Anche quest’anno la neve non si è
sottratta all’appuntamento che da sempre ha con il mese di aprile.
Questa consuetudine che per quanto ricordo si ripete senza
interruzioni di sorta da molto tempo è stata così riconfermata
anche quest’anno dopo una stagione invernale poverissima di
precipitazioni (ricca solo di costosa e inquinante neve artificiale)
e nonostante il perdurare della siccità anche in primavera .
La neve del cuculo, la Kuksneea
degli
scritti di Mario Rigoni Stern. ha fatto la sua comparsa dopo
Pasqua,
verso
la
metà del
mese,
di primo pomeriggio, quando, dopo una nottata e una mattinata di
pioggia più o meno forte,
la temperatura si è abbassata… In
verità non
ha
nevicato a lungo ma a tratti la neve è scesa
con
grande intensità e
i fiocchi spesso si sono fatti giganteschi e
fitti…
Questo
anche se il cuculo non era ancora arrivato, o
almeno ancora non
si
era sentito cantare.
La breve immacolata bufera ha investito
un’Alta Val di Sole disidratata, secca e arida, creando spessi
depositi di neve sulle cime ma anche un sottile manto immacolato sul
fondovalle (al di sopra dei 900-1000 metri) dove, seppure a fatica,
si è accumulata nonostante il terreno inzuppato di pioggia,
imbiancando le scure e bagnate strade del paese, i rossastri tetti
delle case, i rami dei fruttiferi ancora nudi, il riarso brunastro
dei prati e il verde intenso degli abeti al margine dei versanti
boscosi…
Fitti fiocchi di neve pesante
precipitavano frenetici dal cielo plumbeo e ammassandosi sulla
campagna inglobavano rapidamente i primi fiori. Nascondevano le
primule e le violette, coprivano i crochi dalle corolle bianche o
violacee ben serrate e, al limitare del bosco, le infiorescenze dei
saliconi e dei noccioli, i boccioli del biancospino e i vigorosi
gambi degli anemoni triloba qua e là ancora in fiore.
Sparuti e coraggiosissimo uccellini,
passeri, fringuelli, cinciallegre, codirossi e pettirossi,
svolazzavano qua e là nella tempesta cercando riparo tra la fitta
ramaglia dei cespugli del mio giardino o, ancora meglio, ai loro
piedi dove la neve non si era depositata e qualche seme commestibile
o qualche minuscolo insetto era ancora individuabile e ricuperabile.
Camminando nei dintorni del paese si
riusciva a stento e solo a tratti ad intravedere l'imponente sagoma
del solitario torrione dell'antico maniero di San Michele, immerso
nella nebbia o reso evanescente allo sguardo dal turbinare della neve
che cadeva sempre più rapida e più fitta. Una vista singolare, un
panorama suggestivo, anche se non unico... perché di quel panorama,
durante il mese d’aprile, ho sempre potuto godere anche in passato.
Così
è stato… di
quel suggestivo panorama ho potuto godere anche nel 2023, ma, a
differenza di altre occasioni, quest'anno ho accolto la Kuksneea
in modo del
tutto diverso… La
neve d’aprile oltre che “bella” è stata anche un
vero “regalo
del cielo”, una inattesa
e positiva sorpresa sgusciata
da un uovo pasquale... scesa sulla terra per elargire
un po’ di acquosità
alla
secchezza che perdura ormai
da tempo quasi
immemorabile...
Una nevicata inaspettata, un “regalo
del cielo” … Una bianca bufera di neve bella da vedere ma
soprattutto estremamente necessaria per
attenuare, pur nella sua pochezza, le preoccupazioni dovute al protrarsi di una lunghissima e
perdurante siccità. Ma poi? Poi si vedrà… Nel proseguo vedremo
che altro ci attende, che altro ci riserva questo clima che abbiamo
fatto “impazzire”.
Un clima “impazzito”? Tutti lo
vediamo, lo constatiamo, di anno in anno, per non dire di giorno in
giorno e tutti parliamo e... sparliamo dichiarando che sono gli
effetti del “riscaldamento globale”… ma poi poco facciamo
concretamente, per cercare di attenuare, per quel poco che ci
compete, il “cambiamento”. Un cambiamento climatico che in tempi
relativamente brevi potrebbe rivelarsi disastroso per ciascuno di
noi...
Purtroppo finora sono ben pochi coloro
che agiscono... sia a livello individuale, limitando le proprie
negatività nella generare gas serra, che, soprattutto, a livello
collettivo, cercando di incidere sulle scelte che contano, in
economia, in politica, nella gestione del bene comune... Ovunque
sembra costantemente prevalere il mondo dei consumi incontrollati, il
tornaconto contingente, sia personale che generale, legati ad
un'economia ben poco sostenibile che guarda solo all'oggi e che nulla
è disposta a sacrificare per il domani... che si disinteressa del
futuro o forse, ma solo a voler pensar bene, che non ha la
consapevolezza di ciò che l'attende e che quindi ci attende...