Neve d’inizio novembre


 E’ arrivata la prima neve. Neve precoce… una esigua nevicata che però non ha imbiancato solamente le cime e i versanti più elevati ma anche il piano. L’intera vallata ha cambiato il suo coloratissimo aspetto autunnale acquisendone uno decisamente più invernale... ma solo temporaneamente, per pochi giorni o addirittura, a seconda della zona più o meno elevata, più o meno secca, più o meno esposta ai raggi del sole, addirittura solo per alcune ore.

Ma eccomi a camminare (per l’ennesima volta quest’anno) lungo quel tratto di pista ciclopedonale che, aperto da poco, seguendo a ritroso il corso del Vermigliana, conduce da Ossana a Vemiglio. La mia meta è la località Fil (o Spiaz dei Spini, poco a monte di Fucine) con l’intento di esplorarne i paraggi, i suoi pianeggianti boschetti e i suoi bassi pendii a prato falciabile. Dintorni fino a ieri ancora tipicamente autunnali, ma che ora immagino completamente candidi, in netta discordanza con quelli del versante di fronte, il versante solatio al di là del torrente, dove ritengo che delle vistose rimanenze variopinte ancora predominino sul bianco di una neve probabilmente già in gran parte scomparsa.


E avevo visto bene… La neve (ben poca in verità) copre completamente l’intero tracciato. Ancora riveste il castello di San Michele e i fianchi del cocuzzolo su cui si eleva e più avanti gli argini del torrente, lo Spiaz dei Spini, i prati nelle sue adiacenze ma soprattutto quelle minuscole, pianeggianti macchie boscose che lo racchiudono così interssanti e ricche di funghi durante la bella stagione.


Ed è proprio all’interno di uno di quei boschetti che mi fermo a lungo incantato dallo luccichio dei raggi del sole al tramonto. Sono aghi di luce che bucano l’intricato groviglio delle siepi di nocciolo diffondendo isole di magico chiarore nella tetra oscurità dell’abetaia.


Giochi di intense luci e di ombre scure, in continua evoluzione sia sul rugosi tronchi delle conifere che al suolo. Sui muschi, sulle erbe ancora verdi, sui bassi cespugli del sottobosco, ma soprattutto sulla neve ancora ben presente... E stille luccicose… una pioggia fitta, un forte gocciolio, un luminoso stillicidio continuo dai rami degli abeti con lo squagliarsi dell’ultima neve che ancora li copre.


Più tardi quando il sole è definitivamente scomparso dietro il crinali dei monti del Tonale e l’ombra ha conquistato l’intero fondovalle abbandono il Fil e raggiunto l’abitato di Fucine mi dirigo verso l’imbocco della Val di Peio, sui prati di Noval, e più avanti in vista del caseggiato del Forno.


E’ ormai sera e una azzurrognola semioscurità copre la distesa di terreni erbosi ancora innevati… Domani, se ci sarà ancora il sole, il sottile strato di neve si scioglierà completamente denudando (ma chissà fino a quando…) l’erba dei prati ancora verde. Non così sui monti che racchiudono la Val di Peio, sulle pendici e sui pascoli alti del Vioz e del Taviela in primis. Alti rilievi ormai carichi di un discreto strato di neve che ben difficilmente si squaglierà in tempi brevi. Un fondale che ora, poco prima del crepuscolo, mi appare bellissimo. Le cime si stagliano gigantesche in fondo alla Val di Peio. Irraggiate dalla calda luce del tramonto (che dona loro delle corpose velature ambrate) dominano un tetro e gelido fondovalle, più invernale che autunnale. 



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