 360 gradi...
Ma ho ormai raggiunto la Malga del Doss che mi appare rinata e al primo impatto molto diversa  dalla vecchia malga dei miei ricordi. E' stata ristrutturata e pur mantenendo complessivamente la stessa sagoma è tutta nuova e “tirata a lucido”.







La grande stalla non ha subito interventi radicali e nulla è stato cambiato del disegno originario.







Il vecchio e ormai cadente rivestimento del tetto in scandole è stato rifatto in lamiera e si sono rinnovati gli infissi ma l'interno dello stallone non è stato modificato.






La casera, la casa dei pastori, e stata invece completamente ristrutturata pur mantenendo la vecchia struttura muraria portante.







Una parte dell'edificio è chiusa e quindi non è visitabile. Deve essere questa la zona destinata a chi gestisce la malga...





Una seconda porzione è invece aperta a tutti, quasi fosse un moderno e confortevolissimo bivacco, un bivacco raggiungibile sì a piedi (solamente un'ora e mezza di comodo cammino da Val Piana) ma pure in automobile naturalmente per chi è provvisto delle indispensabile autorizzazione di transito sulla strada forestale.






Un bivacco quindi per certi versi anomalo, dove nulla manca, dai servizi igienici, ai fornelli a gas e a legna, dalla corrente elettrica all'acqua corrente ma dove mancano le brandine per trascorrervi la notte pur essendoci un'ampia mansarda destinata a camerata.




Quindi più che un tradizionale bivacco questa parte dell'edificio si può ritenere un punto di sosta, un luogo adibito al riposo e al ristoro del cacciatore diretto sulla “Colem del Doss”, dell'escursionista diretto al Lago di Barco, del fungaiolo stanco di girovagare nel bosco.... Si può anche considerare la meta finale del turista e del valligiano in cerca di località ben attrezzate per il picnic di fine settimana o della allegra compagnia di festaioli notturni...






Malga comunque ben ristrutturata, con locali ben arredati, completi di tutto e curati nei minimi particolari per rendere confortevole soprattutto il breve soggiorno diurno.





Ridiscendo a valle soddisfatto, scegliendo un percorso più lungo. Poco sotto la malga, raggiunta la fontana dei “Bui”, fontana scavata in un tronco di larice, imbocco la stradina sulla sinistra che subito si innesta sulla forestale che scende verso Vermiglio a cavallo del Rio Barco.




La seguo per un lunghissimo tratto imboccando solo verso il fondovalle un erto sentiero che raggiunge, in prossimità del ponte sul torrente Vermigliana a valle di Cortina di Vermiglio, la stradina che conduce al “Fil”. Dal “Fil” o “Spiaz dei Spini” proseguo fino alla centrale idroelettrica in prossimità dell'abitato di Fucine per raggiungere poi Ossana sulla mulattiera del “Sant” che taglia il versante destro della valle poco a monte del torrente.




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La "Malga del Doss" nei miei ricordi...

Bella la “nuova malga”, molto bella... si è pensato proprio a tutto, non manca nulla... non manca l'acqua, non manca la luce elettrica, il gas, il calore del la cucina a legna, ci sono pentole e stoviglie, detersivi e scope, all'esterno c'è pure la tettoia per il barbecue e il paiolo della polenta e finalmente ci sono i servizi igienici, moderni e puliti ... tutto molto comodo e funzionale, veramente tutto molto bello... Ma... ma arrivato quassù, ispezionati gli ambiente tirati a nuovo, dopo alcuni Oh! Oh! di meraviglia, dopo esserti mentalmente complimentato con chi ha provveduto a questo ottimo lavoro di ristrutturazione... dopo.. ma solo dopo... riemergono i ricordi e ti accorgi che qui manca qualcosa... ma cosa? Cosa manca?


Manca qualcosa che nella nuova, lucida malga non esiste, qualcosa che si è perso per sempre... ma certo... sicuro... è la poesia che manca... è la poesia dei tempi andati che non potrai più riavere... E' il fascino della notte trascorsa nella malga antica, vegliando con gli amici attorno al fuoco scoppiettante sul primitivo focolare di grosse e rozze pietre. E' l'odore acre del fumo che ti avvolge... mentre la cena sfrigola sulle braci... E' la suggestione della notte insonne trascorsa sulla "zaga", il rustico tavolaccio di legno...  E' l'incanto della notte al lume di candela, la suggestione della notte passata al buio, alla flebile luce della luna che penetra debole tra le inferiate della piccola finestrella a rischiarare appena appena le antiche pareti annerite dalla fuliggine. Sono le stelle cadenti d'agosto sopra le cime innevate, desiderate, attese e applaudite sulla soglia della casera nell'oscurità totale...
Certo... ormai si è perso per sempre il profumo antico impregnato nei muri scrostati, si è persa l'atmosfera, la rustica atmosfera dei tempi andati. Senti che tutto questo ti manca veramente e pensi che quassù, nella nuova, moderna e accogliente malga Doss, non sarà più possibile rivivere le suggestive sensazioni, le magiche emozioni del tempo passato...











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