Maggio tra i prati e i boschi della Val di Sole

“Lascia di quanto in quanto i sentieri battuti e inoltrati per i boschi.
Troverai certo qualcosa che non hai mai visto prima.
Probabilmente si tratterà di una piccola cosa, ma non ignorarla.”
Alexander Graham Bell                        


In maggio una breve, semplice passeggiata nei dintorni del paese può rivelare piacevoli sorprese se si osserva ciò che si incontra con interesse e attenzione, con la mente aperta alla considerazione delle “piccole cose” e l'animo predisposto allo stupore per i mutevoli volti della natura.






Lasciata la stradina che costeggia il torrente Vermigliana oltre lo "Spiaz dei Spini” affronto i ripidi prati coltivati che qualche coraggioso contadino ancora si ostina a falciare durante la bella stagione. Sono prati magri che quest'anno si presentano ancora più miseri con l'erba che solo ora inizia a crescere e ad allungarsi con un certo vigore.





La cotica erbosa ha sofferto di un inverno gelido e senza neve e di una primavera, fino a pochi giorni fa, asciutta e calda. Ora le cose stanno cambiando. Anche questa notte è scesa la pioggia a inzuppare la terra secca ma il sole del mattino, che qui picchia forte, ha già in gran parte asciugato il manto verde.






Solo al margine dei prati, lungo il bosco che li racchiude e li ombreggia, la terra è ancora bagnata e fiori e fili d'erba risplendono ai raggi del sole che penetrano a fatica tra le fronde dei noccioli e dei pioppi tremuli.






Mentre, tra prato e bosco, le minuscole viole sembrano ancora nascondersi negli angoli più oscuri le gialle ombrelle dei fiori della “Primula officinalis” si elevano invece dalle zolle ancora brulle, decise e farsi ammirare nel loro umido scintillio.





Più umili i gialli, ranuncolacei “botton d'oro” iniziano solo ora ad emergere timidamente dal mare verde delle basse erbe del prato. Sono in gran parte immaturi, molti sono ancora boccioli verdastri in lenta crescita che toccati dal sole hanno perso anche il loro umido ornamento, dono inconsistente dell'acquazzone notturno.






La pioggia caduta nel buio della notte ha risvegliato le chiocciole che ora, nella luce del giorno, lentamente si trascinano alla ricerca di un nuovo, scuro rifugio prima che il sole dissecchi completamente il terreno.





Raggiungo la mulattiera che taglia orizzontalmente i prati e si dirige verso il bosco; bosco di abete rosso e larice con cespugli di nocciolo ai loro piedi. La percorro penetrando nel fitto della selva mentre il sole va e viene, coperto a tratti dalle nubi della notte che ancora non si sono completamente dissolte.







Ora la stradina è più larga e inizia a salire nell'ombra scura delle conifere gigantesche. Poi più avanti il percorso si fa ancora più erto, solo qua e là rischiarato dal sole frontale e diretto che penetra a fatica tra le fronde degli abeti.






Fronde basse che mi sovrastano appena quasi a racchiudermi per lunghi tratti in una buia galleria. Più avanti svettano le alte chiome di un verde intenso e scuro a tratti punteggiate da mille stelline brillanti, perle d'acqua raggiunte dal sole che buca le nubi.






Il bosco è umido, ancora intriso d'acqua. Le violette e i bianchi fiori dell'acetosella hanno il capo piegato sotto il peso delle grandi gocce che ancora li coprono. Sembrano in umile attesa, in attesa che i caldi raggi del sole li liberino da un peso insopportabile...





E il sole vince il duello con le nubi e raggiunge finalmente e definitivamente la vegetazione, riscaldandola e creando nuvole di vapore che si sollevano dal suolo e si innalzano lentamente espandendosi e offuscando alla vista non solo gli alberi più lontani e le cime dei monti ma anche i cespugli di nocciolo e i rami dei larici e degli abeti più vicini.




Lievi velature biancastre che appiattiscono i colori, rimescolano le forme, confondono i contorni. Confuse trasparenze e nitidi chiaroscuri, luci marcate dove picchia il sole e ombre nette dove il sole manca. Magici contrasti. Nel bosco aleggia una misteriosa atmosfera che sembra preludere alla comparsa di quella fantastica e mitica creatura, signora delle foreste, di cui da sempre si favoleggia...






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