Tavolozza ottobrina al calar del sole

 

Sulle “Pendege” tra Fucine e Vermiglio



Camminare sulle stradine che si diramano dalla periferia del paese è sempre bello, lo è in ogni periodo dell’anno, ma ora, in autunno, con il mutare di giorno in giorno, della luce e dei colori lo è ancora di più.



Ancora di più lo è soprattutto sul viottolo che taglia il versante sinistro della valle tra Fucine e Cortina di Vermiglio poco sopra la strada statale del Tonale. Un panoramico viottolo che percorro con "sommo" piacere molte volte ogni anno, ma che ora, in ottobre, con la metamorfosi ambientale in atto, è in grado di coinvolgermi particolarmente rendendomi partecipe del rapido cambiamento stagionale.



Aceri, robinie, roverelle, pioppi, ciliegi, betulle, salici, frassini e noccioli stanno mutando la loro piatta e uniforme chioma estiva... si stanno cambiando d’abito... Nella quiete ottobrina si stanno addobbando a festa indossando vesti più luminose e policrome.



Un incantesimo, una colorata magia che coinvolge anche la vegetazione del versante opposto, il versante ombroso della valle, dove i larici, sparsi nella fitta pecceta sempreverde  iniziano ad ingiallire, a mutare aspetto.



Sta decisamente prendendo piede la spettacolare apparizione dei colori autunnali. Inizia ora, a metà ottobre, con delle vampate giallo oro, aranciate e rossastre sparse nel verde della vegetazione estiva: una tavolozza policroma, un brillante dipinto ad olio, una visione vistosa... un poetico incantesimo che si palesa all'improvviso nell'aria frizzante dei monti, nella pace autunnale, solo ora quando la confusione estiva è un lontano ricordo. 



Un'esplosione di colore preludio ad un finale ad effetto che rievocherà i fasti primaverili con l’esibizione una nuova coloratissima e vivacissima “fioritura”. “Fiori” non più bianchi ma rossi sui ciliegi selvatici, diversamente gialli sul pioppo tremulo, sul nocciolo, sull'acero, sulla betulla, aranciato rossastri sui larici... bacche rosso lucente sul sorbo, sulla rosa canina, sul crespino, sul biancospino...



L'autunno è un artista, un paesaggista, alle prese con un'infinita gamma di colori, di tinte decise, ma pure alle prese con tonalità lievi per creare sfumature e velature leggere nel rifinire delicatamente la sua opera. In tempi brevissimi allestisce l'evento più vistoso dell’intera annata: una magico paesaggio, un "dipinto" che si accende ovunque, sia sul fondovalle che sui versanti fino alle quote più elevate.



I raggi radenti del sole basso, declinante nel pomeriggio, scaldano ulteriormente i colori del nostro dipinto, avvampano le calde tinte delle foglie, incendiano il rosso delle chiome dei ciliegi selvatici, i gialli del pioppo tremulo, del nocciolo, dell'acero e della betulla, il bruno rossastro dei larici, il verde vigoroso e persistente degli abeti…



Poi il sole al tramonto, decisamente calante, scolpisce l'ambiente, allunga le ombre, sottolinea le sagome dei monti, i profili dei versanti, evidenzia i sentieri, i muretti a secco, i piccoli masi, i singoli alberi, i cespugli…



Non ci resta che ammirare, che meravigliarci, che stupirci.
Godiamoci lo spettacolo dell’esplosione dei colori, delle chiazze giallo oro, arancioni e rossastre della vegetazione autunnale e più tardi del sole che declina fino a scomparire, della luce che si spegne sulla valle... Un prodigio, una bellezza che dissolverà ogni nostra eventuale negatività...


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