Clima bizzarro in questo principio
d'autunno. Fine settembre e inizio ottobre con cielo sereno e
temperature estive, temperature che ci eravamo illusi dovessero
durare ancora a lungo. Poi, all'improvviso, il vento del nord ha
fatto scendere di molto la colonnina di mercurio, molto sotto lo
zero, e la neve ha imbiancato abbondantemente non solo le cime dei monti ma
anche i paesi sui versanti della valle oltre i 1400 m. Gelido,
inaspettato evento che ha colto di sorpresa anche il mio orto con gli
ultimi peperoni, le melanzane e i pomodori che ancora stavano
maturando.
Dopo il freddo quasi invernale ritornano repentinamente le normali condizioni meteorologiche d'inizio autunno... non mancano però gli inattesi forti scrosci di pioggia e le seppure sporadiche grandinate con lampi e tuoni del tutto fuori stagione... quasi fossero dei temporali estivi.
Dopo il freddo quasi invernale ritornano repentinamente le normali condizioni meteorologiche d'inizio autunno... non mancano però gli inattesi forti scrosci di pioggia e le seppure sporadiche grandinate con lampi e tuoni del tutto fuori stagione... quasi fossero dei temporali estivi.
Si può così elucubrare sul clima che
cambia, sul riscaldamento globale, sulla tendenza all'accentuazione
delle condizioni meteorologiche estreme... difficile però valutare obiettivamente,
confermare o confutare...
Quindi, di giorno in giorno accettiamo, volenti
o nolenti, ciò che il cielo ci impone (ma rimane il dubbio: non ci sarà anche lo zampino dell'uomo?) godendoci, se non altro, il paesaggio della valle reso dinamico da questa estrema
variabilità climatica.
Caldo, freddo, gelo, sole, neve,
pioggia, temporali, grandine e ancora sole... questo è quello che ci hanno
offerto le prime settimane d'autunno: una grande variabilità
climatica con un ambiente in continua trasformazione, con repentini
mutamenti di luminosità, di colorazioni, di profumi.
Cime nude, rocciose, assolate, poi
pascoli e boschi improvvisamente imbiancati. A seguire pendii
nuovamente spogli, verdi ma subito chiazzate dai colori caldi
dell'autunno, ombre lunghe per i raggi radenti di un sole basso ma
ancora caldo e luminoso e ancora nubi scure e pascoli e boschi
fradici di pioggia e fitti vapori mattutini che si levano dalle erbe
grondanti rugiada o ammantate di gelida brina...
Con questo clima mutevole è bello passeggiare nei dintorni del
paese, vincere la pigrizia e inoltrarsi sui soliti sentieri resi però
sempre nuovi, sempre diversi e interessanti dal cambiare delle situazioni meteorologiche, della luce, dei colori, degli
odori...
Eccomi quindi qui, a camminare lungo la
stradina di mezzacosta delle "Pendege" tra Fucine e Vermiglio in un
assolato e limpido pomeriggio dopo la neve, il freddo e il temporale
dei giorni scorsi.. Bello! La vegetazione inizia a consegnare i caldi
e forti colori autunnali nella luce forte del sole calante sullo
sfondo delle cime del Tonale e di Barco da poco innevate..
Dopo l'intensa pioggia della notte
esploro i dintorni del “Fil”, detto anche “Spiaz dei Spini”,
tra prati e boschi fradici d'acqua.
Il cielo ancora coperto e scuro, il profumo di terra bagnata, la luce diffusa, tenue e omogenea, donano a questo umido ambiente una malinconica suggestione...
Il cielo ancora coperto e scuro, il profumo di terra bagnata, la luce diffusa, tenue e omogenea, donano a questo umido ambiente una malinconica suggestione...
Cielo limpido e sole a picco in “ValPiana”. Sole alto ma appena emerso dalle alte creste dei “Crozidei Meoti” ad inondare boschi e pascoli fradici di rugiada e qua e
là ammantati di brina. Raggiungo la malga, ormai chiusa da tempo,
camminando lentamente sulla strada bianca tra le nuvole di vapore che
si levano dai prati bagnati.... paesaggio qua e là filtrato dalle
nebbie, alberi fantasma lungo il percorso ma stillanti gocce dorate, brillanti... Poi il bosco... lungo il sentiero del “Sas Pisador” con gli
ultimi funghi, le felci morte e accartocciate, le foglie già dorate
degli aceri e delle betulle...
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