Sgambata in Val di Peio sotto il sole di metà agosto


Lunga passeggiata seguendo sterrati, viottoli e stretti nastri asfaltati: all'andata le vecchie mulattiere che da Fucine, all'imbocco della Valeta, raggiungono gli solatii abitati di Strombiano, Celentino e Celedizzo e, al rientro, la pista ciclo-pedonale che si snoda sul fondovalle passando per il Forno di Noval.



In agosto, percorrere, sotto il sole del primo pomeriggio, il sentiero che partendo dalla conca di Ossana, in località Corina, sale al paesino di Strombiano, non è particolarmente allettante. Il versante è ben esposto e fa caldo nonostante la pista sia quasi sempre immerso nell'ombra del bosco. La brillante barriera del ceduo alternata, a tratti, all'oscurità della selva fitta di conifere ostacolano la vista rendendo particolarmente noioso il cammino. Il panorama si apre solo alla fine, quando, ormai nei pressi di Strombiano, emergono, dal verde compatto del bosco e dei primi prati, le cime del Vioz e del Taviela in fondo alla Valeta. Finalmente si intravedono Comasine e Peio Paese e, alle spalle, in lontananza, appaiono i selvosi pendii e le creste rocciose del versante ombroso dell'alta Val di Sole.
Un tracciato, quello tra Fucine e Strombiano, che è consigliabile percorrere in altri periodi, in primavera quando sbocciano anemoni e crochi, si aprono le gemme e compaiono le prime tenere e pallide foglie o in autunno quando il bosco si incendia di rosso, di arancione e di giallo. 



A Strombiano il sole picchia forte. L'acqua della fontana è fredda, impossibile non approfittarne...  per rinfrancare spirito e corpo...
Prima di proseguire, è bene gironzolare per qualche minuto nel minuscolo centro storico del paese, ricco di ballatoi e travature lignee e, se la si trova aperta al pubblico, vale anche la pena di visitare l'antica Casa Grazioli, la Casa della Bega, una rara testimonianza dell'evolversi dell'architettura locale e del modo di vivere di un tempo come pure vale la pena di infilarsi nella cappella dedicata a Sant'Antonio da Padova dove si può ammirare un pregevole altare ligneo.



La salita da Strombiano a Celentino è breve se si evita la strada asfaltata ma si imbocca una scorciatoia, un viottolo sterrato che sale dalla zona "nuova" del paese.
Quassù il bosco ha lasciato il posto ai prati e lo sguardo può spaziare ovunque, sui monti, sui paesi circostanti, sul fondovalle ma ciò che più attrae è lo stagliarsi della chiesa di Celentino, (chiesa dedicata a Sant'Agostino) che, con la sua imponente mole e con l'alto campanile dall'insolita copertura a cipolla, domina la valle intera. Una volta raggiunta conviene visitarla, questa chiesa, come conviene aggirarsi a lungo per le vie di questo antico nucleo abitato arroccato sul versante sinistro della Val di Peio. Tra le strette viuzze e tra i piccoli slarghi di questo solatio villaggio, perse tra le moderne ristrutturazioni, ancora si possono rinvenire alcune architetture originarie, rustici masi ancora intatti......


....strutture lignee sorrette da murature in pietra grezza e finestrelle ad arco raramente osservabili altrove.... e certamente non mancano gli scorci interessante, le viste dall'alto o dal basso, le prospettive attraenti che si insinuano tra gli edifici, i cortili, le aia e gli orti di questo piccolo borgo di montagna.



Poco sotto il paese si diparte una strada poderale che porta ai dei giacimenti minerari abbandonati (miniere di magnetite?). Il viottolo prosegue verso il paesone di Celledizzo. Si tratta di un percorso molto panoramico che inizialmente, con delle rampe anche molto erte, attraversa degli ampi valloni selvosi ma che, proseguendo, termina semipiano, tra i prati, nei pressi di edifici rurali abbandonati e cadenti e di altri ancora in uso.
Bello poterlo percorrere per intero... ma non è stato il mio caso... La stanchezza e l'ora tarda mi hanno consigliato di abbreviare i percorso ”tagliando” verso il fondovalle, per i prati da poco falciati, (all'altezza dei masi di Contra, sul versante opposto), fino a raggiungere la strada provinciale da dove in breve si arriva al bivio per Comasine e con esso alla pista ciclo-pedonale che, costeggiando il Fiume Noce, scende al Forno (dove un tempo assai lontano si fondeva il minerale ferroso).
Al Forno di Noval la lunga sgambata volge al termine... una rinfrescata alla fontana e via, ancora in cammino (ancora per poco) sulla pianeggiante pista asfaltata che porta a Fucine, dove al tramonto si chiude questo lungo percorso ad anello durato l'intero pomeriggio.



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