Alla fine di marzo ma pure all'inizio
di aprile la neve ammanta ancora copiosa i monti della valle. Lassù
l'ambaradan degli sciatori non si è concluso ma sul fondovalle si
inizia a sentire sapore di primavera anche se all'alba e dopo il
tramonto dalle cime cala ancora un gelido venticello invernale e a
mezzodì il sole alto riesce a malapena ad intiepidire l'atmosfera.
Gli angoli più reconditi e freddi
del prato di casa mia sono ancora innevati così come molte delle
ampie radure che si aprono nei boschi sul versante ombroso della
valle. Anche quest'ultima la neve si sta comunque rapidamente
sciogliendo, seppure in ritardo. Di giorno in giorno si nota chiaramente il progredire
del suo ritiro.
Negli spazi che via via si vanno
aprendo riappare, seppure lentamente, un accenno di verde e spuntano
i primi fiori primaverili.
I primi crochi occhieggiano
timidamente nei prati e l'anemone triloba, contornato da qualche
tenero filo d'erba nuova, emerge vigoroso dal tappeto di foglie
secche al limitare delle peccete.
Anche il mio giardino si ammanta di
giallo, di bianco di viola... sono le primule e i crochi.... a cui si
sono ben presto aggiunte le prime violette e le pratoline e
l'acetosella. Una varietà di colori che riscalda il cuore dopo il
lunghissimo e monotono inverno.
Nel bosco il nocciolo è fiorito da
tempo e gli ultimi amenti, di cui si è nutrito il capriolo durante i
mesi freddi, si staccano dai rami cadendo al suolo. Il salicone è
invece in piena fioritura. E' l'esplosione di colore dei gattici che
lentamente, a seconda dell'esposizione più o meno favorevole,
passano dal grigio al giallo ravvivando la boscaglia a ceduo ancora
spoglia.
Certo che, meteorologicamente,
questo inizio di primavera non è dei migliori, la temperatura fatica
ad alzarsi e la pioggia o quantomeno il cielo coperto da un fitto
strato di nubi sono all'ordine del giorno. Raramente si assiste ad
una intera giornata del tutto soleggiata.
Siamo indubbiamente di fronte ad una
primavera alquanto particolare (ma quale primavera non lo è stata
negli ultimi anni?), Una primavera che non consente imprese
eclatanti, escursioni ad ampio respiro ma che comunque sa offrire
anche nelle vicinanze del paese aspetti paesaggistici inusuali e
situazioni ambientali particolari, da ammirare e cercare di
immortalare.
La pioggia è caduta abbondante
durante l'intera notte e ora conviene approfittare della tregua
asciutta, allontanarsi dal centro abitato e vagare per prati e boschi
battendo stradine e sentieri bagnati e presumibilmente deserti...
l'aria è umida e profuma di terra bagnata e morbida, profuma di
neve, di neve che impregnata d'acqua e nascosta negli angoli più
ombrosi lentamente si squaglia...
L'acquazzone ha inzuppato la
vegetazione, ancora in gran parte dormiente, che con il sole anemico,
titubante, incerto nel rompere il mare di nubi, appare smorta,
spenta, priva di vita.
Ma con con il rischiararsi del cielo
e l'avvento di un seppur ancora debole chiarore, le minuscole gocce
d'acqua che rivestono i rami nudi, le erbe e i fiori iniziano a
luccicare, a brillare quasi risplendessero di luce propria.
Uno spettacolo di breve durata: un
venticello leggero e il calore dei raggi solari asciugano rapidamente
la vegetazione e l'incanto delle stille luminose che sfavillano sui
cespugli ha velocemente termine.
Poi pioggia e ancora pioggia.
Pioggia ma pure sole ma con temperature sempre al di sotto della
media stagionale. Infatti la pioggia con il sopraggiungere della
notte, muta talvolta in nevischio fradicio e poi, all'alba, in neve
più consistente e asciutta. Al mattino l'alta valle è totalmente
imbiancata, il paesaggio è decisamente invernale.
Le primule del mio prato sembrano
rabbrividire con le gialle corolle semi sommerse in un pantano
biancastro e gelido, una fanghiglia di neve in disfacimento.
Più in alto, nel bosco, gli anemoni
triloba emergono invece con decisione dal sottile manto nevoso... il
peso delle gocce d'acqua che ne ammantano i petali incurva lo stelo
ma questi robusti fiorellini sembrano affrontare con padronanza
questo accadimento, senza subirne danno alcuno. Del resto per loro, a
questa quota, la neve d'aprile non è sicuramente un'eccezione...
E dopo la neve nuovamente il sole.
Piano piano... un sole pallido, velato ma sufficientemente tiepido da
liquefare in poco tempo la neve almeno sul fondovalle e sui versanti
più bassi.
Ma il bel tempo, tanto atteso dopo
il lungo rigido inverno, è destinato a durare poco. Seguiranno altre
giornate piovose, ancora qualche spruzzata di neve ma anche un
accenno di sole, bello e caldo...
Fino a quando? La primavera quest'anno
fatica davvero ad affermarsi, è titubante, incerta, sofferente. Ma
forse chissà... Ho un sospetto: non è che una “primavera vera”
dovrebbe essere proprio così, così come questa... proprio questa
primavera del 2018?
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