Un castello nella nebbia


Nebbia nebbia e nebbia allegorica sul castello di San Michele a Ossana



Bello il castello di San Michele a Ossana, suggestivo con il suo massiccio mastio e i resti del palazzo e delle mura di cinta avvolti dalla nebbia dopo una fitta nevicata...
Imponente e austero domina dall'alto della rupe rocciosa un paesaggio offuscato, spento e grigiastro... piatto. Immagine severa e coinvolgente che richiama alla memoria quanto scrisse il Ciccolini nel suo storico volume “Ossana nelle sue memorie”:

"Che cosa ci resta dell'agguerrito castello San Michele, che i Federici ricostruirono nella prima metà del quattrocento? Il mastio, alto, severo e mesto come cippo funebre su d'una balza dirupata,che gli serve di piedestallo; ai suoi piedi il deserto maniero, rotto ai venti e alle nevi. Tutto intorno è scompiglio e rovina e le mura di cinta male proteggono dall'occhio del curioso, come dall'uragano, lo sfacelo di antiche e superbe grandezze. I merli sono caduti, si sfasciarono le stanze, franarono gli avvolti e sotto le macerie stanno confusi e affratellati i modiglioni della gronda e la botola della prigione, l'altare della cappella e  la pietra che celava il trabocchetto. E dove sono i caminetti, gli alari, le mazze, i trofei, le stoviglie e i monili? perchè non si ode più il fragore dell'armi, il cigolio della saracinesca e del ponte levatoio e il desiato suono della diana? perchè non si diffondono nella quieta notte stellata, il rumore della danza, il canto del menestrello e le melodie del liuto e della mandola?......" 

Poetico e desolato affresco che ben si confà alla fredda, nebbiosa e malinconica atmosfera che oggi avvolge il castello di San Michele.



Maniero che però, da alcuni anni, non è più quello così poeticamente descritto dal nostro Autore, non è più una desolata accozzaglia di mura cadenti. I suoi resti sono stati consolidati e ora sono visitabili in tutta sicurezza. L'imponente torre è stata restaurata e resa agibile: dalla sua sommità si può godere di un ampio e incantevole panorama. Gli scavi effettuati e i conseguenti ritrovamenti hanno consentito di aggiornare la storia del castello collocando la sua origine più indietro nel tempo. I reperti rinvenuti dovrebbero, prima o poi, essere collocati in uno dei padiglioni realizzati all'interno delle mura.


Oggi però la caligine che avviluppa gli ombrosi bastioni non può non richiamare alla mente anche la caligine che talvolta aleggia sulle modalità di conduzione, o se vogliamo sulla governance, del bel castello, quando è aperto al pubblico. A parer mio sembra mancare una linea di condotta precisa, ben determinata; mancano delle direttive univoche nel proporre e gestire le iniziative e le manifestazioni che via, via, vengono offerte al turista o valligiano che sia.. Sembra quasi che l'obiettivo, questo sì, almeno apparentemente, esclusivo ed inoppugnabile, sia quello di attrarre un numero sempre maggiore di visitatori, a qualsiasi costo, con qualsiasi mezzo o artificio che dir si voglia...


Quando, durante il periodo natalizio, alzando gli occhi, dalla strada provinciale, tra la casa del Tonino e il “maso” dei Rossi, intravidi spuntare dalle antiche mura del castello una delle casette del mercatino natalizio con, inchiodata sul retro, un'impattante gigantesca scritta rossa che invitava al... “vin brulè”, beh... mi caddero le braccia... Non che non ami il vin brulè e tutti gli altri analoghi generi di conforto ma trasformare l'antico maniero in una estemporanea rivendita di articoli vari, come accade da alcuni anni in concomitanza con la rassegna dei presepi, non mi è parsa sicuramente una buona idee... “Un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto...”: mi dissi.



Forse è giunta l'ora di scegliere... Così, almeno io, penso. Si vuole un castello della “storia raccontata e illustrata”, un castello delle fantastiche leggende, un castello della cappella di San Michele, dei Federici, degli Heydorff, dei Bertelli... un castello per delle interessanti mostre, un castello per ricordare Iacopo Acconcio e per ammirare le immagini della Casa degli affreschi o un castello per il vin brulè? La convivenza tra i due castelli mi sembra del tutto inopportuna e, a lungo andare, improduttiva... è una convivenza che confonde, confonde il visitatore, confonde la vista, confonde la percezione del castello e che sicuramente ne annebbia le prospettive...



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Aggiornamento 
dicembre 2019



Durante le festività di fine anno, le visite al bel castello, nel borgo dei 1000 presepi (ora 1600 presepi ?), paesello, per troppi aspetti reso ormai simile al “Paese dei balocchi”, rimangono all'insegna dei “DOLCI e VIN BRULE'".



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