Primavera 2017.
A volte si rimane senza fiato... quasi increduli di fronte alle manifestazioni che la natura ci offre. Ma cosa ci coinvolge, cosa ci affascina di più? Senza dubbio la bellezza, lo splendore di ciò che ci appare ma non solo, talvolta si rimane sorpresi soprattutto dalla percezione del mistero che pervade la natura, quasi stregati dall'enigma insito negli eventi naturali. Si rimane esterefatti davanti al magico succedersi degli accadimenti della natura. Basta guardarsi attorno, saper osservare e si può davvero restare sbigottiti...
A volte si rimane senza fiato... quasi increduli di fronte alle manifestazioni che la natura ci offre. Ma cosa ci coinvolge, cosa ci affascina di più? Senza dubbio la bellezza, lo splendore di ciò che ci appare ma non solo, talvolta si rimane sorpresi soprattutto dalla percezione del mistero che pervade la natura, quasi stregati dall'enigma insito negli eventi naturali. Si rimane esterefatti davanti al magico succedersi degli accadimenti della natura. Basta guardarsi attorno, saper osservare e si può davvero restare sbigottiti...
Così, girovagando in marzo, lungo le
stradine che costeggiano il bosco o che vi penetrano aprendolo e lasciando
filtrare tra gli alberi la luce e il calore di un sole ormai alto, si
può assistere ad una magica esibizione ben orchestrata da madre
natura... ad un vero prodigio...
Sul terreno bruno, spoglio, ricoperto
solo di foglie morte, secche o ancora umide di neve sciolta,
compaiono, quasi all'improvviso, mille stelline, mille puntini
vivacemente colorati di azzurro, di blu e di viola. Sono i piccoli
fiori che annunciano la fine dell'inverno, l'arrivo della primavera.
Sparsi in grandi chiazze dove la vegetazione arborea si fa più rada,
ben protetti dai cespugli di nocciolo, animano il sottobosco con il
loro sorprendente vivace colore. Rallegrano un bosco opaco, scuro,
smorto, quasi volessero invitarlo a risvegliarsi dal letargo
invernale, invitarlo a rivestirsi di verde, del verde tenero della primavera.
Ogni fiore uno stelo e una corolla... ma mancano le foglie... foglie che compariranno lentamente, tra qualche giorno.
Foglie coriacee, stranamente trilobate. Ed è appunto da questa originalissima forma
delle foglie che questa piantina fiorita prende il suo nome: “Anemone triloba”
o “Anemone hepatica” (dalla forma ma anche dal colore delle foglie), pianta
volgarmente soprannominata “erba trinità”.
La fioritura è breve, dura una settimana o poco più. Di sera e al mattino di buonora o quando piove
i fiori sono chiusi. Gli insetti che li visitano prelevano
solo polline perché sono fiori del tutto privi di nettare. I frutti sono
palline villose che le formiche raccolgono e diffondono nei
dintorni.
Il fiore dell' “Anemone triloba”
osservato da vicino è proprio bello, grazioso nelle sue forme
semplici, nelle linee elementari della sua corolla... ma soprattutto
ciò che più colpisce è la sua capacità di materializzarsi all'improvviso, in grande numero di esemplari sparpagliati sul terreno invernale, nudo e freddo, la sua capacità di risvegliare
il sottobosco rallegrandolo con la sua estesa e colorata fioritura.
Un vero miracolo della natura. Un
prodigio che per certi aspetti ti può anche mandare in crisi...
Viene infatti da chiedersi chi ha inventato e chi gestisce ad ogni inizio di primavera questa affascinante magia.... come tante altre... Mistero. Impossibile trovare una
risposta razionale. La domanda resta inevitabilmente insoddisfatta ma rimane comunque l'incanto, lo
stupore, la meraviglia... e la gratitudine per questo spettacolo.
1 commento:
... quando si dice "forza (e meraviglia) della Natura"! Buona Pasqua, buona primavera e buona Montagna.
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