Neve d'aprile in Val di Peio

 


Dopo un interminabile periodo siccitoso è finalmente arrivata la neve. E’ finalmente ricomparsa... è ricomparsa la neve tanto sospirata, la neve assente da tanto tempo, la neve a lungo agognata. Solo una contenuta nevicatina però, all’inizio di aprile, qualche giorno prima di Pasqua, una parca spruzzatina di nevischio (così almeno sul fondovalle) tanto per rasserenarci e incoraggiarci, per rammentarci che, nonostante i cambiamenti climatici da noi provocati, la neve esiste ancora, che è ancora bella, che è fredda e candida (per chi non lo rammentasse), che ancora non è scomparsa definitivamente e che in futuro potrà magari ancora presentarsi anche in abnorme quantità come è accaduto durante l’inverno scorso, quello del 2020-2021 intendo. Neve in abnorme quantità... una delle anomale regalie meteorologiche che caratterizzano sempre più ogni periodo dell’anno. Tempo troppo a lungo siccitoso o troppo intensamente umido, il tutto decisamente in linea con l’accentuazione della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi ormai peculiari di un clima che noi umani abbiamo fatto impazzire.





Ma torniamo alla tanto attesa neve d’aprile che non si è limitata ad imbiancare (abbondantemente?) le cime e i versanti più elevati della valle ma con leggerezza anche il piano, almeno al di sopra dei 900-1000 m di altitudine. Il paesaggio della valle ha cambiato il suo aspetto primaverile (aspetto peraltro arso, inaridito dalla siccità) per acquisirne uno decisamente invernale, una fisionomia invernale fuori stagione e solo per alcune ora o tutt’al più per qualche giorno, a seconda della zona più o meno elevata o più o meno esposta ai raggi del sole…





Panorama del tutto nuovo quindi, neve ovunque anche nella Valletta (Val di Peio), sulle alte montagne che la racchiudono, sui suoi ripidi pendii, sulle sue terre alte come su quelle più basse. Un paesaggio attrattivo che decido di ammirare e fotografare nella luce abbagliante della limpidissima tarda mattinata post nevicata. Eccomi quindi a camminare (per l’ennesima volta quest’anno) all’imbocco della Val di Peio, inizialmente sulla pista ciclo-pedonale poi sulla distesa pianeggiante dei prati di Novale (ormai innevati solo qua e là, nelle zone più ombrose) e, più avanti, lungo il fiume Noce, lungo le sue sponde dense di vegetazione sia arborea che arbustiva (purtroppo già priva di neve).





Procedo lentamente, nel silenzio quasi irreale della stagione turisticamente morta… Di tanto in tanto mi fermo ad ammirare le cime che si innalzano sullo sfondo, le punte del Taviela e del Vioz (quanti ricordi!) emergenti dagli scoscesi versanti che sfumano verso il basso nelle alte praterie, e quindi nei boschi e nella campagna coltivata che degrada verso il fondovalle. Tutto è uniformemente bianco… La neve... quella neve che è mancata per gran parte dell'inverno è finalmente arrivata, ha finalmente uniformato il panorama. Grazie alla neve la “vista” sulla Val di Peio è decisamente migliorata. Le innaturali serpentine bianche, piste da sci innevate ad hoc (da artificiosi congegni energivori) così paesaggisticamente impattanti ai piedi del Vioz (nel Parco Nazionale dello Stelvio), non si percepiscono più come elementi avulsi, del tutto alieni, scolpiti nel verde delle peccete o nel brunastro dei pascoli alti, ma, immerse, come ora sono, nell’omogeneo candore della neve d’aprile che tutto ha ugualmente ammantato (solo per poco, purtroppo), non si riconoscono quasi più, non urtano più la “vista”, fuse come sono nella bianca uniformità dell’intera montagna. Finalmente un gran bel vedere...


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