A Comasine con “SOLO” il romanzo storico sulla vita di Giacomo Matteotti


 4 passi per le ripide ma ben lastricate viuzze di Comasine, il paesino della Val di Peio che diede i natali ai bisnonni e ai nonni di Giacomo Matteotti e dove nacque pure suo padre poco prima della migrazione dell’intera famiglia a Fratta Polesine.


Quattro passi in salita fino a raggiunge la casa avita di Giacomo, vittima del totalitarismo fascista, Giacomo Matteotti delle cui origini la comunità di Comasine deve andare (e certamente va) fiera.



Quattro passi con nello zainetto “SOLO”, il romanzo storico, di cui sto completando la lettura... un testo che restituisce il ritratto di un uomo coraggioso ma anche di un uomo SOLO come il più delle volte accade agli eroi. Il ritratto quindi di un eroe, di un eroico combattente di provenienza solandra, di cui l’autore del libro, Riccardo Nencini, ricostruisce la vita, l’infanzia, gli amori, le prime esperienze politiche, l'iniziale militanza comune con Mussolini nel partito socialista… e soprattutto la strenua opposizione al fascismo che gli costò la vita…. il tutto trattato con la precisione dello studioso e la creatività del narratore.


Un libro nello zainetto di cui, dopo essere sceso alla base del paese e risalito sulla destra fino alla cappella di Sant’Antoni, proseguo la lettura ben sistemato su di una strategica panchina in vista della chiesetta di SantaLucia, la chiesetta dei minatori.



Ma perché proprio ora la lettura di questo romanzo storico, la cui pubblicazione risale a ben due anni fa e che quindi non è certamente una primizia editoriale?  Sicuramente la motivazione va ricercata nell’avvicinarsi del 25 aprile, anniversario della liberazione, ma soprattutto nell’ormai prossima ricorrenza del centenario dell’assassinio di Giacomo (10 giugno 1924). Questo mi ha spinto, più o meno consciamente, a procurarmi questo libro e ad immergermi nella sua lettura.



Lettura che però quassù, all’aperto, alla periferia di Comasine, si sta facendo alquanto problematica… spira infatti un freddo venticello più invernale che primaverile… brutto segno... quindi “SOLO” ritorna, per il momento, nel mio zainetto...



Neve di metà aprile sul castello di Ossana

 

Anche quest’anno la neve non si è sottratta all’appuntamento che da sempre ha con il mese di aprile. Questa consuetudine che per quanto ricordo si ripete senza interruzioni di sorta da molto tempo è stata così riconfermata anche quest’anno dopo una stagione invernale poverissima di precipitazioni (ricca solo di costosa e inquinante neve artificiale) e nonostante il perdurare della siccità anche in primavera .



La neve del cuculo, la Kuksneea degli scritti di Mario Rigoni Stern. ha fatto la sua comparsa dopo Pasqua, verso la metà del mese, di primo pomeriggio, quando, dopo una nottata e una mattinata di pioggia più o meno forte, la temperatura si è abbassata… In verità non ha nevicato a lungo ma a tratti la neve è scesa con grande intensità e i fiocchi spesso si sono fatti giganteschi e fittiQuesto anche se il cuculo non era ancora arrivato, o almeno ancora non si era sentito cantare.



La breve immacolata bufera ha investito un’Alta Val di Sole disidratata, secca e arida, creando spessi depositi di neve sulle cime ma anche un sottile manto immacolato sul fondovalle (al di sopra dei 900-1000 metri) dove, seppure a fatica, si è accumulata nonostante il terreno inzuppato di pioggia, imbiancando le scure e bagnate strade del paese, i rossastri tetti delle case, i rami dei fruttiferi ancora nudi, il riarso brunastro dei prati e il verde intenso degli abeti al margine dei versanti boscosi…



Fitti fiocchi di neve pesante precipitavano frenetici dal cielo plumbeo e ammassandosi sulla campagna inglobavano rapidamente i primi fiori. Nascondevano le primule e le violette, coprivano i crochi dalle corolle bianche o violacee ben serrate e, al limitare del bosco, le infiorescenze dei saliconi e dei noccioli, i boccioli del biancospino e i vigorosi gambi degli anemoni triloba qua e là ancora in fiore.



Sparuti e coraggiosissimo uccellini, passeri, fringuelli, cinciallegre, codirossi e pettirossi, svolazzavano qua e là nella tempesta cercando riparo tra la fitta ramaglia dei cespugli del mio giardino o, ancora meglio, ai loro piedi dove la neve non si era depositata e qualche seme commestibile o qualche minuscolo insetto era ancora individuabile e ricuperabile.



Camminando nei dintorni del paese si riusciva a stento e solo a tratti ad intravedere l'imponente sagoma del solitario torrione dell'antico maniero di San Michele, immerso nella nebbia o reso evanescente allo sguardo dal turbinare della neve che cadeva sempre più rapida e più fitta. Una vista singolare, un panorama suggestivo, anche se non unico... perché di quel panorama, durante il mese d’aprile, ho sempre potuto godere anche in passato.



Così è stato… di quel suggestivo panorama ho potuto godere anche nel 2023, ma, a differenza di altre occasioni, quest'anno ho accolto la Kuksneea in modo del tutto diverso… La neve d’aprile oltre che “bella” è stata anche un vero “regalo del cielo”, una inattesa e positiva sorpresa sgusciata da un uovo pasquale... scesa sulla terra per elargire un po’ di acquosità alla secchezza che perdura ormai da tempo quasi immemorabile...



Una nevicata inaspettata, un “regalo del cielo” … Una bianca bufera di neve bella da vedere ma soprattutto estremamente necessaria per attenuare, pur nella sua pochezza, le preoccupazioni dovute al protrarsi di una lunghissima e perdurante siccità.     Ma poi? Poi si vedrà… Nel proseguo vedremo che altro ci attende, che altro ci riserva questo clima che abbiamo fatto “impazzire”.



Un clima “impazzito”? Tutti lo vediamo, lo constatiamo, di anno in anno, per non dire di giorno in giorno e tutti parliamo e... sparliamo dichiarando che sono gli effetti del “riscaldamento globale”… ma poi poco facciamo concretamente, per cercare di attenuare, per quel poco che ci compete, il “cambiamento”. Un cambiamento climatico che in tempi relativamente brevi potrebbe rivelarsi disastroso per ciascuno di noi...



Purtroppo finora sono ben pochi coloro che agiscono... sia a livello individuale, limitando le proprie negatività nella generare gas serra, che, soprattutto, a livello collettivo, cercando di incidere sulle scelte che contano, in economia, in politica, nella gestione del bene comune... Ovunque sembra costantemente prevalere il mondo dei consumi incontrollati, il tornaconto contingente, sia personale che generale, legati ad un'economia ben poco sostenibile che guarda solo all'oggi e che nulla è disposta a sacrificare per il domani... che si disinteressa del futuro o forse, ma solo a voler pensar bene, che non ha la consapevolezza di ciò che l'attende e che quindi ci attende...




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