Il giardino dei meli antichi

Un parco pubblico “come Dio comanda” nel centro dell'abitato di Pellizzano


Un parco pubblico, unico nel suo genere, in cui convivono storia, cultura e vocazione alla salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità. Un parco che, se già non lo conosci, ti invito caldamente a visitare e, se ne avrai il tempo, a frequentare assiduamente. Potrai passeggiare seguendo le stradine ben lastricate o rilassarti riposando su di una rustica e robusta panchina nell'ombra di un folto meleto antico. Se lo vorrai potrai approfittare della piccola biblioteca libera, una “little free library” nascosta in una minuscola casetta in legno, per sfogliare o, meglio ancora, per impegnarti nella lettura di qualche corposo volume. Poi, se ancora lo vorrai, potrai abbandonare il frutteto e raggiungere la zona più aperta del parco. Bastano due passi e ti troverai immerso in un curioso laboratorio scientifico con dei simpatici giochi didattici. E poi, ma solo durante la stagione estiva e sempre se lo vorrai, potrai seguire qualche spettacolo o qualche incontro musicale nel vicino spazio allestito a mo' di anfiteatro.


Ma, e questo è davvero un consiglio appassionato, frequenta con costanza soprattutto l'antico meleto. Frequentalo in tutte le stagioni. Lo vedrai mutare di giorno in giorno. Vedrai spuntare e aprirsi le gemme primaverili, vedrai i fiori, diversi su ogni pianta, vedrai nascere le foglie, vedrai i frutticini gonfiarsi a poco a poco, le mele mature, le coloratissime foglie autunnali e vedrai pure i rami scuri e brulli d'inverno, vedrai il bianco della neve sugli alberi scheletrici... assisterai allo scorrere delle stagioni immerso in un mondo d'altri tempi. Il mondo di quei tempi lontani in cui la produzione della campagna non era, come accade ai nostri giorni, asservita agli interessi delle multinazionali o comunque dei grandi produttori e delle nostrane cooperative che monopolizzano il mercato imponendo pochi prodotti, standardizzati, sempre quelli, prodotti da apprezzare più con la vista che con il gusto. Mele e pere, nel nostro caso... mele e pere inturgidite con concimazioni chimiche e imbellettate con antiparassitari più o meno tossici.


Qui, nel Parco Sama, puoi ancora osservare e conoscere una grande varietà di meli (vecchi meli, in buona parte piantati nel lontano 1901). In questo frutteto, reso pubblico da una lungimirante amministrazione, puoi ancora trovare delle varietà di meli ormai rare, varietà che in altri tempi erano comuni ovunque. Qualità di meli che fino a mezzo secolo fa venivano normalmente e abbondantemente “allevati” anche nella nostra alpestre valle, nel “bròli” pianeggianti alla periferia degli abitati del fondovalle o subito fuori casa anche ai margini dei paesi più elevati. Meli che oggi sono diventati irreperibili, quasi una bizzarra curiosità.
Insomma, mio caro visitatore, qui puoi ancora vedere fruttificare quei meli e quei peri che altrove sono scomparsi, qui puoi ancora liberamente assaggiare, all'inizio dell'autunno, le mele spontaneamente cadute sul prato, nell'erba ancora verde. Puoi assaporare, centellinare... e sono sapori dimenticati, sapori ai più del tutto sconosciuti, sono sapori difformi, sono i sapori dei molti “pomi”del tempo che fu. Sono sapori corposi e delicati al contempo, sono profumi e colori altrove introvabili.
Rosso Mantovano, Limonzino, Canada Dorato, Pearmein d'Or, Napoleon, Belfiore Giallo, Rosa Mantovana, Rosa di Caldaro, Canada Bianco, Pomella di Pellizzano, e molte altre sono le varietà di meli che potrai scoprire muovendoti qua e là in questo frutteto antico e se poi vorrai approfondire le tue conoscenze troverai, a tua completa disposizione, due grandi cartelloni illustrativi pronti a soddisfare ogni tua curiosità sulle piante presenti nel parco..


Ma ora., dopo averti invitato a visitare il bel parco pubblico di Pellizzano, un pittoresco paese dell'Alta Valle, ben tenuto, pulito, curato, all'avanguardia da molti punti di vista, (energetico, sociale...), permettimi di segnalarti le mie perplessità su di una recente realizzazione di cui sono venuto a conoscenza sfogliando la stampa locale. Si tratta, forse già lo avrai intuito, del rifacimento dei due trampolini di salto con gli sci che si trovano alla periferia dell'abitato. Opera costosa, sia nella sua realizzazione (finanziata con denaro pubblico quindi con denaro anche mio e tuo), sia presumibilmente nel suo mantenimento. Opera costosa, dicevo, destinata ad un utilizzo marginale, riservata esclusivamente ai rari praticanti di uno sport poco popolare e ad alcune, probabilmente sporadiche, competizioni nazionali o internazionali che siano. Opera che mi richiama alla mente un analogo investimento che un comune limitrofo qualche anno fa volle fare costruendo un grande edificio destinato a bocciodromo: una iniziativa che si è rivelata fallimentare visto il sottoutilizzo dall'opera in rapporto alla spesa di costruzione e di mantenimento. E in questo caso si trattava di uno sport, se così vogliamo definire il gioco delle bocce, molto più praticato e popolare. Un errore che, temo, si stia reiterando anche qui, a Pellizzano... Il denaro pubblico si può e si deve spendere in altri modi (soprattutto oggi in tempi di cambiamento climatico)... e in ogni caso valutando per bene in termini non solo di sostenibilità ambientale ma anche economica, valutando in termini di costi e benefici le prospettive di utilizzo ed eventualmente di richiamo turistico o altro.


Naturalmente, mio caro visitatore, questa è solo una mia personale opinione e può darsi che tu veda le cose in modo ben diverso. Però ritenere che a 900 metri di altitudine, con il cambiamento climatico in atto, cambiamento che è sotto gli occhi di tutti, sia ancora possibile praticare uno sport tipicamente invernale che abbisogna della presenza costante della neve durante tutta quella che un tempo era definita la stagione fredda (e che ora non sempre lo è e che lo sarà sempre meno nei prossimi decenni) mi sembra una grande illusione. Caro visitatore, mi dirai che la neve, temperatura permettendo, la si può anche “fabbricare” artificialmente e che, tutt'al più, si può anche scivolare prendendo velocità per l'acrobatico salto su di un “letto” di plastica. Mi dirai che una pratica un tempo solo invernale è ora possibile anche a ferragosto. Ti rispondo che quello che mi dici è tutto vero. Tutto è possibile ma è anche del tutto innaturale, artificioso, più che di sport invernale odora di luna park. Per chi pratica questa disciplina volare sulla plastica multicolore, ben agghindato di tutto punto come un tempo si usava discendendo sulla neve caduta dal cielo, è come gustare un surrogato, una “cicoria” del tempo di guerra, al posto di un vero caffè espresso e per chi assiste a questa esibizione, se persona provvista anche solo di una piccola dose di buon senso e di spirito critico, questo strano spettacolo potrebbe apparire del tutto fuori luogo. Davanti ad un simile investimento di pubbliche risorse questa persona rimarrà probabilmente sconcertata o comunque molto perplessa.


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