Si dice che la sera nasconde le cose,
che quando il sole è tramontato e pian piano si avvicina il buio
della notte il panorama si incupisce, i particolari si offuscano e i
dettagli si perdono. In realtà, quando il crepuscolo si avvicina, capita che il paesaggio si ravvivi, si tinga dei colori
riflessi da un cielo screziato e luminoso... capita che delle ombre sfumate, figlie della tenue luce dell'imbrunire, si allunghino
sulla terra donando una plastica profondità al paesaggio.
Di sera si definisce al meglio l'essenza di un ambiente, si colgono appieno le
sensazioni che diffonde, si percepisce interamente la sua bellezza.
Dopo il tramonto il manto nevoso che riveste i
paraggi del torrente, le sue sponde, i massi che emergono numerosi
dal suo letto non è più una distesa piatta e uniformemente bianca.
La luce della sera ne accarezza la superficie candida, si distende sulle piccole dune nevose ma ne rischiara solamente le sommità e le facce
ben esposte. La neve nel chiarore dell'imbrunire è sì pitturata di bianco ma di un bianco velato dall'oro riflesso delle nubi o appena mascherato dall'azzurrognolo delle ombre lunghe della sera...
Il contrasti tra le luci e le ombre
sono molto più decisi, più netti sulla superficie dell'acqua...
un'acqua che si è fatta tenebrosa, che è andata perdendo la trasparenza
del primo pomeriggio quando, rischiarata dai raggi di un sole ancora
alto, mostrava il suo fondo fatto di sabbia e sassi. Ora, dopo il
tramonto, sulla sua buia pelle luccicano mille
sfaccettature dorate, mille piccole schegge scintillanti. L'acqua si è ingioiellata... Sono i riflessi di un cielo colorato e ancora luminoso, sono le nubi bionde che si specchiano sulle acque calme negli slarghi del torrente.
L'ora che precede il crepuscolo è
un'ora quieta. Mentre la luce va lentamente calando anche i rumori si
attenuano, l'umana operosità va scemando e sulla valle, con il
sopraggiungere della notte, scende pian piano il silenzio. Lungo la
stradina che costeggia il torrente non si incontra anima viva.
Infatti, quando, dopo il tramonto, la temperatura si abbassa, anche i
turisti più coraggiosi, i visitatori più curiosi e i ragazzini più
avventurosi abbandonano i dintorni del paese, le zone aperte, per
rifugiarsi al calduccio in ambienti chiusi e ben riscaldati.
Non così gli animali selvatici che
popolano la zona... Nella quiete dell'imbrunire i caprioli e i cervi lasciano il folto del bosco, si allontanano dai loro rifugi, escono allo scoperto e scendono sul fondovalle. Si muovono guardinghi e, approfittando dei
sentieri battuti, raggiungono le macchie di noccioli al confine con i
prati. Affondando nella neve alta si spostano a fatica, di cespuglio
in cespuglio, strappando dalle ramaglie le infiorescenze in boccio,
unico cibo ancora disponibile nel gelido deserto bianco.
Anche i merli acquaioli, prima del
riposo notturno, riprendono la pesca lungo il torrente. Non più
disturbati da presenze estranee ricominciano con maggior lena a
tuffarsi e rituffarsi nelle acque gelide... Riemergono con delle
piccole prede nel becco. Sono solitamente larve di tricotteri
racchiuse nel loro rigido guscio fatto di minuscoli granelli di
sabbia ma sono anche, seppure raramente, degli avannoti di trota.
Nella luce che si assottiglia,
sono ormai solo loro, i merli acquaioli, ad attestare la vitalità
del torrente. Tutto è paralizzato, non spira un alito di vento,
anche l'acqua che pur continua a scorrere gorgogliando nell'alveo
soffocato dalla neve sembra immobile. Nella luce sempre più incerta
i contorni perdono di consistenza, le gocce e gli spruzzi dell'acqua
sfumano gli uni negli altri, si fondono compattandosi alla vista e perdendo la loro vitalità.
Ma è l'intero ambiente che circonda
il torrente che lentamente si offusca. I bei colori della neve al
tramonto svaniscono... il bianco, il giallastro, l'azzurro si
sciolgono in un grigio uniforme privo di luci e di ombre. Il bosco si
fa tenebroso e le montagne sullo sfondo diventano sagome incerte che
si perdono in un cielo sempre più scuro.
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