Avventurosa passeggiata tra Menas e le
Malghe del Monte.
Doveva essere una serena passeggiata pomeridiana sulla strada forestale pianeggiante che da Menas, minuscola frazione di alta montagna del comune di Mezzana (a 1520 m slm), porta in un'oretta di facile cammino ai "Masi di sopra" a valle della Malga del Monte bassa.
Ma così non è stato. Il tempo estremamente mutevole di questo ultimo scorcio di primavera ha in parte guastato questa uscita domenicale con la famiglia.
Al principio le nuvole scure e minacciose, che sempre ci hanno accompagnato in questo periodo, sembravano diradarsi, il cielo sembrava rasserenarsi e il sole rischiarava e riscaldava il nostro cammino. Il nipotino sgambettava allegro e ansioso di giungere alla malga per incontrare le mucche al pascolo.
Ma il bel tempo, come al solito, è destinato a durare ben poco. Nuvole sempre più compatte si addensano sulle cime, il sole quasi scompare e in lontananza, sui monti del Tonale, c'è aria di bufera e una fitta nebbiolina indica che lassù già sta piovendo.
Si procede comunque e si arriva tranquilli ai "Masi di sopra" una malga che sembra del tutto abbandonata. Non c'è nessuno, non ci sono i malgari, non ci sono le mucche.
Grande è la delusione del nipotino ma non c'è tempo per indagare e men che meno è il caso di salire alla seppur relativamente vicina Malga del Monte bassa.
Il cielo si fa sempre più scuro ma non si può non sostare qualche minuto per ammirare l'ampio scenario, per godere della vista sui monti che abbracciano la valle. Vale la pena di rischiare anche se ci raggiungono i rimbombi di un temporale che però, per il momento, sembra ancora piuttosto lontano.
Il panorama sulle estreme propaggini dei gruppi Adamello-Presanella e Dolomiti di Brenta è coinvolgente anche perché alquanto insolito. Uno spesso manto di nebbie avvolge i monti più lontani e pesanti nuvoloni oscurano il cielo.
Di tanto in tanto un sottile raggio di sole buca a fatica le nubi e impatta sulla valle proiettando minuscole isole di luce.
Una lama luminosa ravviva per qualche
istante anche la cima del Sasso Rosso nell'ombra che avvolge
tutto e che si fa sempre più scura.
Le tonalità si attenuano, i colori si smorzano, i dettagli scompaiono. Solo l'indecente sfregio architettonico ed urbanistico del villaggio in quota di Marilleva, sorto dal nulla negli anni '70, per la fame di uno sviluppo turistico malinteso, rompe con le sue chiare e surreali costruzioni la piatta, compatta uniformità del versante, la opaca continuità della foresta di conifere che copre le pendici meridionali della valle.
E più in alto, sotto il “rifugio-albergo” Orso Bruno, si distingue bene pur nella luce quasi vespertina l'ultimo sfregio alla montagna: la larga pista ritagliata nel prezioso bosco di larici e cembri di alta quota, ennesimo tributo che la valle versa ad un'economia turistica ambientalmente poco rispettosa, orientata com'è, in troppe località, quasi esclusivamente al luna park dello sci da discesa.
Tira una brutta aria... si deve rientrare rapidamente, con il bimbo sul passeggino per viaggiare più in fretta, ché già cade qualche gocciolone di pioggia.
Via, veloci sulla strada pianeggiante che taglia il ripido versante boscoso, nel vento che si fa sempre più aggressivo e scuote paurosamente larici ed abeti.
Ma eccoci finalmente fuori dal bosco, sulla stradina tra i prati che circondano il paese. Ci investono violente raffiche di pioggia sottile. Le alte erbe ondeggiano nella bufera, un mare verde in burrasca.
Ecco il primo tuono... Il bimbo è sconcertato ma non spaventato. Gli adulti un pochino lo sono. Si fa fatica ad avanzare tra le folate di vento ma ormai siamo quasi salvi... solo qualche decina di metri, solo pochi passi... e siamo al sicuro.
3 commenti:
Una boccata di aria fresca.
Grazie della visione
Mi è piaciuto.Sono.posti molto.belli.
Mi è piaciuto.Sono.posti molto.belli.
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