A Malga Doss sul far della sera

 

Doveva essere un’altra cosa… una gita diversa dal solito (e per certi versi lo è anche stata...), una gita in compagnia di mia figlia che in questo periodi vedo veramente poco. Una breve escursione, tutta a piedi, (programmata da tempo) da Ossana a Val Piana e quindi alla Malga del Doss dove si pensava di pernottare. Così non è stato… La nostra uscita a causa di un contrattempo si è conclusa prima del previsto con una notturna discesa a valle, con una suggestiva camminata in piena notte sulle piste forestali e sulle strade bianche ben rischiarate dalla luna piena.




E bene abbiamo fatto a rientrare prima del previsto perché se era nostra intenzione assistere al levare del sole (e fotografare le cime del Cevedale e del Vioz rischiarate dalla morbida e rosata luce dell’alba), bene... non abbiamo perso nulla… infatti il cielo del mattino, in netto contrasto con le previsioni di Meteo trentino, si è presentato totalmente coperto da dense nuvole.




Nonostante gli imprevisti, la nostra è stata comunque una bella “impresa”.

Una iniziale lunghissima camminata pomeridiana portata a termine percorrendo tracciati poco erti su strade forestali immerse nell’ombra del bosco, evitando di imboccare le numerose ripide scorciatoie sempre pronte ad allettare l’escursionista frettoloso… Scelta quest'ultima, in linea con la mia predilezione per la “montagna lenta”, scelta che ci ha permesso di avanzare tranquillamente, conversando a lungo, guardandoci attorno, osservando ogni piccola selvatica meraviglia che incontravamo e infine conquistando la nostra meta senza affaticarci troppo.




Raggiunta la nostra meta, i “grasi” (pascoli) della malga, si è aperto alla nostra vista quell’ampio panorama che ho già descritto e fotograficamente presentato in un altro mio post. Si è aperto quel panorama che fino a poco prima prima non si poteva osservare occultato com’era dagli abeti e dai larici del bosco della “Selva”… un panorama mozzafiato, un panorama che ha reso il sito del Doss molto amato sia dai valligiani che da molti turisti.




Un panorama che verso est si estende oltre la bassa Val di Sole dove si intravedono i lontanissimi contorni delle dolomiti altoatesine mentre verso ovest la vista arriva a lambire i monti del Tonale per poi allargarsi sui “miei” monti prediletti, il Redival e il Boai con le valli Verniana e Saviana. Verso nord lo scenario più maestoso... le alte cime del Taviela, Vioz e Cevedale che chiudono la “Valeta”, la Val di Pejo... e più vicina la cima Vegaia che domina i vasti pascoli delle Pozze e della val Cadinel con il passo che immette in Val Cercena in quel di Rabbi…

Panorama vasto quindi e soprattutto stupendo, panorama che non copre interamente i classici 360° ma che vi si avvicina... manca la veduta verso sud dove, in alto, tra il prato e il bosco sovrastante, si trova la malga, malga che raggiungiamo di lì a poco.




Malga Doss, una malga ben diversa dalla vecchia malga dei miei ricordi. Come già scritto in altri miei post gli edifici della Malga hanno cambiato fisionomia… In verità per quanto riguarda lo stallone non si notano grandi differenze, sono stati rinnovati gli infissi, rifatto in lamiera l’originario e purtroppo cadente copertura in scandole del tetto, ma gli interni non sono stati modificati e nulla è stato alterato dell’architettura preesistente. Al contrario quella che era la casa dei pastori, la casera, è stata completamente ristrutturata, “tirata a lucido”, senza però modificarne la sagoma complessiva, l’originaria vecchia struttura muraria portante.




Una parte di questo edificio è chiusa e quindi non è visitabile: è questa la zona destinata a chi intende gestire la malga (se mai si troverà qualcuno). Una seconda porzione è invece aperta a tutti. E’ un moderno e confortevolissimo bivacco davanti al quale mia figlia, che ancora non aveva avuto modo di osservare gli edifici della malga rinnovati, riqualificati, completamente cambiati, rimane di stucco… Un bivacco per certi versi anomalo, dove nulla manca, dai servizi igienici, ai fornelli a gas e a legna, dalla corrente elettrica all'acqua corrente alle brandine per trascorrervi la notte.




Visitata la malga non ci resta che aspettare il “calar del sole” tra brevi giretti nei dintorni, la raccolta di qualche mirtillo, due chiacchiere con altri escursionisti, la collocazione dei sacchi a pelo sulle brandine, e molte, molte, fotografie… Poi, quasi all’improvviso ci sorprende il tanto atteso tramonto del sole.

No, non è il tramonto spettacolare come ci attendevamo… Il sole si nasconde rapidamente, troppo rapidamente, dietro i crinali del Monte Boai, vicini, quasi dirimpetto al bivacco. I suoi ultimi raggi non raggiungono le alte vette del Vioz e del Cevedale pitturando di rosa, come speravamo, la poca neve che ancora le ricopre. Probabilmente solo tra qualche mese, a fine estate o in autunno, quando il sole più basso calerà dietro i monti del Tonale, si potrà assistere a quel policromo tramonto che noi, ingenuamente, eravamo convinti di vedere già ora, a metà luglio.




Alquanto delusi attendiamo che con il sopraggiungere del crepuscolo, della prima oscurità, si accendano le luci nei paesi del fondovalle: Strombiano, Celentino, Celedizzo, Cogolo e Peio Paese… minuscole stelline nell’oscurità del fondovalle…. E fotografiamo e ancora fotografiamo. Fotografiamo talmente tanto che la batteria della reflex si scarica annullando la possibilità di riprendere l’alba, di immortalare le alte cime della Val di Peio rischiarate e colorate dal sorgere del sole. Un accidente che si poteva evitare. A questo punto ci sembra superfluo trattenerci oltre, inutile pernottare nel bivacco. Riposti frettolosamente i sacchi a pelo e tutte le nostre cose negli zaini scendiamo a valle nel pieno della notte accompagnati da una notevole dose di delusione e da un pizzico di timore per l’orso che ultimamente è stato visto aggirarsi proprio in questa zona.



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