Quei fiori di prato scampati ad una fienagione più volte posticipata...

Moltissimi fiori... molti come raramente mi è accaduto di trovare nei prati dell'Alta Valle a metà giugno. Folte distese di margherite in piena fioritura sfuggite alla tosatura dei prati, ad una fienagione più volte rinviata per l'instabilità del tempo, per l'incessante susseguirsi di piogge e piovaschi durante questa meteorologicamente anomala primavera.

 

Ma non solo margherite, anche altri fiori. Fiori coloratissimi che, sparsi qua e là, rompono la verde monotonia del piano e di primi pendii della valle: sono gerani, trifogli, erba del cucco, campanule, diverse ombrellifere e qualche altra specie che non conosco.



Una policroma varietà che attrae, che invita a percorrere la strade e le stradine che costeggiano o che dividono i prati di fondovalle o gli strette mulattiere che iniziano ad inerpicarsi sui bassi versanti tra terreni coltivati e terreni boscati. Sollecitano a muoversi, a fare quattro passi nelle praterie, tra l'erba alta e matura... a fare rapide sgambate sulle piste che delimitano i lotti prativi o su quelle che li penetrano a fondo, a chiudere dei giri ad anello... sempre immersi in un verde che tende ormai al giallastro, un verde picchettato dalla brillante policromia dei fiori che si asciugano al sole dopo l'ennesimo acquazzone.



L'ennesimo acquazzone...... Un susseguirsi così continuo di giornate fredde e piovose come quelle di questo di aprile e di questo maggio non è una allarmante novità, è un fatto normale, sempre accaduto seppure raramente anche in passato. Così per le nevicate (talvolta vere e proprie tormente di neve) che più volte in questa primavera hanno interessato non solo l'alta montagna (abbondantissime), ma anche il fondovalle.



Freddo persistente, vento, piogge continue e neve fuori stagione vanno considerati (o meglio sono sempre stati considerati) delle bizzarrie primaverili, delle bizzarrie meteorologiche destinate a verificarsi di tanto in tanto. Accadimenti che rientrano in una normale sequenza climatica di lungo periodo. 



Eventi “da mettere in conto”, casualmente ripetitivi e non particolarmente preoccupanti ma solo molto spiacevoli; eventi così “spiacevoli” da essere contrassegnati come dalle maledizioni (“Maledetta primavera!”e ben altro...) dalla popolazione, dagli operatori turistici e soprattutto dagli agricoltori che vedono compromessi i loro raccolti di fieno, di ortaggi e di frutta.



Ma sarà proprio così? A ben guardare, da qualche decennio, le singolarità climatiche (e quindi anche questo lungo periodo freddo, ventoso, piovoso e nevoso) non sono proprio una rarità... Gli eventi meteorologici estremi di varia natura si sono fatti sempre più intensi e più frequenti interessando l'intero anno, tutte le stagioni, non solo la primavera...



Che il clima stia cambiando è innegabile, e io sono propenso a pensare che anche l'andamento meteorologico di questa strana primavera 2024 non sia solo un evento episodico ma che (pur non avendone le prove) possa rientrare nel quadro complessivo della mutazione climatica in atto. Lo credo e lo dico, anche se non posso avere certezze (ma chi le ha?). La mia, quindi, è solo un'opinione... basata però sull'osservazione di quanto sta succedendo, una convinzione suffragata da molti indizi.



In ogni caso meglio essere cauti, rifarsi al “principio di precauzione” e davanti a tanti anomali eventi (compresa questa brutta primavera), riflettere su quello che potrebbe accadere in un futuro non lontanissimo se non si interviene subito e drasticamente limitando l'ulteriore immissione di gas serra nell'atmosfera... Impegnarsi, partecipare in prima persona per quanto possibile... Fare... perché soltanto maledire questa anomala primavera non serve assolutamente a niente....



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