Cieli solandri

 


Il cielo della Val di Sole non è diverso da quello di altre vallate alpine, particolarmente di quelle vallate che hanno lo stesso orientamento, est-ovest, dove il tempo dello spuntare e del calare del sole, alle due estremità della valle, si protrae a lungo ed è più suggestivo, più luminoso e vivace.




Muovendomi nei dintorni del paese o durante le mie escursioni sui monti della valle mi piace, di tanto in tanto, alzare lo sguardo per osservare il continuo formarsi, trasformarsi e rincorrersi delle nuvole. Mi affascina ammirare le tinte indescrivibili dell’alba e del tramonto, le luci e le ombre delle prime e delle ultime ore del giorno, come pure  individuare le nubi che velano, coprono e scoprono la luna piena: curiosi giochi che non smetterei mai di guardare.



Osservare il cielo, le forme variabili delle nuvole e i loro colori indefinibili e sempre mutevoli, è un costante invito a puntare l’obiettivo della reflex verso l’alto per fissare almeno qualche istante (conservandone il ricordo) dello spettacolo dinamico, in continua evoluzione che, quasi ogni giorno, si svolge, sempre diverso, sopra la mia valle.



Il cielo oltre le vette, oltre le cime dei monti, oltre i prati, i boschi, gli alti pascoli… Il cielo sopra la valle. Il cielo dell’alba e del tramonto. Il cielo attraversato dalle forme mutevoli e bizzarre delle nubi. Il cielo dalle infinite varietà di sfumature dipinte dai raggi del sole. Il cielo del crepuscolo mattutino, oltre i monti di levante, sfumato dai toni rossi e gialli al turchino. Il cielo limpido, sereno… il cielo blu, sempre più blu se lo osservi salendo sui crinali dei monti… sempre più su.



I cumuli e i nembi che salgono turbinosamente oltre le creste. L’incanto del cielo di un pomeriggio afoso che da soleggiato e splendente muta velocemente in tempestoso e nero come la pece. Nubi buie e cariche di pioggia. Fulmini che squarciano il cielo e tuoni che vibrano, pioggia e grandine che battono furiosamente. E infine l’arcobaleno, un magico ponte che attraversa la valle.


Le strie biancastre, sottili, quasi trasparenti dei cirri. Il cielo "a pecorelle” disseminato di batuffoli bianchi ben allineati.. La liscia, grigia distesa nuvolosa degli altostrati. Le forme bizzarre, ondulate o fibrose degli altocumuli. Le nubi lenticolari durante le giornate di forte vento… Le nebbie che avvolgono la valle e la rondine che vola in alto nel cielo pallido.



Il cielo con il sole morente che si nasconde dietro i monti. Nubi dorate, infuocate oltre le cime al calar del sole e ombre lunghe e plumbee sul fondovalle … Cielo arancione, rosso, violetto, al crepuscolo vespertino e nell’oscurità un alone di nubi sottili a velare la luna. Con la prima luce del giorno nubi basse, grigie, cielo pesante e spento, fiocchi bianchi e leggeri: nel cielo la magia della prima neve.


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Voglia di luce, di vita, di colore...


 Uno strano inverno questo, un inverno che sembra non avere mai fine… Un inverno avaro di neve. Un inverno che non ci ha certo donato i bei panorami abbondantemente innevati dei tempi passati…



In assenza di neve i raggi di un sole debole e basso sull’orizzonte non sono stati in grado di ravvivare gli smorti colori dei prati i e dei numerosi boschi rivolti a mezzogiorno, scialbi e rinsecchiti. Un paesaggio complessivamente squallido, opaco, che ci ha accompagnati nella pallida luce delle brevi giornate di fine dicembre, di gennaio e di questo inizio di febbraio.

Più avanti chissà… c’è ancora tempo per vedere la neve, per vederla finalmente all'opera nell'imbiancare e rischiarare la valle come immancabilmente faceva in passato.




Non solo la natura, l'ambiente fisico, ma anche gli abitanti e gli ospiti della valle hanno sofferto l'assenza della neve, di quel luminoso tappeto bianco che un tempo non mancava quasi mai… di quel manto bianco che illuminando e rianimando il territorio è in grado di risvegliare sensazioni ed emozioni, tutte quelle emozioni radicate nel passato che sonnecchiano in ciascuno di noi...




No, non è stato un bell’inverno… la primavera si sta avvicinando e la voglia di bella stagione, la voglia di luce, di vita e di colore cresce sempre più con il passare delle  giornate, giornate che pur allungandosi, per quanto mi riguarda, si fanno sempre più tediose.

  



Guardo alcune fotografie di qualche anno fa (immagini mai postate, fotografie nelle quali sono casualmente incappato riordinando i mio archivio)... erbe e fiori primaverili, boschi in abito autunnale, equiseti, felci, funghi e minuscoli animaletti sconosciuti… e il desiderio di girovagare, di esplorare, di camminare tra i prati e i boschi cresce ancor di più, cresce la voglia di scarpinare sui miei monti, di rivedere al più presto la bella stagione, soprattutto la primavera... e l’autunno... i miei due periodi preferiti…



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