Gli ultimi fiori di un'estate morente



Fine agosto 2018              

Passeggiate di fine agosto dopo la pioggia della notte, brevi sgambate sulle stradine di fondovalle tra boscaglie intriso d'acqua e prati sfavillanti ai primi raggi del sole.
Salubri camminate al limitare delle selve, nell'aria umida e fresca del mattino, dopo lunghe settimane di opprimente ed afosa calura
Distensive scarpinate tra nebbie che dal piano risalgono i versanti della valle e nubi in dissoluzione. Passeggiate nella luminosità diffusa da un sole ancora velato, un sole fiacco che filtra instabile tra le ultime nubi accarezzando cespugli ed erbe fradice di rugiada lungo i margini delle stradine. Sole che solitamente vince, che vince risplendendo sempre più deciso in un cielo sempre più limpido. Sole che ravviva il prato e il suo gocciolante groviglio verde...
Nell'aria ormai tersa il sole colpisce, impatta sfavillante e ancora forte sulle mille erbe del prato. E le gocce risplendono ai suoi raggi radenti, brillano sul trifoglio, sulla trifoglina, sulla vicia, sull'achillea, sulle candide infiorescenze delle ombrellifere, sugli ultimi ranuncoli che tremolanti, mossi da un lieve venticello, sembrano in attesa, un'attesa paurosa, dell'ultimo sfalcio.
Minuscole goccioline risplendono sul fiore grondante dell'erbe del cucco... L'acqua brilla sul colchico autunnale, il tossico fiore che colora di rosa la fine dell'estate e brilla sul gigantesco epilobio, brilla sulle sue infiorescenze, sui bordi dei rossi petali resi traslucidi, quasi trasparenti, dal velo bagnato. E pure le piccole felci, sul bordo della mulattiera, ai piedi del muretto a secco che la delimita, luccicano ai raggi del sole fattosi alto e potente.
Esploro ogni angolo alla ricerca di composizioni, forme e colori che la pioggia della notte ha arricchito e il sole fa risplendere. Ultime note variopinte di un'estate che volge al termine. Settembre è infatti ormai alle porte e si respira un'aria nuova, un'aria più fresca e più profumata, l'aria che annuncia l'autunno. Anche i rumori e i suoni della valle stanno mutando. La confusione e il frastuono estivo si stanno infatti lentamente dissolvendo sfumando, a poco a poco, nella quiete e nel silenzio della stagione morta.
Il sole si fa di giorno in giorno sempre più basso, le ombre si allungano e sui pascoli più alti emergono, qua e là, gli alti scheletri rinsecchiti dei cardi infestanti e, al limitare del bosco, inizia a comparire qualche macchia di felci giganti ingiallite e di ortiche appassite e raggrinzite. Un ulteriore malinconica avvisaglia di un'estate che è ormai agli sgoccioli, un'estate in agonia...




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