1° aprile con la neve

 

Per tradizione il 1° d’aprile è il giorno degli scherzi noti come Pesce d’aprile. La comparsa della neve, inaspettatamente sopraggiunta proprio il primo di aprile, al termine di una stagione invernale poverissima di precipitazioni (ricca solo di energivora e inquinante neve artificiale) e dopo un lunghissimo periodo di totale siccità, mi è sembrata il palesarsi di un Pesce d’aprile, di un singolare Pesce d'aprile. Ho vissuto quella comparsa come fosse uno scherno, un cattivo sberleffo nei confronti soprattutto di chi vive di turismo, un triste scherzetto portato a termine da un clima ormai ampiamente compromesso nelle sue manifestazioni meteorologiche dalle attività e dai comportamenti dell’uomo… una ritorsione nei confronti dell’umana insensatezza che in questi ultimi decenni lo ha totalmente modificato. Così mi è sembrato… anche se  non è evidentemente possibile che  così sia.



Le nevicate primaverili non mi sono mai sembrate una anomalia climatica almeno per quanto riguarda le ultime annate. Sono una costante meteorologica che le ha caratterizzate quasi tutte. Semmai le anomalie vanno ricercate negli autunni e negli inverni, soprattutto nei più recenti. Per quanto riguarda le due ultime annate, vanno individuate nelle copiosissime nevicate della stagione invernale 2020/21 (a impianti bloccati per la pandemia) e nella loro quasi totale assenza durante la stagione successiva, quella che si è appena conclusa. Come ho già detto.



A mio ricordo, la neve, durante la primavera, l’ho vista (quasi) sempre. L'ho vista depositarsi più o meno copiosa sui susini, sui ciliegi, sui peri e sui meli del mio giardino. L'ho vista spessissimo... talvolta scendere abbondante anche durante la fioritura. Ma quest'anno, il suo arrivo, in anticipo rispetto ad altre primavere e soprattutto dopo un periodo estremamente siccitoso, mi ha veramente sorpreso, mi ha incuriosito ed è per questo che, umanizzando l’evento, mi ha addirittura fatto pensare ad un Pesce d’aprile…



Un Pesce d’aprile particolare, sotto forma di una bufera immacolata che ha investito una Val di Sole disidratata, arida e secca, creando spessi depositi di neve sulle cime ma anche un sottile manto immacolato sul fondovalle (al di sopra dei 900-1000 metri) dove si è accumulata, nonostante il terreno inzuppato di pioggia, imbiancando le scure e bagnate strade del paese, i rossastri tetti delle case, i rami dei fruttiferi ancora nudi, il riarso brunastro dei prati e il verde intenso degli abeti al margine dei versanti boscosi…



Giganteschi, fittissimi fiocchi di neve pesante precipitavano frenetici dal cielo plumbeo e ammassandosi sulla campagna inglobavano rapidamente i primi fiori. Nascondevano le primule e le violette, coprivano i crochi dalle corolle bianche o violacee ben serrate e, al limitare del bosco, le infiorescenze dei saliconi e dei noccioli, i boccioli del biancospino e i primi vigorosi gambi in fiore degli anemoni triloba ancora privi di foglie.



Sparuti e coraggiosissimo uccellini, passeri, fringuelli, cinciallegre e pettirossi, svolazzavano qua e là nella tempesta cercando riparo tra la fitta ramaglia dei cespugli del mio giardino o, ancora meglio, ai loro piedi dove la neve non si era finora depositata e qualche seme commestibile o qualche minuscolo insetto era ancora individuabile e ricuperabile.



Camminando nei dintorni del paese si riusciva a stento e solo a tratti ad intravedere l'imponente sagoma del solitario torrione dell'antico maniero di San Michele, immerso com'era nella nebbia e sfumato allo sguardo dal turbinare della neve che cadeva sempre più veloce e più fitta. Una vista singolare, un panorama suggestivo seppure non rarissimo, non unico...





Una nevicata inaspettata, un “regalo del cielo” (più che uno burla da 1° aprile)… Una bufera di neve bella da vedere ed estremamente necessaria per attenuare le preoccupazioni dovute al protrarsi della lunghissima siccità invernale.

E poi si vedrà… Nel proseguo vedremo che altro ci attende, che altro ci riserva questo clima che noi umani abbiamo fatto “impazzire”.


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