Quando nel mio giardino le foglie del nocciolo, della betulla, del poppo tremulo, del sorbo, del ciliegio selvatico e dell'acero perdono la loro estiva freschezza ed iniziano lentamente ad ingiallire mi si stringe il cuore... Quando poi, al levarsi di un alito di vento le foglie si staccano dalle chiome dorate e volteggiando lievi si posano al suolo, un velo di malinconia mi avvolge... definitivamente.
E' la lieve mestizia che mi prende ogni anno all'appassire della bella stagione. E' un tenue sconforto che accolgo comunque con serenità quasi fosse una amico ritrovato, un compagno con cui intrattenersi, con cui chiacchierare a lungo, rivelandogli ogni più segreto pensiero.
Le mie sono tristi rivelazioni, frutto di meste riflessioni, sono meditazioni e considerazioni tipicamente ottobrine, quando l'approssimarsi della stagione morta non può che invitare al raccoglimento, costringere alla concretezza, indurre a ridimensionare progetti e sogni, soprattutto ora che le speranze di vita si stanno inesorabilmente assottigliando e che il declino si fa sempre più vicino.
Le giornate sempre più corte evocano la fugacità degli avvenimenti terreni, il tardo albeggiare ma soprattutto l'imbrunire sempre più precoce rammentano l'inevitabile oscurarsi delle proprie aspettative. Con il sopraggiungere dell'autunno si vanno a poco a poco perdendo l'ottimismo e tutte quelle sicurezze che il sole, l'intensa luce estiva ci avevano illusoriamente donato a piene mani... ora ci si sente molto più piccoli, più fragili e umili, ma anche più consapevoli...
Queste sono le percezioni che accompagnano il mio procedere sul manto di foglie fruscianti del mio giardino, questi sono i pensieri che l'autunno mi suggerisce durante il pigro girovagare nel bosco, sui vicini sentieri tappezzati di scampoli dai mille colori.
Veleggio in un mare di foglie... cammino sulle foglie, sulle foglie cadute da tempo, brune e secche che nel silenzio scoppiettano spezzandosi sotto le suole... e cammino sulle foglie appena cadute, su di una distesa variopinta, una coltre luminosa e sfarzosa fatta di scaglie verdi, gialle, arancio, rosse.... avanzo nella pioggia, una pioggia di foglie che cadono, che scendono ondeggiando, che si posano leggere sul terreno... in una sinfonia continua, una musica ovattata.
In ogni foglia che si stacca alberga la memoria delle lunghe giornate estive, in ognuna l'ultimo respiro della bella stagione... in ognuna tutta la mia nostalgia. Nostalgia e tanta malinconia ma anche il dolce piacere di osservare, di ammirare, di passeggiare su di un letto sontuoso, un letto di lamine sottili, fruscianti o croccanti, un letto stupendo, un letto pennellato di mille vivaci colori appena velati da rare, preziose sfumature.
Un'esplosione di bellezza che non puoi non contemplare, che inevitabilmente ti coinvolge, ti distrae, ti distoglie dal triste rimuginare. Così per qualche istante l'autunno di potrà sembrare una rinnovata primavera, con le foglie trasfigurate in fiori di maggio, fiori dall'inteso vivacissimo colore.... Un'esplosione di splendore, un gran finale, quasi che la natura prima del buio invernale, volesse rievocare... volesse rivivere per qualche giorno i fasti primaverili con una nuova estemporanea, coloratissima fioritura... che ti scalda il cuore.
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