Panoramica escursione sui monti di Bolentina






Al “Mas de la Cros”, a “Malga Senage” e più su, verso il “Bivacco Marinelli”

Approfittando della totale assenza di neve sotto i 2000-2300 m di altitudine, decido con il mio amico ad esplorare una zona del tutto sconosciuta, una zona da noi mai calpestata. E' il sito ricco di boschi e di ampie radure a pascolo che si estende lungo il ripido spartiacque alla biforcazione tra la Val di Sole e la Val di Rabbi, sui pendii che ben si possono osservare risalendo in auto la valle dal paese di Caldes verso Malè.
Punto di partenza per la nostra camminata è Bolentina, antico, caratteristico villaggio posto a mezza costa sul versante solatio della valle, frazione spopolata di Malè ma un tempo, non molto lontano, densamente abitata da una numerose famiglie dedite ad una agricoltura povera, una agricoltura di sola sussistenza.
Raggiungiamo quindi Bolentina percorrendo la strada provinciale che sale da Malè e che da tempo ha sostituito la ripida mulattiera che lo collegava al fondovalle.
E' inverno e non c'è nessuno per le strade del paese, non incontriamo anima viva... I residenti sono ormai ben pochi. Solo in estate il paese si rianima. Sono i "forestieri" che, attratti dalle rustiche architetture del minuscolo centro storico, dall'esposizione solatia e dal bel panorama, hanno acquistato e ristrutturato vecchi masi e antiche abitazioni ed eretto seconde case (purtroppo spesso discutibili sotto l'aspetto paesaggistico...). Ma non solo... sono pure gli “oriundi” che volentieri ritornano al paesello d'origine per riscoprire le loro radici e ricordare i tempi lontani della loro infanzia.




Posteggiamo il piccolo suv nel parcheggio posto oltre il centro abitato all'imbocco della strada che conduce alla Chiesa di San Valentino arroccata fuori paese e di cui ho già scritto in un altro post. Potremmo proseguire in auto, ancora per un lungo tratto fino al “Mas de mez” ma per questa prima nostra gita esplorativa preferiamo avviarci a piedi sulla lieve salita asfaltata che sale verso “Piazza Merendaia” tra prati e boschi di conifere.


Siamo in gennaio ma se non fosse per la temperatura alquanto rigida potremmo pensare ad un inizio di primavera... Il prato appena a monte del paese, ben tenuto da alpicoltori di frontiera (gli ultimi ma che evidentemente non intendono “mollare”) è bruciato dal gelo, è nudo, privo di quel manto nevoso che sempre, in passato, lo aveva protetto.
Un sole languido inizia finalmente ad occhieggiare. Spunta dal crinale boscoso delle propaggini settentrionali del gruppo dolomitico del Brenta incuneate tra la Val di Sole e la Val di Non. I suoi deboli raggi iniziano a rischiarare il versante lambendo i tetti rossastri delle casa e dei masi di Bolentina.
Dalla strada si gode un panorama di ampio respiro. La vista si estende sul gruppo del Brenta verso il Passo di Campo Carlo Magno e sui monti del gruppo Presanella che delimitano sulla destra l'alta e la media valle fino all'abitato di Dimaro. Ma non è un paesaggio invernale. Solo le cime più alte sono bianche di neve... L'aspetto quasi estivo dei versanti in ombra, coperti da selve oscure di conifere, è rotto da lingue candide, perfettamente bianche. Sono le piste da sci innevate ad arte dai costosi e inquinanti cannoni “sputaneve”. Il turismo monocoltura, il turismo unidirezionale supplisce così, artificiosamente, alla carenza di precipitazioni che sempre più caratterizza l'autunno e l'inizio d'inverno di questi ultimi anni... Gli esperti ci dicono che la causa va ricercata nel cambiamento climatico in atto, cambiamento ormai irreversibile... ma molti ancora non vogliono crederci. 






Raggiunta la località “Mas de mez” abbandoniamo la strada forestale che prosegue verso “Piazza Merendaia” ed imbocchiamo lo stretto sentiero (109 bis) che si inerpica ripido nel bosco.






Si avanza faticosamente tra larici ed abeti rossi... poi il sentiero si fa meno erto, spiana alquanto, attraversa un pascolo alberato e si apre sulle radure del “Mas de la cros” intersecando la strada sterrata che sale da "Piazza Merendaia".






