ancora un'estate avara di funghi
Estate 2017: stagione estiva nel complesso,
avara di funghi... Per lunghi periodi è mancata la pioggia (non
certo il sole) e si è dovuta attendere la seconda metà di agosto
perché le condizioni meteorologiche mutassero a favore della comparsa di un sufficiente numero di miceti.
Sì, perché, da noi, alle nostre
quote, la stagione dei funghi inizia generalmente verso la seconda
decade di giugno (quando appaiono i primi, sporadici porcini (Boletus
edulis subsp. pinicola ?) e qualche “finferlo” o
galletto che dir si voglia (Cantharellus cibarius)) e si
protrae con alterne vicende solo fino alla fine di settembre quando i
porcini si fanno solitamente più rari e nei boschi e nei prati spuntano i miceti
autunnali che ben pochi conoscono, ben pochi raccolgono nonostante la
buona commestibilità di alcuni di loro.
Ma quale la causa o le cause della
scarsità di funghi che ha caratterizzato i primi mesi di questa
stagione ma anche quasi tutte le stagioni estive degli ultimi anni?
Senza dubbio, come dicevo, le condizioni meteorologiche poco
favorevoli ma probabilmente i motivi sono molteplici e difficili da
individuare con sicurezza se non si è davvero esperti.
C'è chi parla di cambiamenti
climatici, di autunni e inverni senza neve per lunghi periodi e
conseguentemente di terreni gelati in profondità e troppo asciutti
al disgelo... C'è pure chi pensa, a mio avviso non senza buone
ragioni, che in questi ultimi decenni i boschi sono stati troppo
frequentati, il terreno troppo calpestato e si sono raccolti troppi
funghi impedendone così la normale “disseminazione”.
Probabilmente le cause sono anche altre, molto più articolate e
complesse, cause che solo il nostro conterraneo, il grande micologo
“solandro” Giacomo Bresadola, avrebbe forse potuto individuare.
Così i funghi si stanno facendo
sempre più rari e preziosi ed è inevitabile che questo dispiaccia,
egoisticamente, anche alla mia “tavola”. Dispiace di doversi
accontentare per quasi l'intera estate di qualche sporadico assaggio
di “finferli” (Cantharellus cibarius) o di un misero e
incompleto “misto” di pochi e mal dosati funghi (Russola
cyanoxantha, virescens, aurata... Boletus Erythropus, Boletus elegans
e tridentinus, Cantharellus cibarius e
cornucopioides, Lactarius.......) o di una assaggio di
“ombrelle”, le vistose mazze di tamburo (Lepiota procera )
ben impanate. Solo alla fine di agosto e all'inizio di settembre ho
potuto raccogliere una piccola quantità di “brise” (Boletus
edulis), una quantità di porcini comunque più che sufficiente per insaporire, ben
essiccati, i miei risotti invernali.
Poi verso la fine della stagione, nel
mio giardino, come da sempre accade, sono improvvisamente sbucati in
grande quantità i chiodini (l'Armillaria mellea…..non manca
mai) e anche di questi ne ho cucinato un piccolo assaggio come del
resto ho fatto con altri funghi autunnali che si rinvengono
abbastanza numerosi a fine settembre nei prati e nei boschi nei
dintorni del paese (Tricholoma nudum, Coprinus comatus,
Lactarius deliciosus...) e che quasi nessuno (terminata la
stagione turistica) raccoglie.
Parlavo di “dispiacere” per la
scarsità di funghi che sembra caratterizzare ormai tutte le estati
che via via, sempre più rapidamente, si susseguono.... e a questo
proposito, a ben guardare, la “sofferenza” più grande va ben al
di là dell'aspetto culinario. Ciò che più mi dispiace, durante
queste ultime stagioni avare di funghi, è il girovagare nelle selve
senza poter ammirare la stupenda varietà di funghi vistosi e di
timidi funghetti, multiformi e multicolori, che solitamente in
passato impreziosivano il sottobosco.
Perché se ancora mi appassiona
percorrere in lungo e in largo il bosco alla ricerca affannosa del
porcino più grande, sano e bello, da mostrare agli amici e da
essiccare per l'inverno... alla mia età trovo sicuramente più
emozionante camminare lentamente nel bosco, tra muschi, acetoselle,
felci, mirtilli fradici e osservare con tranquillità e attenzione
ogni minima cosa che arricchisce il terreno, che abbellisce il
sottobosco...
Osservare il popolo misterioso dei funghi
minuscoli, appena visibili e dei funghi giganteschi spesso coriacei,
legnosi... dei funghi morbidi, vellutati, lisci o ruvidi, rugosi,
squamosi ma soprattutto dei funghi arricchiti dalle gocce di rugiada o
inzuppati dalla pioggia caduta nella notte... che luccicano, brillano
sfiorati dai raggi radenti del primo mattino che penetrano, qua e là,
tra i rami degli abeti creando incredibili giochi di luci e di ombre.
Poi magari vale la pena di
raccogliere un esemplare che ci incuriosisce particolarmente e al
nostro ritorno cercare di classificarlo, di individuarne “nome e
cognome”, commestibilità o tossicità, luoghi di crescita, ecc.
ecc. (sulle orme del grande Bresadola), utilizzando qualche semplice
e bel manuale di micologia alla portata di tutti
Guarda tutte le foto in "Google Foto"
Il
porcino dal cappello color tonaca di cappuccino e dal grosso piede
d’avorio; il gallinaccio dal collaretto arancione; increspato:
l’ovolaccio col suo ombrello da fiera, vermiglio con lagrime
bianche; il prataiolo maggiore col suo parasole chiaro da vecchia
marchesa; funghi. che, da una specie all’altra, attraverso morbide
sfumature e una infinita gradazione di tinte, spiegano tutta la gamma
del prisma.
(Marcel
Roland)
Nessun commento:
Posta un commento