Nel Parco Nazionale dello Stelvio nel periodo degli amori
del camoscio.
Nell’ultima decade di ottobre la neve è scesa sui monti della valle sfiorando i paesi posti più in alto. Poi, con il ritorno del sole, la neve si è in parte squagliata attestandosi ben oltre i 2000 metri dove era caduta in quantità. Anche in Val de La Mare la neve ha fatto la sua abbondante comparsa ed è ancora presente nelle zone permanentemente in ombra ed alle quote più elevate
Anche l'avvallamento del Lago della Lama, a metà strada tra Malgamare e il lago artificiale del Careser, a circa 2300 m di altitudine, è coperto dalla neve. Un discreto strato, qua e là segnato dalle impronte dei cervi ma soprattutto da quelle dei camosci che colonizzano i dintorni e attraversano frequentemente la conca, a volte sostandovi a pascolare e a riposare. Sono salito quassù, in riva al laghetto, proprio nella speranza di poter osservare da vicino questi stupendi animali che in questi ultimi giorni di ottobre danno inizio alle loro, più o meno spericolate, esibizioni amorose.
In realtà i maschi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi delle femmine fin dai primi di ottobre ma solo più avanti, in questo periodo, cioè verso la fine di questo mese ma soprattutto durante il mese di novembre e oltre, entrano in concorrenza tra di loro, stabiliscono le gerarchie imponendo aggressivamente la propria supremazia e con essa la possibilità di accoppiarsi con le camozze quando entreranno in calore.
E’ questo infatti il tempo in cui, con po’ di fortuna,si può assistere a scontri più o meno cruenti tra i maschi più robusti ed a vertiginosi inseguimenti sulle cenge, sulle rocce strapiombanti, sui ghiaioni e sui ripidi pendii erbosi, tra i camosci di pari gerarchia impegnati a imporre il dominio sulle femmine e quindi la possibilità di riprodursi.
Però non è facile trovarsi nel momento giusto e nel posto giusto per poter osservare queste straordinarie esibizioni. Purtroppo in questa occasione, in prossimità del Lago della Lama, gli esemplari presenti erano pochissimi. Nella cembreta si aggiravano solo alcune femmine di cui una con un cucciolo dell’anno. Due bei maschi comparivano di tanto in tanto, mai però contemporaneamente. Questi due camosci evidenziavano chiari segni di eccitazione: postura intimidatoria verso le femmine, atteggiamenti di imposizione con collo e testa eretti e trofeo in risalto, pelo e barba dorsale rizzati, movimenti rigidi, a scatti. Scrollavano a tratti la muscolatura in segno minaccioso e marcavano il territorio con l’acre esalazione dell’orina con cui avevano intriso il mantello dell’addome.
E’ stato appassionante osservare per oltre due ore i comportamenti di questo piccolo gruppo di camosci che facevano, di tanto in tanto, la loro comparsa uscendo dalla fitta cembreta. Nei momenti di pausa, quando gli animali scomparivano inoltrandosi nel bosco, mi abbandonavo ai ricordi, osservando i monti che circondano il lago, e che in passato avevo allegramente e con facilità “conquistato”, il Vioz, il Palon de la Mare, il Cevedale e più distante la Presanella. Tutte cime che si presentano ora, a fine ottobre, abbondantemente rivestite di neve e con ai loro piedi i pascoli e i boschi nella loro coloratissima veste autunnale.
Il bianco delle cime, il blu intenso del lago, l’azzurro del cielo, il verde vigoroso dei pini e degli abeti, l’ambrato dei larici e più in basso il giallo delle latifoglie e il verde ancora tenero dei prati di fondovalle… poi nuovamente l'apparire improvviso, sulla neve, dei camosci nel loro scuro mantello autunnale : stupendo, luminoso autunno sui monti della valle… e quanti i ricordi di giovanili avventure in queste zone…
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Pentax K5 con obiettivo Pentax 300 mm f4.0 e Pentax zoom 18-55 mm f 3.5-5.6
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