Girovagando sul fondovalle tra prati e
macchie selvose.
Alla fine di marzo e all'inizio di
aprile in Val di Sole la neve copre ancora abbondantemente le cime ma
sul fondovalle sta arrivando la primavera. La annunciano i primi fiori
che qua e là compaiono nel pallido verde dei prati... La annunciano i
fiori che sbucano repentini nelle radure più aperte e lungo i
margini più soleggiati delle abetaie...
Allo squagliarsi della neve sono
spuntati, numerosissimi, i crochi (Crocus vernalis). Le
praterie si sono fittamente coperte di estesi tappeti bianchi
screziati di viola mentre nei punti più
soleggiati si sono colorate del giallo pallido talvolta venato di
rosa delle primule (Primula vulgaris)
e, a seguire, nelle zone più fertili, della candida tinta appena
bollata d'arancio delle piccole pratoline (Bellis
vernalis). Nel bosco il nocciolo
(Corylus avellana) è
fiorito da tempo e gli ultimi amenti, di cui si è nutrito il
capriolo durante l'inverno, si staccano dai rami cadendo al suolo tra
le foglie marcescenti. Il salicone (Salix caprea)
è invece in piena fioritura: è l'esplosione di colore dei gattici
che, di giorno in giorno, dal grigio passano al giallo, ravvivando la
boscaglia a ceduo ancora spoglia. Sul terreno, tra i rametti, il
fogliame e gli strobili in decomposizione, dominano con il loro
intenso colore blu-violetto i fiori dell'anemone (Anemone
hepatica) e i più rari grappoli
fioriferi della polmonaria (Pulmonaria officinalis).
Sul suolo calcareo, al primo sole di fine inverno, le chiazze di
erica (Erica carnea)
si sono subito sostituite all'ultima neve colorando il bordo della
pineta di un roseo continuo e intenso mentre il terreno minerale,
lungo le sponde dei piccoli rivi e dei torrentelli, è qua e là
macchiato dal giallo intenso del farfaro (Tussilago
farfaro) e nelle zone più fresche dalle bianche infiorescenze del rigoglioso farfaraccio (Petasites
albus).
Questi
i primi fiori che, allo scomparire della neve, annunciano il ritorno
della bella stagione sul terreno umido e nudo... Ma poi, con il
trascorrere dei giorni, la primavera avanza rapidamente, i prati
rinverdiscono in fretta facendosi sempre più lussureggianti. Ed
eccoli i prati di fondovalle, brillanti, ormai verdissimi ma
punteggiati da una grande varietà di colori, colori intensi che
riscaldano il cuore dopo il freddo, lungo e monotono inverno. Sono
gli infiniti colori dei fiori spuntati alla fine del mese di aprile e
durante il mese di maggio. Sono i vistosi gialli del dente di leone
(Taraxacum vulgare) e
i gialli più delicati delle primule odorose (Primula
officinalis), l'azzurro del
non-ti-scordar -di-me (Myosotis arvensis), i
colori e le forme stravaganti dei fiori dell'erba
del cucco (Silene inflata)...
i rossi, i viola e ancora i bianchi e i gialli dei tifogli, dei
gerani, dei ranuncoli, delle campanule, delle viole e delle
violette... e molti, molti altri colori, molti altri fiori...colori e
fiori che però, purtroppo, sono destinati a durare ben poco. Tra
breve gli steli fioriferi saranno falciati. Saranno falciati con il primo taglio
dell'erba sul fondovalle... e inevitabilmente i fiori recisi
perderanno il loro fresco aspetto, il loro fascino ma non il loro
profumo che verrà donato al fieno e con il fieno al buon latte, al
burro e ai formaggi della valle.
I
fiori del sottobosco dureranno più a lungo, sfioriranno naturalmente
con l'impollinazione e il trascorrere dei giorni. Così sarà per i
numerosissimi fiori della fragola (Fragaria vesca),
dell'acetosella (Oxalis acetosella),
delle clematidi, delle primule, viole e di chissà di quante altre
piante più o meno erbacee. Senza considerare gli stupendi e vistosi
fiori dei cespugli e degli alberi del bosco: i gialli fiori del
crespino (Berberis vulgaris),
i bianchi fiori del biancospino (Crataegus oxyacantha),
del prugnolo (Prunus spinosa),
del pallone di maggio (Viburnum opulus),
del sambuco (Sambuca nigra),
del sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia)....
e soprattutto i magici fiori dei grandi ciliegi selvatici (Prunus
avium) che hanno colonizzato in
gran numero l'erto versante soleggiato della valle con i suoi campi
terrazzati un tempo intensamente coltivati e oggi quasi totalmente
abbandonati. Ed è soprattutto su quei pendi che la primavera
esplode, durante il mese di maggio, con i suoi fiori ma soprattutto
con la gamma infinita di verdi pastello, morbidi e tenui delle foglie
appena nate. Poi con il sopraggiungere della stagione calda, con
l'arrivo del mese di giugno, il verde delle foglie ormai adulte
tenderà ad uniformarsi appiattendosi in una anonima e omogenea
colorazione verde. Solo l'arrivo dell'autunno con le sue policrome
tinte calde frantumerà nuovamente la monotona colorazione del
fogliame donando una rinnovata bellezza alle macchie selvose... una
bellezza decisamente diversa dalla bellezza primaverile ma
sicuramente con essa molto, ma veramente molto, competitiva.
Tutte le foto in
“Google Foto”
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