Con l’affacciarsi della
primavera anche nel mio prato alberato, un avvio lento e faticoso, ho
rivisto, oltre ai primi fiori, crochi e primule e ai primi uccellini,
cardellini, codirosso e ballerine, anche il mio amico pettirosso. Ma
era veramente il “mio amico pettirosso”, era veramente lui? Era proprio quel
pettirosso di cui ho scritto a lungo in un post di qualche anno fa?
Un post il cui titolo era (ed è), per l’appunto, “Il mio amico pettirosso”. Un post risalente all'ottobre del 2015, che altro non era se non una narrazione illustrata, un racconto, se così vogliamo
chiamarlo, ambientato nei pressi della zona orto della mia casa.
Come allora anche quest’anno,
seppure non in autunno ma all’inizio della primavera, mi si è avvicinato un pettirosso. E’ arrivato mentre mi riposavo, mentre cercavo
di riacquistare le forze, abbandonato sulla panca accostata alla
parete solatia della casa dopo la lunga sfacchinata di ripulitura
del mio frutteto... E come allora il pettirosso ha iniziato a
svolazzare vicinissimo. Si posava sul terreno aperto tra i primi fili
d’erba, tra le primule, tra i crochi e gli anemoni triloba per poi
subito volare sulla bassa e fitta ramaglia del pesco giapponese dove
si celava osservandomi senza mai perdermi
d’occhio.
Di tanto in tanto si allontanava, raggiungeva le piante
da frutto, i meli, i peri e i susini, da dove talvolta planava sulla
neve che ancora copriva la zona più fredda del prato e dopo aver
becchettato qua e là, faceva ben presto ritorno al cespuglione di
pesco giapponese ripigliando a guardarmi da vicino con grande
interesse, almeno apparentemente.
Di fronte ad una simile curiosità era impossibile non supporre che quel pettirosso potesse essere lo stesso esemplare che, seppure in modo alquanto diverso, sicuramente più irruento, mi aveva avvicinato nell’autunno di qalche anno fa. Era impossibile non immaginare che si trattasse del ritorno di quell'amico... non pensare all' “amico ritrovato”. Impossibile... non fantasticare, non illudersi... pur sapendo, pur essendo coscienti che in realtà l’ impossibilità stava proprio in una simile insensata coincidenza, pur essendo ben consapevoli dell’assurdità di un simile evento.
Quindi solo una fantasticheria…. ma che bello
sarebbe stato!
Come scrissi in quel post di alcuni anni fa, <<si
è spesso tentati di interpretare i comportamenti animali
umanizzandoli come se gli animali provassero i nostri stessi
sentimenti, provassero sensazioni ed emozioni perfettamente
assimilabili alle nostre.>>
Purtroppo non è così. Questo pettirosso
come
il
pettirosso “antecedente” <<mi
stava probabilmente controllando perché ero entrato nel suo
territorio occupandolo abusivamente e quindi anche se non dimostrava
particolari segni di aggressività cercava di ispezionare e tutelare
i suoi spazi vitali. Verosimilmente… ma forse questo anomalo
comportamento era dovuto a chissà quali altri motivi…>>
Ciò
detto mi
riesce comunque
difficile
non
persistere
nella mia illusione,
non
continuare
a credere
che il
pettirosso in
questione,
avvicinandomi
senza alcun
timore,
avesse
deciso di fare amicizia, o
meglio ancora,
di rinnovare
la
vecchia
amicizia
se si fosse trattato dello stesso pettirosso che avevo già conosciuto…
Questo
non è ma mi
piace pensare che
lo sia,
nonostante tutto.
Tutte le foto in "Google Foto”
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