Il laghetto di Ortisè


Mai avrei sospettato che sulle vaste praterie di montagna, esposte a mezzogiorno, bruciate dal sole, brulle e apparentemente aride, dominate dalle cime, Vegaia, Le Pozze, Bassetta, Valletta, Mezzana, potesse estendersi un laghetto così grande e profondo… ma non solo… che esistessero anche ampie zone umide, pozze acquose e paludose, alimentate da innumerevoli piccole polle d’acqua.
Il mio amico, che conosce molto bene la zona (era allevatore e le sue mucche passavano l’estate all’alpeggio sui pascoli di Malga Bronzolo), mi ha guidato sulle rive di questo incredibile specchio d’acqua, a 2450 m di altitudine. Mi ha guidato con sicurezza, nella quasi totale assenza di una qualsiasi segnaletica, seguendo sentierini e tracce poco frequentati, soddisfatto di rivedere, con gli occhi del pensionato, quei luoghi che un tempo non aveva potuto ammirare con la tranquillità e la serenità indispensabili per coglierne e gustarne a pieno la bellezza.
Il Lago di Ortisè e sullo sfondo la Cima Presanella









Partiamo in auto con la stella del mattino ancora molto brillante nel rosso cupo dell’aurora.






Raggiunto e superato Ortisè, paese natale del grande micologo Giacomo Bresadola, saliamo in auto fino al nuovo ristorante Malga Stabli.





Proseguiamo a piedi sulla strada forestale fino a Malga Bronzolo: le mucche sono ormai scese sui pascoli bassi ma nei dintorni staziona un gregge di pecore con alcuni agnellini appena nati.






Riposiamo mentre il pastore ci intrattiene raccontandoci della presenza dell’orso nei dintorni e delle pecore sbranate durante i mesi precedenti.






Procediamo imboccando il sentiero, inizialmente molto erto, che porta a Passo Valletta (il Passo Valletta mette in comunicazione con la val di Rabbi e permette di scendere all’abitato di S.Bernardo, costeggiando dei bellissimi laghi tra i quali il grande Lago Rotondo).






In vista del Passo, raggiunti dei pascoli estesi e quasi pianeggianti, deviamo sulla sinistra inerpicandoci brevemente e scolliniamo nella valle Molinaccio (Val Mulinaz), la valle della nostro meta.





Quindi, seguendo il tracciato di una vecchia canalizzazione (trasporta l’acqua alla Malga Bronzolo) nella quale è stato posto, a cielo aperto, una grossa tubazione di gomma, raggiungiamo un altopiano a tratti paludoso all’estremità del quale appare il Lago di Ortisè.





Non è più primavera e non possiamo certo assistere alla stupenda fioritura che, dice il mio amico, caratterizza la località nella giusta stagione. Siamo ormai all’inizio di settembre, abbiamo subito un’estate particolarmente torrida e siccitosa e i pascoli sono bruciati dalla siccità.





L’erba è secca, gialla e dorata, e luccica ai raggi radenti del sole del primo mattino ma lungo la sponda del lago, dove qua e là zampilla dell’acqua e dove si riversano i rigagnoli che scendono dalle cime, la natura sembra ridestarsi e vivere una seconda primavera.






All’improvviso l’estesa, pianeggiante distesa delle erbe secche lascia il posto ad un tappeto di muschi ,di sfagni, di piante palustri, di un inatteso verde brillante…





Poi il lago, scuro, dai contorni netti, in parte rocciosi, incredibilmente esteso per l’ambiente che lo ospita… Dei piccoli pesci, probabilmente salmerini, emergono, per un istante, di tanto in tanto, e catturano al volo un qualche piccolo insetto, poi subito scompaiono nell’oscurità delle acque profonde.





Fanno da sfondo alla conca del lago e alla distesa del pascolo in parte paludoso le cime del Gruppo Presanella e le estreme propaggini del Brenta. Un panorama alpestre maestoso ma ormai quasi completamente privo dei nevai perenni ed dei ghiacciai che da sempre lo hanno caratterizzato.


Ricordo le mie ascese alla Cima Presanella, allora ventenne, ramponi e piccozza, su di un ghiacciaio che copriva l’intero versante della montagna, scendendo giù, quasi a ridosso del rifugio Denza. Oggi vedo, purtroppo solo con il binocolo, una Presanella decisamente diversa. Il ghiacciaio si è ritirato moltissimo, addirittura si è diviso in due parti e Passo Cercen, tra l’omonima cima e la Presanella, sembra raggiungibile senza ramponi, su di un terreno ormai privo di neve e di ghiaccio. Ulteriore conferma questa, se mai ce ne fosse bisogno, del cambiamento climatico in atto, destinato ad accelerare ulteriormente se non si prenderanno radicali e rapidi provvedimenti riducendo l’immissione dei gas serra in atmosfera e mutando gli stili di vita di tutti noi...



Il tempo volge al brutto e ci portiamo velocemente a valle seguendo un percorso diverso. Discendiamo, direttamente lungo la valle, attraversando pascoli e piccole paludi e, costeggiando sempre il rio, raggiungiamo la Baita Laghetti. Riposiamo e proseguiamo verso il parcheggio di Malga Stabli, camminando, ormai alquanto affaticati, sulla strada forestale che dalla Baita Laghetti raggiunge, poco a valle della Malga Bronzolo, la via percorsa in mattinata durante nostra salita. Chiudiamo così un percorso ad anello.






Durante la discesa, ci accompagna la vista, sul versante opposto della valle, della stazione turistica di Marilleva con gli impianti e le piste da sci ritagliate nel bosco.
Marilleva: una stazione nata dal nulla negli anni ’70 sull’onda di una “improrogabile necessità di sviluppo turistico”. L’<<ingordigia>> dice il mio amico, ha realizzato questo insediamento. Condivido pienamente: la fame di territori nuovi da sfruttare, la fame speculativa, l’interesse immediato, hanno creato mostri urbanistici ed architettonici: Marilleva... ma non solo Marilleva… Insediamenti squallidi, oggi anacronistici, talvolta cadenti, fonte di problemi economici ed ambientali… Il tutto con il deciso avallo dei politici, degli amministratori, che, miopi, poco lungimiranti, seppero pensare solo all’immediato e non al futuro…... e oggi... i cocci sono nostri…
Ma, discutendo, parlando, parlando, raggiungiamo, quasi senza rendercene conto, il parcheggio di Malga Stabli chiudendo così la nostra lunga e bella gita al sorprendente e poco conosciuto Lago di Ortisè…

Fotografie e indicazioni per raggiungere il Lago di Ortisè si trovano anche in questi siti: GirovagandoinmontagnaVisittrentino e Cralgalleria.

Con un clic puoi vedere tutte le fotografie in Picasa Web Album o in Google Foto

2 commenti:

Claudio ha detto...

Salve sono un appassionato di laghi alpini e non, il lago Ortisse lo ho visitato e ho satuto che sopra c'è il laghetto di cima Bassetta, volevo chiederti quale è la via migliore per arrivarci, visto che tu sei di quelle parti, ti ringrazio e complimenti per il tuo Blog, ciao ciao. www.trentinoxp.it

Umberto Zanella ha detto...

Rispondo a Claudio: non sono in grado di darti precise informazioni sul laghetto sotto la cima Basseta. Non conosco molto bene tutta la zona ed è già molto se, alla mia età, sono stato in grado di raggiungere il lago di Ortisè.