In Val Piana a fine aprile

Dopo i mesi invernali che ho trascorso lontano sono ritornato, ormai da alcune settimane, in Val di Sole... e oggi, alla fine d’aprile, partendo da Ossana, ho raggiunto, con mia figlia, la Val Piana, smanioso di poter nuovamente ammirare il suo alpestre paesaggio, impaziente di perdermi nei suoi pascoli appena rinverditi e nei suoi policromi boschetti...



Sono arrivato quassù salendo per la scenografica scorciatoia del “sinter dela lec”“sinter dela lec” e ora, all’altezza del capitello di S. Antonio, attraversata “la Fos” (rio Foce), raggiungo i “pradi alti” percorrendo per un breve tratto l’antica mulattiera del “Selvat”.



Quale migliore punto di partenza per questa mia passeggiata in Val Piana dei “pradi alti”? Da quassù, da questo piatto rilievo il panorama si apre sull’intera valle svelando il tortuoso tragitto del torrentello che l’attraversa, rivelando l’estensione delle superfici pianeggianti a pascolo e a bosco tutte interamente racchiuse da ripidi pendii, che, sul fondale, si dissolvono nelle pareti rocciose delle cime Caldura, Giner e Venezia ancora quasi totalmente innevate.



Un paesaggio ameno, rilassante, un ambiente che amo da sempre... quieto, silenzioso. Un luogo a cui mi legano tanti giovanili ricordi...



Un piccolo paradiso, soprattutto ora, in primavera, quando questa piccola valle non è invasa da turisti e valligiani. Più avanti, in estate, la sua silenziosa distesa verrà inesorabilmente occupata da da una smisurata, se pur legittima e più che comprensibile presenza umana che inevitabilmente finirà con l’infrangere la sua tranquillità, violando uno degli aspetti che, ai miei occhi, la rendono tanto seducente.



Avanzo lentamente percorrendo per intero i “prati alti” poi scendo sul fondovalle dove proseguo sia sul pascolo che, a tratti, sulla strada bianca e da ultimo su di uno stretto sentiero che costeggia il rio fino ad inserirmi sulla mulattiera che porta alla cascata del “Sas Pisdor”“Sas Pisdor”. Un percorso non programmato, suggerito solo da ciò che al momento mi attrae, dal desiderio di scoprire e di immortalare la bellezza della Val Piana da punti diversi, da diverse angolature.



Cosa mi attrae? Mi attrae la vista delle cime ben illuminate, nitide e candide di neve così cromaticamente differenti dall’ampio fondovalle alle prese con una ritardata e difficoltosa ripresa vegetativa. Mi attrae il verde intenso e brillante delle chiome degli abeti rossi in netto contrasto con le ramaglie di betulle e di ontano ancora quasi prive di foglie e solo ricche di grigiastri licheni... mi attrae l’inconsueta forma di una isolata roccia bizzarramente emergente dal piatto fondovalle... e mi attraggono gli antichi muretti a secco rivestiti di muschio che risalgono il pendio a pascolo in direzione della malga… …



Sul piano e sui verdi declivi mi attraggono i fiori di fine aprile, illuminati dal sole del mattino. Molti crochi, qualche anemone, primula e viola... che vale la pena di attardarsi a fotografare anche se la luce non è delle migliori.



Questo e altro è quello che mi attira spingendomi a continue deviazioni dal percorso canonico, dal tragitto più breve per arrivare alla malga, meta ultima, la più lontana, di questa mia primaverile uscita.



Risalgo zigzagando il pendio erboso e raggiungo una malga di Val Piana desolatamente chiusa e silente. Abbandono quindi la malga e le sue distese erbose e mi dirigo verso il fondovalle scegliendo il tracciato canonico... la strada bianca.... Sul piano percorro a ritroso la valle seguendo il corso del torrente immerso nella rada macchia di conifere che lo costeggia sulla sponda sinistra. Mi perdo nel verde... in una lunga distesa di verde tenero, una distesa di muschi e di mille virgulti appena spuntati ai piedi degli abeti…



La primavera sembra finalmente iniziare ad avanzare anche a queste quote, anche nel bosco, anche quassù, in Val Piana...

E’ un ritorno alla vita... Dopo il lungo inverno trascorso lontano, dopo la forzata inattività, mi sento rinascere…...



Tutte le foto sono in Google Foto







Nessun commento: