Primavera in fiore nel prato di casa mia






Due passi nel giardino che circonda la casa di famiglia in Val di Sole prima che il fratello più giovane ne tosi l'erba percorrendolo rapidamente in lungo e in largo con la rumorosa falciatrice... Un giretto nel prato ai piedi degli alberi da frutta (molti meli, qualche susino, ciliegio, pero, noce, nocciolo, marasco, un solo misero albicocco) ancora sofferenti per il gelo che li ha devastati a fine aprile togliendomi ogni speranza di raccoglierne i frutti...




...una legerissima sgambata mattutina tra gli alberi selvatici (alcuni ciliegi, un sorbo degli uccellatori, qualche frassino, betulla, acero, sambuco, rosa canina... i due giovani pini cembri e i piccoli abeti rossi e bianchi) che colonizzano la zona più fresca e ombrosa del prato... una veloce esplorazione tra i cespugli dei piccoli frutti (ribes, uva spina, mirtillo, fragole, more, lamponi) che crescono qua e là sparsi nel prato e che fortunatamente ben promettono....





Due passi che mi permettono di contemplare piacevolmente per un'ultima volta, poco prima dello sfalcio, i fiori spontanei spuntati quasi all'improvviso e rapidamente cresciuti, appena fuori l'uscio di casa mia, con il sopraggiungere delle belle giornate .






Peccato che tra poco non ci saranno più, recisi e ridotti in fieno dal sole di maggio, trasformati in profumatissima erba secca da utilizzare, in piccola parte, come pacciamatura per i giovani trapianti del mio orto. E' giusto, necessario e comunque inevitabile che sia così anche se un po' dispiace.



Sono moltissimi i fiori variopinti nel verde uniforme dell'erba, sono moltissimi e in una grande varietà di specie, cresciute qua e là nei diversi microambienti che si incontrano nel piccolo giardino: sembrano un inno alla biodiversità di cui tanto si è detto in questi ultimi giorni. Essenze di prato falciabile e fiori di bosco, fiori amanti del sole e fiori amanti dell'ombra, fiori in campo aperto e fiori nascosti tra le fronde dei cespugli e i bassi rami delle giovani conifere...



Sono margherite di prato, margheritine primaverili, campanule, ranuncoli vari tra cui il ranuncolo botton d'oro, viole, trifoglio, erba del cucco, non-ti-scordar-di-me, dente di leone, polmonaria, fragoline di bosco... Questi i fiori più comuni che ben conosco ma ci sono altre specie di cui non conosco il nome, né volgare né latino e che non ho alcuna intenzione di ricercare sfogliando manuali e libri su libri. Anche perché il mio approccio al giardino di casa, il mio girovagare tra le erbe e gli alberi è ben poco curioso dal punto di vista botanico...






La conoscenza è importante ma ciò che più mi attrae è la bellezza di ciò che osservo: composizioni, forme, colori dei fiori tra le luci e le ombre del prato, tra le erbe brulicanti di vita, e il volo delle api e delle farfalle.




Questo è ciò che più mi emoziona passeggiando tra gli alberi e i cespugli del selvatico giardino che circonda la vecchia casa di famiglia in Val di Sole e mi dispiace che tra qualche ora tutti i bei fiori del prato saranno stati recisi dall'inevitabile e necessario passaggio della falciatrice... alcuni ricresceranno per farmi nuovamente compagnia ma a molti altri, per quest'anno, dovrò dare un definitivo addio.

La biodiversità costituisce un segnale: se in un prato che state attraversando ci sono molti fiori, molte api e farfalle sulle loro corolle, se le bisce strisciano tra le erbe e le allodole cantano nel cielo, potete essere certi che quel luogo è salubre, e che, per sovrappiù, contribuisce alla nostra felicità suggerendoci che l’uomo non è ancora solo nel mondo.

Giorgio Celli


Tutte le fotografie in “Google Photo




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