Il maso o meglio la malga, perchè di questo si tratta, è ora ben visibile al centro del pascolo. E' raggiungibile seguendo la strada che poi prosegue anche oltre, verso la "Malga alta di Bolentina". Noi preferiamo salire direttamente arrancando sul ripido prato.






Abbandonata quindi la strada bianca puntiamo direttamente alla “croce” che spicca accanto ai rustici edifici sullo sfondo giallo dell'erba secca del pascolo.








... ... E raggiungiamo il “Mas de la cros”.





Sono edifici, quelli del maso, in ottime condizioni che sembra siano stati ricostruiti o almeno totalmente recuperati e ristrutturati da pochissimo tempo. Una minuscola vecchia costruzione accanto al maso è aperta e agibile: un sicuro riparo invernale con sedie, tavolo, cucina economica a legna, fornello a gas...






Proseguiamo riprendendo a salite sul prato erto diretti alla “Malga Bolentina alta” che però ancora non riusciamo a scorgere. Evitiamo la strada e quindi avanziamo lentamente e faticosamente ma...







...siamo estasiati dal panorama che si fa sempre più ampio, quasi, quasi sconfinato... panorama sul Brenta, sui monti della val di Rabbi...






...ma soprattutto verso est oltre la Val di Non, al di là del Monte Roen, del Penegal, fino al gruppo Rosengarten-Catinaccio... e chi più ne ha (o ne conosce) più ne metta...







Ora finalmente ci appare la “Malga Bolentina alta”, più correttamente chiamata “Malga Senage”...







...e verso valle il panorama si apre ulteriormente, panorama veramente mozzafiato.







... ... Ma eccoci a “Malga Senace”.







Edifici rustici, più vecchi rispetto a quelli della malga situata più a valle ma in buone condizioni, ben conservati e mantenuti e sicuramente agibili.






Mezzogiorno si avvicina. Decidiamo comunque di proseguire e lasciata la malga alle nostre spalle ci avviamo sul sentiero che porta al “Bivacco D. Marinelli” e quindi in vetta sul “Cimon di Bolentina”






Sentiero ripido, almeno nella sua parte iniziale, e la voglia di salire, considerata anche l'ora, a poco a poco si attenua, scema, scompare... e la voglia di proseguire non c'è proprio più...






Per oggi basta così... ci accontentiamo così... Osserviamo il bivacco in lontananza, riproponendoci di raggiungerlo in primavera quando gli anemoni e i crochi saranno in piena fioritura.







Ci accontentiamo... e ammiriamo la “Cima Camocina” bianca di neve e ormai così vicina... così "a portata di mano" o meglio a portata di piede.







Ci accontentiamo e ammiriamo il panorama che si apre ormai anche verso ovest, verso la “Presanella"... e...







...e poi, riposati e ristorati, iniziamo la discesa, il ritorno verso “Malga Senecia”...







...e quindi veloci verso il “Mas de la cros” e oltre, sempre più giù, sempre più a valle...






Discendiamo percorrendo il pascolo ma inoltrandoci anche nel favoloso rado lariceto che costeggia i prati, nell'affascinante pascolo alberato frutto delle secolari cure dei rustici allevatori di Bolentina e del vicino abitato di Montes.





Giunti a valle del “Mas de la cros” decidiamo di non seguire il percorso del mattino (109bis) ma procediamo sul sentiero (109) che discende lungo l'ampio crinale tra pascoli e boschi radi di conifere. Così arriviamo rapidamente a "Piazza Merendaia" evitando di percorrere la strada bianca, più comoda ma molto più lunga.





A questo punto, dopo una meritata pausa ristoratrice, torniamo a valle seguendo inizialmente il sentiero e poi la strada che  chiude al "Mas de Maz" il nostro percorso ad anello, anello però solo parziale...   Raggiungiamo quindi il parcheggio di Bolentina, sull'asfalto già calpestato al mattino.








Avremmo potuto esplorare ulteriormente questa panoramica zona deviando durante la discesa verso la sconosciuta “Malga di Bolentina Bassa” posta sul versante della val di Rabbi... 
Ma abbiamo ritenuto di riservare questa meta alla prossima primavera-estate... Ci siamo detti: “sarà per la prossima volta...”



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