“Lascia di quanto in quanto i
sentieri battuti e inoltrati per i boschi.
Troverai certo qualcosa che non hai mai
visto prima.
Probabilmente si tratterà di una
piccola cosa, ma non ignorarla.”
Alexander Graham Bell
In maggio una breve, semplice
passeggiata nei dintorni del paese può rivelare piacevoli sorprese
se si osserva ciò che si incontra con interesse e attenzione, con la
mente aperta alla considerazione delle “piccole cose” e
l'animo predisposto allo stupore per i mutevoli volti della natura.
Lasciata la stradina che costeggia il
torrente Vermigliana oltre lo "Spiaz dei Spini” affronto i ripidi
prati coltivati che qualche coraggioso contadino ancora si ostina a
falciare durante la bella stagione. Sono prati magri che quest'anno
si presentano ancora più miseri con l'erba che solo ora inizia a
crescere e ad allungarsi con un certo vigore.
Solo al margine dei prati, lungo il
bosco che li racchiude e li ombreggia, la terra è ancora bagnata e
fiori e fili d'erba risplendono ai raggi del sole che penetrano a
fatica tra le fronde dei noccioli e dei pioppi tremuli.
Mentre, tra prato e bosco, le minuscole
viole sembrano ancora nascondersi negli angoli più oscuri le gialle
ombrelle dei fiori della “Primula officinalis” si elevano invece
dalle zolle ancora brulle, decise e farsi ammirare nel loro umido
scintillio.
Più umili i gialli, ranuncolacei
“botton d'oro” iniziano solo ora ad emergere timidamente dal mare
verde delle basse erbe del prato. Sono in gran parte immaturi, molti
sono ancora boccioli verdastri in lenta crescita che toccati dal sole
hanno perso anche il loro umido ornamento, dono inconsistente
dell'acquazzone notturno.
La pioggia caduta nel buio della notte
ha risvegliato le chiocciole che ora, nella luce del giorno,
lentamente si trascinano alla ricerca di un nuovo, scuro rifugio
prima che il sole dissecchi completamente il terreno.
Ora la stradina è più larga e inizia
a salire nell'ombra scura delle conifere gigantesche. Poi più avanti
il percorso si fa ancora più erto, solo qua e là rischiarato dal
sole frontale e diretto che penetra a fatica tra le fronde degli
abeti.
Fronde basse che mi sovrastano appena
quasi a racchiudermi per lunghi tratti in una buia galleria. Più
avanti svettano le alte chiome di un verde intenso e scuro a tratti
punteggiate da mille stelline brillanti, perle d'acqua raggiunte dal
sole che buca le nubi.
Il bosco è umido, ancora intriso
d'acqua. Le violette e i bianchi fiori dell'acetosella hanno il capo
piegato sotto il peso delle grandi gocce che ancora li coprono.
Sembrano in umile attesa, in attesa che i caldi raggi del sole li
liberino da un peso insopportabile...
E il sole vince il duello con le nubi e
raggiunge finalmente e definitivamente la vegetazione, riscaldandola
e creando nuvole di vapore che si sollevano dal suolo e si innalzano
lentamente espandendosi e offuscando alla vista non solo gli alberi
più lontani e le cime dei monti ma anche i cespugli di nocciolo e i
rami dei larici e degli abeti più vicini.
Lievi velature biancastre che appiattiscono i colori, rimescolano le forme, confondono i contorni. Confuse trasparenze e nitidi chiaroscuri, luci marcate dove picchia il sole e ombre nette dove il sole manca. Magici contrasti. Nel bosco aleggia una misteriosa atmosfera che sembra preludere alla comparsa di quella fantastica e mitica creatura, signora delle foreste, di cui da sempre si favoleggia...
Lievi velature biancastre che appiattiscono i colori, rimescolano le forme, confondono i contorni. Confuse trasparenze e nitidi chiaroscuri, luci marcate dove picchia il sole e ombre nette dove il sole manca. Magici contrasti. Nel bosco aleggia una misteriosa atmosfera che sembra preludere alla comparsa di quella fantastica e mitica creatura, signora delle foreste, di cui da sempre si favoleggia...
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