Passeggiate tra i fiori al tempo del coronavirus



Fiori bellissimi e in gran quantità quest'anno lungo le stradine che si dipartono dal paese inoltrandosi in mezzo ai prati e costeggiando i primi pendii dei versanti boscosi. Chiazze variopinte, colori squillanti nel verde deciso dell'erba robusta e ormai alta.
Siamo alla fine di maggio e, tempo permettendo, tra pochi giorni questo ambiente policromo è destinato a scomparire. L'erba fiorita verrà tagliata e tramutata in foraggio. Al sole di giugno si trasformerà in fieno. Dispiace ma è inevitabile e necessario che sia così…




Non pensiamoci e, per il momento, godiamoci questo variopinto panorama percorrendo, magari anche più volte al giorno, le stradine di fondovalle che sono così invitanti, comode e vicine a casa. Brevi e salutari camminate, percorsi minimi, giri senza meta, che possono comunque rivelare piacevoli sorprese se si guardano i dintorni con attenzione e interesse, se si osserva con la mente aperta alla considerazione anche delle “piccole cose”, con l'animo predisposto allo stupore davanti alle minuscole meraviglie della natura.




E questo soprattutto ora, assillati come siamo dal timore del contagio, oppressi dalla preoccupazione, ossessionati dal dover costantemente indossare la “mascherina”...
Ma durante le nostre peregrinazioni la “mascherina” possiamo anche abbassarla...
La “mascherina”... sulle stradine deserte alla periferia del paese la mascherina riusciamo perfino a dimenticarla, a dimenticare di averla con noi.




Durante le nostre passeggiate sui sentieri che delimitano gli appezzamenti erbosi raramente si incontra qualcuno e così la mascherina non serve e liberi dal “tormentone” riusciamo a concentrarci sull'ambiente che ci circonda, sui prati punteggiati di cento colori, sui fiori sbocciati con il ritorno del sole dopo la pioggia della notte, sgomberando la mente dall'asfissiante affanno del coronavirus, dal soffocante pensiero del covid 19. Grazie alla bellezza che la natura ci regala possiamo conquistare qualche minuto di libertà, possiamo ritrovare la libertà perduta.




Sono moltissimi i fiori nel verde dell'erba, sono moltissimi in una molteplicità di specie ognuna tipica di uno specifico ambiente tra i tanti che si susseguono sul piano e sui primi pendii dei versanti. Sono un inno alla biodiversità di cui tanto si parla. Essenze amanti del sole o dell'ombra, dei suoli asciutti o intrisi d'acqua, fertili o sterili, argillosi o sabbiosi... fiori in campo aperto e fiori nascosti tra le fronde dei cespugli e i bassi rami delle giovani conifere ai bordi dei prati dove inizia il bosco.





Sono margherite, campanule, ranuncoli tra cui il ranuncolo botton d'oro, trifogli, garofani, erba del cucco, non-ti-scordar-di-me, dente di leone, ombrellifere varie... Questi i fiori più comuni che ben conosco ma ci sono molte altre specie di cui non so il nome, né volgare né scientifico, nome e cognome che comunque non ho alcuna intenzione di cercare sfogliando manuali e libri su libri. Il mio approccio, il mio girovagare nei prati in fiore nei dintorni del paese è ben poco curioso dal punto di vista botanico mentre invece lo è, e molto, dal punto di vista paesaggistico o, se vogliamo, estetico, dal punto di vista della bellezza...








La conoscenza è importante ma ciò che più conta, soprattutto ora, nel periodo della pandemia, è la bellezza: composizioni, forme e colori dei fiori nel sole che va e che viene, nella luce le nell'ombra, nel folto dell'erba brulicante di mille insetti diversi... Sì, perché la bellezza della natura che ci circonda, ci può molto aiutare durante il tempo del coronavirus, durante questi mesi così travagliati .... 



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