In Val di Sole la neve d'aprile non è
mai stata un'anomalia ma la sua comparsa non solo sui monti ma anche
sul fondovalle si è fatta più frequente negli ultimi anni. Forse la
causa va ricercata nel cambiamento climatico in atto. Dico forse perché non spetta certo a me valutare la
condizione climatica terrestre e i suoi effetti all'interno della
nostra valle. Non sono evidentemente in possesso degli strumenti
conoscitivi adeguati a sostenere scientificamente conclusioni certe e definitive di tale
portata. Mi limito a riprendere
quello che è il pensiero della grande maggioranza degli studiosi e
che è ormai diventato di comune dominio.
“Non ci sono più le mezze stagioni. Non c'è più la primavera.” Questo si sente ripetere ovunque, per le strade del paese, nei negozi e nelle osterie, questo si dice alcospetto dei repentini e drastici cambiamenti meteorologici ai quali si assiste durante l'intero anno. Cambiamenti che, in primavera, appaiono ancora più violenti e impattanti per l'effetto, talora devastante, sulla vegetazione in piena ripresa vegetativa. Freddo e caldo intensi si susseguono a breve distanza. Alle giornate soleggiate subito si alternano giornate bagnate e, durante gli ultimi anni, non sono certo mancati anche i prolungati periodi siccitosi e gli acquazzoni distruttivi.
L'ho vista sempre, la neve, durante le
ultime primavere... l'ho vista depositarsi copiosa sui susini, sui
ciliegi, sui peri e sui meli in fiore del mio giardino. E anche quest'anno è
fioccato abbondantemente, è fioccato all'inizio
della primavera, è fioccato due volte, durante due fredde notti
d'inizio aprile. La neve si è accumulata anche sul fondovalle
celando il verde tenero dei prati da cui spuntavano a fatica i fili
d'erba più vigorosi assieme a qualche primula congelata, ai crochi
con le corolle bianche o violacee ben serrate e, al limitare del
bosco, ai vigorosi gambi in fiore degli anemoni triloba ancora privi
di foglie.
Uno spettacolo, una vista spettacolare che, pur non essendo ormai una rarità, rimane pur sempre molto particolare e suggestiva. Un “regalo” del cielo che ho colto alle prime luci dell'alba, un “dono” meteorologico estremo, fuori stagione, che molti però preferirebbero non aver ricevuto nel timore dei possibili danni alla coltivazioni... Pericolo scampato: all'inizio di aprile il freddo e la neve caduta non hanno compromesso la produzione degli alberi da frutto ancora privi di fiori e di frutticini... ma la primavera non è finita e tutto può ancora accadere.
Considerato che non è nelle nostre possibilità di valligiani mutare da soli il divenire climatico terrestre contenendone il drammatico procedere e visto che di questo problema la governance mondiale poco si occupa concretamente facendo molte chiacchiere e pochi contraddittori fatti nel limitare l'immissione dei gas serra, non ci resta che attendere e subire cercando di adattarci alle trasformazioni, all'ambiente che sta mutando ma anche ammirando agli inusuali spettacoli che la natura con il clima in rapida evoluzione, ci somministra... volenti o nolenti.
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