Gelidi giochi di luce










La primavera è alle porte, le giornate si sono allungate, il sole è tiepido ma solo ora, e siamo in marzo, si assiste finalmente a qualche intensa nevicata che però riesce ad imbiancare unicamente le quote più elevate.




L'inverno è agli sgoccioli ed è stato, secondo i più, un inverno molto strano, un inverno anomalo per quanto concerne le precipitazioni, per lungo tempo del tutto assenti e complessivamente assai scarse. Siamo di fronte ad una nuova anomalia meteorologica che sommata a tante altre sembra trasformarsi da eccezione a consuetudine, significativo specchio dei mutamenti climatici in atto... almeno così si dice in giro.

Anche l'inverno di un anno fa fu avaro di neve così come lo furono molti degli inverni precedenti. Ripercorrendo a ritroso l'ultimo decennio incontriamo però anche degli episodi di nevicate eccezionali. Chi non ricorda la “grande nevicata” dell'inverno 2008-2009? Ormai sembra proprio che non esistano mezze misure, o non nevica o nevica fin troppo... nevica fin troppo... come è accaduto anche quest'anno, non da noi ma nel già martoriato Centro Italia. Il clima sembra stia decisamente cambiando e l'enfatizzazione degli eventi meteorologici estremi è un sintomo ben percettibile da chiunque, soprattutto per le inevitabili ripercussioni a livello economico, ripercussioni che probabilmente in futuro si andranno sempre più accentuando.





Comunque almeno le temperature, se non le precipitazioni di quest'inverno che volge ormai al termine, mi sono sembrate nella norma, abbastanza rigide quasi come quelle dei miei ricordi. Mi piace quindi rivedere le gelide immagini di quest'inverno avaro di neve ma non certo avaro di freddo e di ghiaccio.

Immagini scattate a fine dicembre lungo i torrenti che scorrono sul fondovalle e risalendo le sponde dei minuscoli e ripidi rivi che scendono dai versanti della valle. Si potrebbe pensare che si tratti di fantasiose sculture, sculture di ghiaccio, se non fosse che sculture non sono perché il gelo non scolpisce, non toglie materia ma eventualmente modella, aggiunge materia. Il freddo solidifica l'acqua liquida in veli che si sovrappongono a veli, strati che condensano e si accavallano a strati creando forme bizzarre e astratte. Freddo sempre guidato da una imperscrutabile mano che sembra seguire gli infiniti, mutevoli suggerimenti legati al mutare delle temperature, delle portate, degli schizzi e dei percorsi dell'acqua.





E così l'acqua prigioniera, l'acqua indurita dal gelo vive per il lungo periodo invernale un'esistenza diversa, un'esistenza statica, immobile, sfiorata dallo scorrere dell'acqua liquida, libera, dinamica, che le passa accanto sfuggendo alla morsa del freddo.





Magico abbinamento quello delle due acque, dell'acqua solida e dell'acqua liquida. Accoppiata foriera di mille incantevoli luccichii, di giochi di luce, di bagliori emergenti dalle cristalline sfaccettature del ghiaccio e dall'argenteo sfavillare degli spruzzi d'acqua liquida tra le rocce e i massi neri del torrente e tra i muschi scuri, verdastri e bavosi del ruscello in abito invernale.







Gelidi chiarori, luce riflessa dal ghiaccio levigato e splendente e dal ghiaccio sfaccettato e brillante...






Astratte costruzioni luccicanti tra il precipitare e il ribollire delle acque. Luminose formazioni gelate tra lo scrosciare di cascatelle tumultuose. Splendenti candele di ghiaccio tra il gocciolare borbottante dell'acqua nel rigagnolo intirizzito.


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