Da Fazzon al “Rifugio” Artuich
Facile e panoramico itinerario da
Fazzon al “rifugio” Artuich.
"Rifugio" come eventuale punto di partenza per escursioni più lunghe ed impegnative: salita al Passo di Val Gelada con discesa ai Lago Gelato, di Serodoli e Nambrone o ascensione alla Croce della Pace – Monte Gardene o per tracce traversata alla Val Baselga.
"Rifugio" come eventuale punto di partenza per escursioni più lunghe ed impegnative: salita al Passo di Val Gelada con discesa ai Lago Gelato, di Serodoli e Nambrone o ascensione alla Croce della Pace – Monte Gardene o per tracce traversata alla Val Baselga.
Di buonora da Pellizzano raggiungo
Fazzon in auto con il mio amico seguendo le indicazioni per il Lagodei Caprioli. Poche centinaia di metri prima del lago imbocchiamo
sulla sinistra la strada forestale che porta alla Malga Alta e quasi
subito parcheggiamo in un piccolo slargo posto in corrispondenza al
divieto di transito per i veicoli non in possesso dell'apposita
autorizzazione.
Ci avviamo a piedi sulla comoda strada
sterrata che sale nel bosco di conifere, frequentatissimo già al
primo mattino da torme di fungaioli. Proseguiamo fino a
raggiungere una vasta e verdissima radura. Sono i “grasi”,
il pascolo della Malga Alta di Pellizzano, malga che si intravede
lassù, in alto dove il bosco succede nuovamente al prato.
Grande e pulita la Malga Alta di
Pellizzano, ristrutturata e ben tenuta... Funge da punto di ristoro e
spaccio dei prodotti della lavorazione del latte... Bello il panorama
sulle cime del versante solatio della valle che da quassù si inizia ad
intravedere e sugli alti monti della Val di Pejo...
Proseguiamo sulla strada forestale che
sale tra gli abeti e i larici illuminati in controluce dai raggi
radenti dal sole ancora basso. Avanziamo sulla comoda strada
forestale... sempre più su, in un fitto bosco di conifere che limita la visuale sulla valle e sulle sue montagne... poi, più avanti, la strada si fa più stretta, una larga mulattiera
che taglia il ripido versante. La vegetazione arborea si fa più
rada, con larici e cembri d'alta quota e finalmente la vista si
apre... il panorama si apre sull'imponente Cima Vioz, sul Cevedale, sul Taviela,
sul Cadini… Bellissimo...
...e ci siamo quasi. Raggiungiamo un
piccolo pianoro, una verde radura erbosa immersa nel bosco,
percorsa da un minuscolo ruscello zigzagante e dominata da un ripido versante coperto da larice e ontano verde e più su... rocce e creste
scoscese... più in basso una piccola baita tra le piante e poco più
in alto la malga Artuich che si inizia appena, appena a distinguere. Ancora
poche centinaia di metri accompagnati dallo scampanellio dei
campanacci del bestiame al pascolo ed eccoci finalmente difronte al “rifugio”...
...che non è un vero rifugio ma un
edificio, non recentissimo, risistemato e in parte adibito a bivacco
aperto a tutti.
Il “rifugio” è racchiuso da una
staccionata che delimita un angolo di pascolo. Al suo interno un
tavolo con panche, un barbecue, una fontana e... un rivo che
percorre il piccolo recinto. Le manze che pascolano nei dintorni del
“rifugio” e della vecchia malga in compagnia di due asini non
possono certo avvicinarsi all'escursionista per disturbare il suo
pasto o il suo riposo.
Il luogo ha un suo fascino... il
rustico “rifugio”, la malga antica, le mucche al pascolo, il
bosco rado d'alta quota, le creste rocciose e acuminate che
incombono... ma il panorama non è spettacolare. Ci troviamo chiusi sul fondo di un avvallamento e la vista non può certo spaziare su
vasti orizzonti. Basterebbe proseguire, salire almeno un poco sulla
via della Val Gelada o delle cime soprastanti e certamente si
aprirebbe una ben altra visuale.
Discendiamo percorrendo il sentiero che
si diparte sulla sinistra, appena, appena dopo il “rifugio” (203)
e che subito si inoltra pianeggiante nel bosco per prendere a
precipitare, ben presto, lungo il ripidissimo versante. Sentiero che
richiede un minimo di attenzione per non inciampare o scivolare sui
massi bagnati. Ma eccoci su di un pianoro verdeggiante a
cui ne segue, dopo una ulteriore ripida discesa un secondo decisamente più
esteso. Sono due, paesaggisticamente e floristicamente, interessantissime zone umide che rappresentano, assieme allo stupendo
panorama sui monti della Val di Pejo oltre che sulle cime Vegaia e
Boai, le principali attrattive di questa nostra escursione.
La seconda e più ampia zona
pianeggiante è denominata “Lago di Stablò” ed è veramente
incantevole con il largo torrentello che scorre placido nel vede
intenso dell'alta vegetazione palustre.
Scendiamo ancora fino alla località denominata
“Regina del bosco” dove, accanto ad una terza, più piccola, zona
umida, sorge all'ombra degli abeti una costruzione in legno, oggi
chiusa ma un tempo forse adibita a punto di ristoro. Da qui una
strada forestale ci conduce rapidamente alla Malga Alta di
Pellizzano dove eravamo transitati al mattino presto. Ora, nel primo
pomeriggio, il prato che separa la costruzione dal bosco soprastante
brulica di turisti che si accalcano crogiolandosi al sole... sembra che tutti
cerchino compagnia e sicurezza raccogliendosi e ammassandosi nei
pressi della malga... Durante la nostra non brevissima camminata oltre la malga, nella zona di Artuich e Lago Stablò, abbiamo incontrato solo tre
escursionisti (due più uno e non più giovani...), un fungaiolo e una
famigliola intenta a pranzare accanto all'edificio “Regina del
Bosco”. Peccato, perché questi monti meriterebbe davvero una
maggiore frequentazione.
Guarda tutte le fotografie in "Google Photo"
Nessun commento:
Posta un commento