Avevo sognato ben altre imprese ma l'
estrema variabilità del tempo con la pioggia a tratti fin troppo
insistente e la neve che è ricomparsa alle quote più elevate mi
hanno costretto a minimizzare i miei progetti.
Così mi devo accontentare di semplici
passeggiate nei dintorni del paese... Salgo quindi nella bella Val
Piana per percorrerne i vasti pascoli e i boschetti che li contornano in
una uggiosa giornata di un maggio appena inoltrato.
Le pendici dei monti che rinserrano la
minuscola valle e le vette ancora ben innevate che le fanno da sfondo
( il Giner, il Corno di Bon...) sono immersi in una nebbia fitta che
solo raramente si dirada permettendo di scoprire la bellezza, il
fascino di un ambiente alpestre aspro e selvaggio.
Mi accompagna una sottile pioggerella che di tanto in tanto si fa più intensa costringendomi ad aprire il mio grande ombrello. Raramente appare il sole, un sole pallido che solo per qualche istante riesce a fatica a squarciare lo spesso strato di nubi per rischiarare brevemente il prato della malga.
Mi muovo piano, procedo tranquillo
senza una meta precisa... mi sposto qua e là attratto dalla
particolare forma di una roccia rivestita di muschio che emerge dal
prato...
...dai fantasiosi grovigli dei licheni sulla corteccia di un vecchio e rinsecchito albero di larice, morto ma ancora saldamente in pedi o dall'inconsueto intrico dei tronchi di ontano bianco al margine del bosco...
Sono affascinato dal luccicante cespuglio di berberis con le delicate foglioline appena spuntate tra le vecchi aculei intrisi d'acqua.
Nell'erba bassa del prato appare all'improvviso il “trofeo” del cervo... abbandonato, perso... caduto dal capo dell'animale intento a brucare nel buio di una notte d'aprile i primi teneri germogli spuntati nel fondovalle ormai privo di neve.
Il lento girovagare mi conduce nel bosco, mi porta ad imboccare e a procedere brevemente lungo il sentiero diretto alle alte cime della Val Piana...
Intreccio di bianchi licheni tra i teneri aghi del vecchio larice... Fughi compatti e rossicci sulla ceppaia marcescente dell'abete...
Muschi e felci nascenti sui resti bruni e fradici delle felci appassite. Erba nuova sul tappeto scuro di foglie dello scorso autunno... foglie morte e grondanti di betulla, di acero, di salice, di sambuco, di sorbo... e nuovi morbidi germogli su tutti gli alberi, su tutti i cespugli...
Gli ultimi anemoni triloba negli angoli più gelidi, e i crochi nella minuscole radure dove la neve si è sciolta da poco.
I fiori viola e blu intenso della Pulmonaria officinalis e le distese di bianchi fiorellini dell'Oxalis acetosella che attendono il sole per asciugarsi e aprire completamente le loro delicate corolle.
Ritorno sui miei passi e percorro a ritroso la valle seguendo il corso del torrente immerso nella macchia di conifere che lo costeggia.
Verde... una lunga distesa verde... una distesa di verde liquido e brillante, una distesa di muschi e di mille virgulti appena spuntati ai piedi degli abeti... un tappeto verde, pulito e continuo...
La primavera verde ormai procede al galoppo anche a
queste quote, anche quassù nella bella Val Piana...
Di questa località ho scritto e
pubblicato moltissime foto, numerosi filmati e alcuni miei disegni
in altri post: “Val Piana come la vedo io”, “El sinter delalec”, “Sas Pisador”, “Val piana in inverno", "Val Piana".
Pentax K5 con obiettivo originale 100
mm f2.8 macro
Guarda tutte le foto in “Google Foto”
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