...ovvero come un giovane selvatico riuscì a movimentare l’assopita vita del paese
Metà marzo; inverno agli sgoccioli. Le giornate sono per lo più soleggiate e le grondaie traboccano d’acqua, ma non sempre, solitamente traboccano solo nel primo pomeriggio. Le notti sono ancora fredde e nelle zone più ombrose e più elevate della valle, la copertura nevosa è ancora spessa e compatta. Durante i mesi scorsi si è accumulata molta neve interrompendo così la sequenza di inverni più o meno siccitosi dell’ultimo decennio. Inverni troppo asciutti (prevalente) o troppo umidi... sempre “troppo”: anomalie meteorologiche, “capricci” meteorologi, riconducibili al cambiamento climatico globale. L’attuale “capriccio”, il “capriccio nevoso” 2020-21, si è rivelato una drammatica beffa per il turismo della neve bloccato dalla pandemia, ma si è stato anche un imprevisto e costoso esborso per le amministrazioni pubbliche impegnate nello sgombero della neve, e ha comportato dei disagi non indifferenti per le persone residenti e anche per chi, come me, a causa del covid, si è trasferito nelle seconde case.
Ora, finalmente, questo insolito inverno sta terminando e, seppure lentamente, sembra stia arrivando la primavera. Già se ne vede qualche avvisaglia. La si vede anche nel mio giardino dove, su di un’isola priva di neve ai piedi di un vecchio melo, stanno sbocciando delle minuscole primule. Ne sono contento, sollevato, anche se mi riesce ancora difficile allontanare dalla mente il ricordo del lungo e non piacevolissimo periodo invernale che mi sono costretto a trascorrere per intero nella “mia” amata ma deserta e malinconica valle. Per attenuare la sottile mestizia che accompagna il ricordo degli ultimi mesi trascorsi in solitudine, faccio scorrere sul monitor del computer tutte le immagini riprese fuori casa, tra novembre e febbraio. Posso così rivivere i momenti più piacevoli (o meno sgradevoli) di questa mia lunga obbligata “vacanza” che sono i momenti trascorsi all’aperto, brevi passeggiate nei dintorni del paese. Molte di quelle immagini, sono state, da tempo, pubblicate sul blog. Altre sono qui, in questo post. Le ho scelte tra quelle più solari a ricordo di un inverno molto nevoso e senza dubbio difficile, ma anche di un inverno dove non sono mancate le circostanza positive caratterizzate dalla scoperta di alcuni attraenti “scampoli” di natura invernale.
Tutte le foto in “Google Foto”
Cronaca di alcune uscite di osservazione naturalistica e "caccia" fotografica nei boschi innevati dell’Alta Valle