Ricordando le estive passeggiate all'imbocco della Val di Peio

 


Ricordando... ed è solo rievocazione... perché l'estate è ormai lontana e con essa sono lontane le passeggiate in Alta Val di Sole. Siamo a novembre e con il mio rientro in città posso solo ricordare richiamando alle memoria le belle uscite mattutine in compagnia di mia moglie. Lo faccio scorrendo e contemplando le foto che, in alcune occasioni, ho scattato allora, sopportando pazientemente i borbottii di insofferenza e di disapprovazione di chi mi accompagnava. Immagini numerosissime che qui allego, ma solo in parte, limitandomi a quelle relative al tragitto da me più praticato di primo mattino.




Si tratta di un cammino che inizia alla periferia del paese di Fucine di Ossana per poi penetrare per due, tre chilometri nella Val di Peio lungo la pista ciclo-pedonale che arriva a Cogolo.




Una pista che è sostanzialmente pianeggiante nel suo primo tratto, il tratto che arriva al Forno di Noval... una stradina asfaltata che scorre al piede dei ripidi versanti boscosi del monte Boai separandoli nettamente dalle ampie e piatte praterie di fondovalle percorse dal torrente Noce. Più oltre, subito dopo il Forno, un ponte sul corso d'acqua sposta la ciclabile sull'altro lato della valle. Una valle che da qui in poi si fa sempre più angusta... e la pista che la risale costeggiando il torrente, sempre più ripida... e quindi, inevitabilmente, lungo questo secondo tratto del cammino si fanno sempre più frequenti anche i borbottii di mia moglie, che non ama le salite.




Non resta quindi che adattarsi e invertire la marcia lasciando alle spalle un interessante panorama: la vista del paese di Comasine, in alto sul ripido versante del monte Boai, e quella stupenda sulla cima del Vioz ben illuminata dal sole del primissimo mattino. Dopo il dietrofront appaiono le estreme propaggini dei monti del gruppo della Presanella, laggiù di fronte, verso sud est. Non sono nitide come il Vioz. Sono immerse nella foschia, in un pallido offuscamento che pur permettendo di distinguere nettamente il profilo delle cime e il contorno delle creste rocciose nel cielo luminoso del levar del giorno, non concede però di distinguere i dettagli e i colori dei monti, uniformati in un lattiginoso e sfumato insieme.




Un fondale senza dubbio interessante per le mie inquadrature fotografiche che, in primo piano hanno i secolari e scuri larici che costeggiano una strada ancora completamente in ombra.




Dal ponte, ripercorso a ritroso, si osservano in lontananza il castello di San Michele e l'alto campanile della chiesa di Ossana appena baciati dal sole. Poco più a valle si riattraversa il piccolo nucleo di edifici del Forno di Noval. Località storica questa, dove per secoli si sono svolte attività legate alla fusione del minerale ferroso qui faticosamente calato dalle miniere situate sulla montagna sovrastante Comasine. Altri tempi... Oggi vi soggiornano durante la stagione turistica famigliole e ragazzini in campeggio. Due chiacchere con il simpatico sacerdote tenutario del campeggio e si ritorna a Fucine sotto un sole già troppo alto e caldo. 




La ricognizione delle foto scattate lungo il tratto iniziale della pista ciclo-pedonale della Val di Peio termina qui, non ci sono altre immagini... ma, per quanto mi riguarda, ora i ricordi di quelle passeggiate estive si sono fatti più vividi, tengono compagnia mentre fuori piove e fa freddo, aiutano a superare l'inverno, aiutano ad attendere pazientemente il ritorno della bella stagione e con essa altre nuove mattutine passeggiate nella zona del Forno di Noval.



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