Siccità: tramonto sul torrente Vermigliana in secca

 

Questi alcuni frammenti di quanto scrissi nel mio post “Quando el Nos l’é rabios” pubblicato nel 2018:

Quando il fiume Noce, i suoi affluenti principali, i torrenti Vermigliana, Meledrio Rabbies, e i numerosi rii che vi si riversano precipitando dai ripidi fianchi dei monti, si gonfiano oltremisura, per le piogge persistenti o per degli improvvisi e tempestosi temporali, per la nostra zona sono guai seri... E i “guai” ci sono stati anche pochi giorni fa. Un nuovo disastroso evento si è infatti verificato, mi vien da dire per l'ennesima volta…... Ho scritto “per l'ennesima volta” perché nel corso dei secoli e anche degli ultimi decenni sono stati moltissi gli accadimenti analoghi che hanno funestato il quieto vivere di questa operosa valle di montagna...”


Due anni dopo, nel 2020, scrivevo in un mio secondo post sullo stesso argomento dal titolo “El Nos rabios ovverosia il fiume Noce infuriato”:

Ci risiamo. Dopo due anni dall’ultimo evento alluvionale (che fortunatamente non ebbe particolari conseguenze) il Noce e i suoi principali affluenti, i torrenti Vermigliana, Meledrio e Rabbies nonché con i numerosissimi rii che, più o meno importanti, che vi si riversano dai versanti dei monti, si sono nuovamente gonfiati oltremisura a causa di una pioggia particolarmente intensa… E i “guai” questa volta non sono mancati…”

“… le piene dei vari rii e torrenti che solcano la valle possano essere terribilmente pericolose…... Sono accadimenti inevitabili che oggi il cambiamento climatico in atto tende a drammatizzare accentuando la frequenza e l'intensità degli eventi meteorologici estrem...”

E più avanti aggiungevo:

“…E' sotto gli occhi di tutti che la pioggia non scende più come un tempo quando solitamente le alluvioni venivano causate da piogge persistenti, non intensissime ma che non cessavano mai gonfiando rivi, torrenti e fiumi a poco a poco. Oggi i tempi si sono ridotti, piove a dirotto e le precipitazioni (le cosidette “bombe d'acqua”) sono spesso accompagnata da bufere di vento che spianano i boschi, tempeste che mettono in crisi soprattutto i piccoli bacini idrografici gonfiando a dismisura rigagnoli e torrentelli provocando erosioni, frane per crollo e smottamenti…”

E ancora:

“…C'è molta più energia nell'atmosfera, energia che si scarica sulla terra producendo fortunali finora sconosciuti. C'è più calore e i ghiacciai si ritirano, scompaiono, il permafrost si squaglia e i vasti territori d'alta montagna diventano instabili, fragili…”



Tutto questo per rendere palese, se mai ce ne fosse bisogno, come la mutazione del clima a livello mondiale stia operando anche dalle nostre parti, nella nostra valle, sui nostri monti, con conseguenze sempre più evidenti e deleterie. E a questo proposito anche la siccità, l’inaspettata carenza di precipitazioni che si protrae ormai da molti mesi potrebbe essere un ulteriore effetto del cambiamento climatico. Potrebbe esserlo... Non vi è certezza, ma potrebbe esserlo… Difficile se non impossibile accertarlo in modo rigoroso.



Potrebbe esserlo… Le alternative possibili, a mio parere, sono solo due.. O siamo di fronte ad un evento tutto sommato normale che, di tanto in tanto, seppure raramente, può presentarsi nel corso dei decenni o siamo di fronte ad uno di quei “moderni” e decisamente più preoccupanti fenomeni prodotti dell’uomo, ad una ennesima manifestazione di quel cambiamento climatico che la quasi totalità degli studiosi ritengono sia dovuto all’immissione di gas serra nell’atmosfera.



Potrbbe esserlo… Personalmente sono più propenso a ritenere (pur in assenza di prove) che questo lungo periodo siccitoso possa essere considerato come un ulteriore conseguenza del cambiamento climatico. Questo soprattutto se non lo consideriamo isolatamente, sconnesso dal contesto in cui si sta verificando, ma lo associamo a tutto ciò che di anno in anno sta succedendo sotto i nostri occhi (al continuo susseguirsi di alterazione meteorologico-climatiche: temperature medie in crescita costante, ghiacciai in drastico disfacimento, precipitazioni nevose sempre più carenti – fatta salva qualche altrettanto preoccupante eccezione – venti fortissimi e piogge spesso torrenziali…).



Comunque, qualunque sia la causa di questa siccità, dovrebbe in ogni caso valere il “principio di precauzione”, un atteggiamento di estrema cautela che dovrebbe spingendoci a richiedere (o meglio pretendere) dei drastici provvedimenti per evitare un’ulteriore immissione in atmosfera di altri gas serra. In questa direzione il “governo mondiale” dovrebbe sicuramente impegnarsi molto di più (di quanto ha finora fatto o meglio non fatto) nel tentativo di limitare il riscaldamento globale, ma anche i singoli cittadini dovrebbero collaborare maggiormente, impegnarsi più a fondo, riflettendo sulle sue loro abitudini consolidate, cambiando il loro stile di vita, anche nelle piccole cose di ogni giorno, rendendosi meno dipendenti dal consumismo imperante.



Per il momento davanti ai torrenti in secca e alle sorgenti che buttano sempre meno acqua non possiamo fare nulla. Non ci rimane che sperare che la situazione migliori, che la situazione meteorologica cambi radicalmente, che al più presto arrivi la pioggia, pioggia in quantità tale da compensare le carenze precedenti. Altro non possiamo fare, possiamo solo adattarci, evitare di sprecare l’acqua e rassegnarci davanti alle inevitabili perdite economiche soprattutto nella produzione agricola ed energetica.




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