Al limitare della stretta fascia di
bosco che si estende sulla sponda destra del Vermigliana a monte del
pianoro del “Fil” (altrimenti denominato “Spiaz dei
spini”) tra Fucine e Vermiglio sgorga una piccola sorgente
perenne. E' una vena d'acqua che affiora tra i noccioli ai piedi di
un ripido prato e che, raccogliendosi in un piccolo rigagnolo, dopo
un breve serpeggiante percorso tra alte erbe, cespugli ed abeti, si
riversa nel torrente.
Lungo gli umidi e sabbiosi margini
del suo percorso, all'inizio della primavera, sbocciano numerosi i
primi fiori, sono gli stupendi fiori gialli del farfaro (Tussilago
farfara). In estate poi, non è raro imbattersi in qualche biscia
dal collare (Natrix natrix) ma pure in qualche bel porcino.
Ora, in autunno, ci dobbiamo accontentare, si fa per dire, della sola
vista dello scorrere delle sue limpide acque tra una bruna e bagnata
lettiera di foglie di nocciolo distesa ovunque nei pressi del rivo.
Distesa fino ad occuparne il letto, ostruendolo con delle barriere
che ne ostacolano il normale deflusso.
Si vengono così a creare dei
minuscoli bacini, degli slarghi dove l'acqua è costretta a
rallentare, è costretta ad arrestarsi per alcuni istanti, ad
allargarsi trasformandosi in una piatta superficie riflettente che
rimanda le immagini del bosco, le immagini dei tronchi e dei grossi
rami che la attorniano.
Sono immagini cupe, immagini di una selva fitta e ombrosa ma sono anche immagini ravvivate da inaspettati sfavillii, da bagliori argentati e dorati che le acque appena increspate riverberano soprattutto verso il tramonto quando i raggi radenti riescono a filtrare tra i cespugli impattando sulle acque appena increspate.
Ma non solo, il sole del pomeriggio
impatta anche sulle fronde, sul fogliame degli abeti e dei noccioli,
verde brillante il primo e giallo autunnale il secondo che assieme a
qualche porzione di cielo si specchia nel rivo, nelle sue pozze,
arricchendole di mille screziature variopinte, ornandole di mille
grafismi che si decompongono e ricompongono in un gioco senza fine.
Una visione dinamica impossibile da fissare in statiche immagini
fotografiche.
E così lungo l'intero corso del rigagnolo. Lungo il suo intero percorso, peraltro molto breve perché
le sue acque ben presto si riversano nel Vermigliana. Ma la magia
dell'autunno non cessa qui, si ripete ancora, con diverse modalità,
anche sulla superficie del torrente. Anche sulle acque ondulate del
torrente si diffondono mille bagliori. Balenii che, in rapida
successione, compongono e subito scompongono delle movimentate
creazioni astratte.
I caldi colori autunnali del bosco
che fiancheggia il torrente si specchiano sull'acqua. Sono le tinte
ramate dei larici, delle roverelle, delle erbe rinsecchite, che, con
il bruno degli ontani, il giallo dei noccioli e il verde degli abeti
e dell'erba ancora vigorosa.... vibrano riflesse dalla superficie
increspata del torrente...
Tutte le foto in "Google Foto"
1 commento:
Da lasciarci il cuore!
Posta un commento