Nei prati di fondovalle a fine primavera



A fine giugno, sul fondovalle, l'erba è stata quasi ovunque falciata. Asciugata ed essiccata al sole è stata raccolta, imballata e trasferita nei fienili delle cascine alla periferia dei paesi. Per il momento, nell'attesa della ricrescita dell'erba, le pianeggianti distese prative si presentano spoglie dopo la loro totale rasatura. Desolate... Solo qua e là, perso nell'uniforme piatta e giallastra monotonia, spunta del foraggio ancora in piedi, appaiono delle porzioni di terreno, più o meno estese, dove l'erba non è stata tagliata. 

Sono prati abbandonati, non più utilizzati o, più frequentemente, appezzamenti “dimenticati”, appezzamenti da falciare al più presto. Sono lotti in attesa... aspettano l'intervento del proprietario, aspettano che qualcuno si decida tosarli, a recidere gli steli delle graminacee stramature e i fusti delle ombrellifere ormai coriacei per ottenerne fieno sfruttabile seppure di non eccelsa qualità.


Tra le erbe alte, brune e secche di questi appezzamenti non ancora falciati si riesce, inaspettatamente, a intravede qualche nota variopinta, qualche fresco stelo fiorifero. Sono fiori nascosti, dimessi, sbocciati da poco, in ritardo... fiori bianchi di trifoglio e di achillea, fiori gialli di lotus corniculatus... e pochi altri ancora. Sporadici scampoli di colore, rimasugli di primavera destinati a scomparire quanto prima.


Niente a che vedere con il lussureggiante aspetto dei prati di fine maggio e d'inizio giugno, prati rigogliosi e verdissimi, fittamente punteggiati da una grande e policroma varietà di fiori. Prati che ora posso rivedere solo sul monitor del mio computer, scorrendo le fotografie scattate tre settimane fa nella zona della Poia di Vermiglio e del Fil o Spiaz dei Spini che dir si voglia.


Sono fotografie di un habitat arricchito dalla pioggia caduta nella notte, scattate sotto un sole incerto, nella leggera brezza del mattino che anima, agitandoli, fiori ed erbe rigogliose. Erbe verdissime, immortalate fotograficamente con la gamma estesa dei pigmenti verdi dei dipinti, dal verde morbido e tenue del pastello e dell'acquarello al verde deciso e brillante della pittura ad olio...


E nel mare verde... le tinte chiassose dei fiori, i rossi dei trifogli e dei gerani, i gialli dei ranuncoli, i viola della salvia, e delle campanule, i bianchi delle margherite... e le forme stravaganti delle ombrellifere, dell'erba del cucco e degli inquietanti scheletri dei fiori del dente di leone privi petali e di semi...


Immagini di un microcosmo ricco e vario, intriso d'acqua nel sole di una primavera al massimo del suo fulgore. Un inno alla biodiversità, ma soprattutto un inno alla bellezza... Un omaggio fotografico alla bellezza del paesaggio, alle verdi distese d'erba mosse dal vento, ai cento colori che le punteggiano, un omaggio alla bellezza dei dettagli, un omaggio agli astratti grovigli di steli e di foglie, alle fogge e alle tinta dei fiori, agli insetti brulicanti nell'erba bagnata, alle gocce d'acqua luccicanti...


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