Novaia

"El Gioanin de Novaia"


Novaia, nel comune di Commezzadura, è una località posta a monte della frazione di Mastellina sul ripido versante a mezzogiorno della vallata. E’ ben visibile dal basso con il grande edificio che spunta, lassù, poco a monte dell’abitato, dove il bosco scosceso spiana cedendo il posto ad un grande prato per riconquistare poi le erte e a volte rocciose scarpate, su, su, fino ai pascoli alti.

Ho visitato Novaia in compagnia del mio amico giungendovi da uno stretto sentierino che si diparte da Deggiano. Novaia è comunque raggiungibile anche salendo per una mulattiera direttamente da Mastellina o più comodamente per la strada forestale che si imbocca in corrispondenza al secondo tornante della “comunale” che porta a Deggiano. Proprio disquisendo sulla realizzazione di questa  strada forestale, avvenuta all’incirca una quindicina di anni fa, il mio amico mi ha parlato del “Gioanin” che abitava nella casa di Novaia e che a lungo si era opposto alla costruzione di questa nuova via di accesso alla sua tenuta. Gioanin (o Giovanin?) temeva che la strada portasse chissà quali sconvolgimenti nella sua isolata realtà. Singolare personaggio “el Gioanin”, secondo quanto mi racconta il mio amico… Molti gli aneddoti ma anche i “si dice” intorno alla figura di questo uomo “antico”, purtroppo scomparso già da alcuni anni…

Se ho ben compreso Gioanin fu l’incarnazione della resistenza alla modernità, ai "tempi nuovi", a molti aspetti del cosiddetto progresso... Fu la personificazione, quasi l’emblema di un modo di vivere lontano, superato... e il Gioanin lo fu soprattutto durante l’ultimo periodo della sua vita quando in valle tutto stava vertiginosamente e radicalmente cambiando... “El Gioanin” con il suo perseverare nel condurre un’esistenza isolata impersonò la sopravvivenza di un’epoca in cui abitare nei masi sulla montagna distanti dagli abitati non era certo un fatto inconsueto. Con il suo modo di vivere così fuori dal tempo incarnò il ricordo di un’era in cui l’agricoltura di sussistenza, l’autosufficienza alimentare, erano essenziali per la sopravvivenza della famiglia... fondamentali per campare, per tirare avanti...  In definitiva Giovanin rappresentò la memoria del vecchio mondo contadino che stava scomparendo.

“El Gioanin”, mi racconta l’amico, ha trascorso tutta la vita isolato a Novaia, nella sua estesa proprietà, in compagnia prima della famiglia di origine (genitori e quattro figli) poi della sola sorella. L’edificio, ora abbandonato, era l’abitazione di Gioanin, ma anche fienile e stalla per il suo bestiame. Allevava mucche, capre, conigli, galline… teneva le api… coltivava campi di patate, segale, orzo, mais, frumento… e macinava i cereali con il suo piccolo mulino elettrico, unica concessione alla moderna tecnologia. Coltivava l’orto con sementi antiche che riproduceva di anno in anno conservando varietà di ortaggi rari o ormai scomparsi… Coltivava erbe officinali e raccoglieva erbe medicinali con cui si curava… Portava il latte, giù al caseificio di Mastellina dove volentieri si fermava a  chiacchierare.
Si perché era un uomo aperto, molto socievole e pur vivendo isolato nel suo dominio, nel suo rifugio sopra il paese era loquace e incantava chiunque con “detti” antichi, proverbi per ogni occasione, filastrocche e canzoncine che cercava di tramandare oralmente ma che ormai ben pochi ricordano. Quassù vennero (così si dice) personaggi molto noti dell’intrattenimento televisivo e politici nazionali di primo piano per conoscerlo e per strappargli qualche segreto.
E ora di tutto ciò cosa rimane… Il bosco ha conquistato la maggior parte del terreno che il Giovanin coltivava… L’appezzamento a prato che circonda la casa e che originariamente doveva essere terreno arativo, sembra venga ancora falciato… chissà da chi. Nel piccolo orto recintato e addossato all’edificio crescono le infestanti ma si distinguono ancora una grande pianta di rabarbaro, delle tagete e un enorme cespuglio di alloro che si riscalda sulla calda facciata a mezzogiorno.

Solo il Gioanin poteva riuscire ad allevare un alloro così vigoroso a queste quote! Nel prato sono ancora numerosi i vecchi alberi da frutta abbandonati, inselvatichiti e in parte rinsecchiti, sono preziose, antiche varietà di ciliegio, melo e pero.
Una incantevole desolazione… e quanto sole, quassù a Novaia… e un panorama stupendo sulla valle che fa sognare e che invoglia a fermarsi qui per sempre... e così ben si comprende come “el Gioanin” sia voluto restarsene quassù fino alla fine dei suoi giorni.



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1 commento:

annalisa ha detto...

"GIOANIN DA NOVAIA" Era il suo nome comune per tutti noi...Cavallari il suo cognome...era cugino di primo grado di mio papa'...quanti the al Karkade' ho bevuto in quella casa nella mia infanzia...e se la zia Mery (mamma di gioanin) aveva fatto i "bracedei" era il massimo....morbidi si scioglievano in bocca...una spalmata del miele di casa...i giacinti fioriti a marzo al riparo della casa...i monini (capretti) che uscivano barcollanti dalla stalla...le pannocchio da latte (poche perchè doveva maturare e poi essere macinato)...il grano saraceno da macinare
La sorella Adelina vive presso la RSA di Malè, ancora in discreta salute...Marcellina invece è deceduta a settembre 2015...quanti bei ricordi mi ha rievocato questo articolo....grazie