L’inverno meteorologico (dal 1 dicembre al 28 febbraio) si è concluso da poco e sta per terminare anche quello astronomico… due inverni (in gran parte sovrapposti) assai tristi per tutta la loro estensione, avari di pioggia e di neve, caratterizzati solo dalla siccità e da temperature (spesso) troppo alte.
Le precipitazioni (finora) sono mancate anche in marzo e conseguentemente la popolazione ha iniziato a preoccuparsi seriamente... agricoltori e allevatori in primis. Ci si chiede se siamo di fronte ad un evento tutto sommato normale e accettabile che, di tanto in tanto, seppure raramente, può presentarsi nel corso dei decenni o se siamo di fronte ad uno di quei “moderni” e decisamente più preoccupanti fenomeni anomali prodotti dell’uomo, ad una ennesima manifestazione dia quel cambiamento climatico (che moltissimi ritengono) dovuto all’immissione di gas serra nell’atmosfera. Difficile stabilirlo con certezza (ma il principio di precauzione dovrebbe comunque farci prendere dei drastici provvedimenti, cosa che non si fa come non si è fatta negli anni passati).
Comunque sia, qualunque sia a causa di questa siccità, resta il fatto che le sorgenti buttano sempre meno acqua e che i torrenti sono in magra come non mai e questo nonostante che in questi giorni vengano alimentati dallo squagliarsi della neve (ben poca neve! E in buona parte artificiale) che ancora imbianca i monti alle quote più elevate.
Nulla si può fare. Probabilmente bisognava pensarci prima, parecchi anni fa… Per i momento non ci resta che sperare (e adattarci...), sperare che la situazione meteorologica cambi radicalmente, che al più presto arrivi la pioggia, pioggia in quantità tale da compensare le carenze precedenti. Nell’attesa limitiamoci a godiamoci quello che c’è, quello che, alle soglie dell'equinozio, ci offre comunque la valle. Godiamoci la nuova luce primaverile e il diffondersi dei nuovi profumi... il profumo dei fiori precoci che iniziano ad occhieggiare nei prati di fondovalle, crochi, anemoni e primule e... nelle macchie selvose, godiamoci pure l’effluvio appena percettibile delle foglie secche (foglie quest’anno certamente non marcescenti…) traforate dai primi stentati fili d’erba.
Adattiamoci e non disperiamo... Anzi, sempre che ci riusciamo, rallegriamoci di fronte al minuscolo evento accaduto a metà marzo, alla pioggia scesa per un’intera notte… una piccola cosa di per sé, ben poco efficace nel compensate l’asciuttezza che ci circonda ma, così vogliamo credere, presagio di altri più intensi e benevoli futuri accadimenti.
La pioggia di una notte, un tempo un evento quasi insignificante, un evento comune alla fine dell’inverno, oggi si presenta come un evento eccezionale, forse (o meglio probabilmente) unico per questo mese di marzo 2023. Un avvenimento di cui comunque ho subito approfittato camminando a lungo, al mattino a pioggia cessata, nei dintorni del paese, immerso nella nuova atmosfera... respirando a pieni polmoni l’aria diversa, un’aria umida come non mai... e beandomi dell’inconfondibile profumo della terra bagnata.
Alla mia uscita il cielo era ancora coperto, le nubi e le nebbie cominciavano appena a dissolversi aprendo qualche varco al sole, sole ancora debole che faticosamente e solo a tratti, iniziava a dominare la scena. Sole che solo più tardi riusciva a farsi bellissimo diffondendo ovunque quella luminosità che dopo la pioggia rendeva tutto l’ambiente particolarmente suggestivo, sicuramente molto più suggestivo di quanto lo fosse ieri, prima della pioggia.
I primi fiori primaverili coperti di minuscole perle d’acqua luccicavano ai suoi raggi mentre nell’ombra umidiccia quelle piccole perle restituivano l’immagine del bosco che vi si specchiava. Gocce limpide che come lenti vetrose ingrandivano, dilatando e deformando, le fragili venature dei petali delle primule su cui riposavano... o ingigantivano la tenue peluria grigiastra dei gattici, gli amenti del salicone.
Camminavo lentamente e osservavo perdendomi tra il bruno invernale e il verde nascente dei prati e delle macchie boscose… Camminavo cercando i primi fiori della stagione, fiori grondanti di pioggia… Mi soffermavo ad ammirarli, opachi nell’ombra del bosco chiuso o più luminosi, in controluce, trafitti da un sole ancora parzialmente velato. Una esibizione preziosa, rara per non dire unica nel clima asciutto di questa anomala stagione, di questo mese di marzo mai così avaro di precipitazioni. Uno spettacolo che non ho voluto perdere...
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