Autunno a Malga Pecé

 


Ottobrina passeggiata (2-3 ore) dal parcheggio nei pressi della Baita Velon fino a Malga Pecè (1500 m slm) che ho portato a termine percorrendo all’andata la stradina che si inoltra sul pianoro della Val Vermiglio attraversando l’ampia distesa prativa fino a raggiungere poco prima della malga e del suo pascolo il bosco di conifere sulle prime pendici del versante sinistro della valle; al ritorno invece, dalla malga al parcheggio, percorrendo la strada bianca (dopo aver oltrepassato il torrente) ai piedi del versante opposto, il versante più fresco, quasi sempre immerso in una selva ombrosa di abeti rossi (passeggiata delle Viscle).




La malga è situata al margine superiore del pascolo dove il pendio erboso abbandona la sua moderata pendenza ed inizia a farsi erto, selvaggio e interamente ricoperto dal bosco. Dalla malga e dai suoi dintorni più prossimi la vista si estende dai prati e dai boschetti di fondovalle fino alle rocce e ai ghiacciai delle cime sovrastanti. Un gradevole panorama.




Ma anche il complesso della malga con lo stallone e la casetta dei pastori o casera che sia, costituisce un rustico insieme esteticamente gradevole anche se non particolarmente pittoresco. Ambedue gli edifici sembrano in buono stato di conservazione ed è alquanto sconfortante vedere come ultimamente non siano stati utilizzati, non vi sia stata alcuna attività di monticazione (così almeno mi è parso). L’erba del pascolo sottostante non è stata brucato durante l’ultima estate e forse anche durante la stagione precedente. Peccato...




E’ veramente un peccato che questo come altri analoghi siti di montagna vengano abbandonati destinandoli ad un inevitabile degrado. E’ un peccato che le risorse della montagna, il suoi patrimoni di profumatissimi pascoli, non vengano più utilizzati come sempre si è fatto in passato, come si faceva fino a pochi decenni fa prima che la ricca “monocoltura” del turismo si imponesse su tutto rendendo marginale l’agricoltura di montagna e, in generale, limitando la diversificazione economica, inibendo lo sviluppo di qualsiasi altra possibile importante opzione produttiva. Auguriamoci che il cambiamento climatico o altri, sempre possibili negativi accadimenti (vedi covid) non creino, alla “monocoltura” turistica di massa , difficoltà tali da metterla in crisi perché in questo malaugurato caso le alternative per il sostentamento per una buona fetta della popolazione sarebbero ben poche, ci troveremmo del tutto impreparati: la nostra economia basata in massima parte sul turismo è ricca ma probabilmente anche molto fragile.



Quando tre anni fa transitai da queste parti diretto alla conca del Presena la malga era aperta, lo stallone ospitava un gregge di capre, e nella casetta venivano offerti i prodotti della lavorazione del latte. Ora sembra che questa attività sia cessata e questo dispiace anche perché, vista la particolare collocazione di questa malga forse ci sarebbe la possibilità di un suo utilizzo anche in chiave turistica (tanto per rimanere in tema di “monocoltura”…). Infatti accanto alla malga Pecè “scorrono” sempre più numerosi i bikers che salgono o scendono al o dal Passo Tonale lungo la ex strada militare che durante la grande guerra portava al fronte e probabilmente in futuro questa via verrà sempre più frequentata con la sua sistemazione a pista ciclopedonale percorribile da chiunque (asfaltata? Bene o male che sia...) Ci sarebbe quindi la possibilità di un rilancio della malga in chiave agrituristica e come punto di ristoro di cicloturisti e affini…




Nel frattempo, a proposito della “grande guerra”, bene sarebbe che “qualcuno” si occupasse di rendere nota ai passanti (con delle tavole illustrative o altro) l’importante funzione svolta dalla malga durante quel conflitto. La malga Pecé fu infatti sede del sottocomando del “Rayon II Tonale” attinente il fronte sul versante orografico destro della Val Vermiglio. Inoltre da questo sito transitarono i rifornimenti e le truppe destinate all’Alta Val Presena chiusa tra i Monticelli e la Busazza passando per le cime del Castellaccio, Lagoscuro e Presena. Sarebbe auspicabile che venisse in qualche modo ricordato.



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2 commenti:

Anonimo ha detto...

La malga di cui parla, risalente al primo conflitto mondiale non è questa, che risulta molto più recente e databile oltre gli anni 70 e risanata nel 2000.
I ruderi della malga in questione sono a valle nei prati.

Umberto Zanella ha detto...

Non lo sapevo... Mi aspetta un ulteriore sopraluogo.