E' arrivata.
Finalmente.
Il cielo ha deciso di elargirla e tutti la osservano con benevolenza, alcuni con gratitudine. E' la neve, la bianca neve che nella notte ha sommerso ogni cosa.
Abbondantemente.
Finalmente.
Il cielo ha deciso di elargirla e tutti la osservano con benevolenza, alcuni con gratitudine. E' la neve, la bianca neve che nella notte ha sommerso ogni cosa.
Abbondantemente.
Ambiente ripulito e levigato. Immacolato. Rumori limati, paesaggi in chiaroscuro, assenza di colori vivaci e forti.
Una grande quiete è calata sulla valle. Silenzio e immobilità.
Pace.
La bianca neve, con il suo soffice manto che tutto riveste, ha soffocato il guazzabuglio dei suoni e il caotico sovrapporsi delle tinte.
Pace.
La bianca neve, con il suo soffice manto che tutto riveste, ha soffocato il guazzabuglio dei suoni e il caotico sovrapporsi delle tinte.
Però la copiosa nevicata, il paesagio totalmente imbiancato (panorama desueto, insolito per non dire raro
con l'avanzare della mutazione climatica) non può non richiamare alla mente anche i vecchi
ricordi, le immagini d'altri tempi quando la neve non mancava mai. Immagini festose: giochi di bimbi, corse in slitta, capriole nella neve fresca, palle
di neve e pupazzi... E persi nel bianco rumori metallici di lame e badili all'opera… e voli di passeri in stormi numerosi…
Inoltre solo ora, raggiunta la terza età, riesco a scorgere nella neve qualcosa di nuovo, qualcosa che prima mai mi aveva colpito. Solo ora
“vedo” la poesia nelle piccole “cose”, nelle minuzie
immerse nella neve. Solo ora quando le nevicate stanno diventando eventi
quasi straordinari e degni, quindi, di grande attenzione. Solo ora "vedo"... riesco a cogliere a pieno la bellezza di un paesaggio
imbiancato ma anche e soprattutto il fascino che emana anche un nonnulla quando è avvolto
dalla neve.
La foglia secca, ancora appesa al ramo, baciata da mille minuscoli fiocchi, il piccolo abete che occhieggia
sommerso nel morbido manto, le infiorescenze del nocciolo coperte di
vitrei cristalli, lo scricciolo che ispeziona la piccola cavità
aperta come una ferita nella trapunta immacolata, i traslucidi
candelotti di ghiaccio appena velati di bianco, il soffice candore sulle rugose cortecce del vecchio larice, il pettirosso che svolazza
qua e là e che infine si posa sui rami della betulla affioranti dalla neve...
E' proprio vero. Solo la
straordinarietà di un evento un tempo molto comune qual'era una
abbondante nevicata, può fa nascere il piacere della ricerca,
l'interesse per i dettagli. Può far crescere il desiderio di
scoprire qualche prezioso gioiello ben
nascosto tra i fiocchi di neve accumulati sul
terreno gelato o sulla vegetazione rinsecchita.
Il tempo passa, passano i giorni e
passano pure le settimane. Più non cade la neve, più non scende
altra bianca neve. Il cielo la nega.
Il vento scolpisce il vecchio manto, lo modella increspandone la superficie. Il gelo notturno consolida, indurisce le
candide onde. Durante il giorno, il sole di febbraio, basso ma già forte, le accarezza lievemente, le pennella, anche sui pendii più
ombrosi.
La neve si compatta sempre più. Il suo
spessore diminuisce, la consistenza da soffice e omogenea si fa
grumosa. La metamorfosi è continua, legata all'escursione termica giornaliera, al mutare dell'umidità dell'aria e in generale alle condizioni meteorologiche sempre più variabili con il cambiamenti climatico.
Talvolta, negli ambienti più freddi la superficie della coltre
nevosa si ricopre di un tappeto cristallino: sono scaglie che brillano, che riverberano la luce quando il sole,
verso mezzogiorno, riesce ad irraggiarle anche solo per un breve periodo.
Il tempo passa, le giornate si
allungano e si fanno più tiepide.
La neve, pian piano, si squaglia. Sui versanti più ripidi e meglio esposti è addirittura scomparsa. Il sole, a poco a poco, raggiunge anche le pendici più fredde e riscalda pure il fondovalle più ombroso dove la neve, accumulata e compressa sul margine delle stradine, lentamente inizia a dissolversi componendo astratte e caduche sculture, qua e là ravvivate dal sole del tramonto.
I raggi bucano le fronde degli abeti: sono schizzi di luce, sono bagliori sulla bianca neve e luccichii sulle creste ghiacciate. E sono ombre profonde dove il sole non impatta...
Contrasti e giochi di luce sull'ultima neve. Neve luminosa, risplendente dove picchia il sole, sole calante ma ancora potente. Al contrario neve opaca, azzurrina e grigiastra nell'ombra, nella semioscurità della sera ormai incipiente.
La neve, pian piano, si squaglia. Sui versanti più ripidi e meglio esposti è addirittura scomparsa. Il sole, a poco a poco, raggiunge anche le pendici più fredde e riscalda pure il fondovalle più ombroso dove la neve, accumulata e compressa sul margine delle stradine, lentamente inizia a dissolversi componendo astratte e caduche sculture, qua e là ravvivate dal sole del tramonto.
I raggi bucano le fronde degli abeti: sono schizzi di luce, sono bagliori sulla bianca neve e luccichii sulle creste ghiacciate. E sono ombre profonde dove il sole non impatta...
Contrasti e giochi di luce sull'ultima neve. Neve luminosa, risplendente dove picchia il sole, sole calante ma ancora potente. Al contrario neve opaca, azzurrina e grigiastra nell'ombra, nella semioscurità della sera ormai incipiente.
Tutte le foto in “Google Foto”
1 commento:
La neve è magica. Pulisce, riscalda, protegge, rende gli animi buoni. Almeno questo è quello che sento io.
Vorrei che ci fosse sempre, la mia neve.
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