In questo post non troverete, come da
sempre accade, la cronaca (emozionalmente narrata) di una lunga
escursione sulle terre alte o di una breve passeggiata sul
fondovalle, e nemmeno il resoconto di una visita a qualche sito di
particolare interesse artistico, culturale o storico. Troverete
invece un invito, per non dire un'esortazione ad assistere, ogni
volta che ne avrete l'occasione, a tutti quegli eventi (spettacoli
teatrali ma anche conferenze, presentazioni di libri, di mostre,
incontri vari...) che “raccontano” la storia di questa terra, che
ne rievocano il passato, che ricordano imprese e vicissitudini della
sua popolazione. E' chiaro che mi sto rivolgendo a voi, cari visitatori del mio blog, per assicurarvi che così
facendo avrete modo di viaggiare, viaggiare più che piacevolmente, a ritroso nel tempo, avrete modo di fare “4 passi nel tempo che fu”, volando con la mente più che
camminando... avrete modo di scoprire “cose nuove” sul questa
Valle e, se in questa valle risiedete permanentemente, avrete modo di approfondire
quanto già sapete sul vostro paese, sulle traversie dei suoi
abitanti, sul come campavano i vostri avi. Il tutto in maniera estremamente immediata e gradevole...
Io i miei “4 passi nel passato” ho
iniziato a farli da tempo e finora, ve lo assicuro, si sono rivelati
una interessante oltre che simpatica esperienza, per cui, di “passi
nel passato” ne farò sicuramente altri...
Ero presente alle dotte ma vivaci e chiare conferenze su Jacopo Aconcio (ingegnere e filosofo della scienza,
promotore del confronto e della tolleranza religiosa) nato ad Ossana
e morto a Londra, alla corte della regina Elisabetta 450 anni fa) e
ho pure assistito, tra le mura del Castello di San Michele (come, successivamente, anche a teatro), allo spettacolo “Il sogno di Aconcio - tra dogma
ed eresia” una recita importante, ottimamente costruita, di grande impatto sotto tutti i
punto di vista.
Ho avuto modo di vedere (sotto la luna,
nella corte del castello di San Michele) la bella rappresentazione
“Le donne delle dighe”, messa in scena dall'associazione “Un
paese tra le nuvole” e ben interpretata da attori
dilettanti, su di un testo che ripercorre, grazie ad una approfondita
ricerca storica, le vicissitudini della popolazione
(soprattutto femminile) legati alla costruzione della diga di Pian
Palù.
Ho pure partecipato all'incontro
“Ossana – Cile e ritorno - tra musica e parole”, in occasione
della presentazione del libro di Amelia Tonolli “Come una
straniera”: storia dell'emigrazione in Cile di una famiglia
trentina (emigrazione organizzata, o meglio disorganizzata dalle
istituzioni che coinvolse anche numerose, povere famiglie solandre).
E infine come non ricordare la mia
presenza ai percorsi teatrali dell'Ecomuseo della Val di Peio che,
supportati da adeguate ricerche, ricostruivano degli accadimenti
locali, più o meno lontani nel tempo. Ho assistito a ben tre
rappresentazioni dell'Ecomuseo e, vi posso dire, miei cari lettori,
che ne è valsa veramente la pena. Pur non trattandosi di spettacoli
professionali, la loro qualità, a parer mio, è stata, senza alcun
dubbio, più che apprezzabile e, quel che più conta, frutto di un
grande impegno, frutto di un intenso lavoro comune. E' stata il
risultato del coinvolgimento e della partecipazione della popolazione
locale, sia nella ricognizione storica che nella preparazione
logistica degli spettacoli. Così almeno mi è parso di intuire, ma
ecco, cari lettori, i tre lavori a cui ho assistito. “Il mistero di
Pegaia” è il primo, in ordine di tempo, ed è stato, senza dubbio,
anche il più suggestivo: una rappresentazione notturna che si è
svolta nei dintorni di Cogolo, ai piedi di una chiesetta, costruzione
superstite di quello che fu l'antico (realtà o leggenda?) villaggio di Pegaia, villaggio che si dice sia scomparso nel nulla e di questo, per
l'appunto, si racconta nello spettacolo.
A seguire, l'anno scorso, “Una
comunità sul fronte” - La val di Peio e la grande guerra”:
corteo storico e successiva interessantissima recita sullo sfondo del Forte Barbadifior in Val del Monte. Infine “Magòn – storie di
paroloti e altri migranti della Val di Peio”: animazione teatrale
recentemente messa in scena in una caratteristica piazzetta di Cogolo
per ricordate le peripezie dei nostri “padri”, costretti
dall'indigenza ad abbandonare stagionalmente la propria casa
(“paroloti”: ramai in terra padana) o più tragicamente, dalla
miseria più nera, ad emigrare definitivamente (padri, madri e figli)
in paesi stranieri, lontani e sconosciuti, anche al di là dei mari.
Dolenti ricordi che fanno riflettere sull'analoga situazione di chi
oggi, costretto ad abbandonare la terra d'origine, arriva sulle coste
del nostro paese. Di chi attraversa deserti e mari, del tutto “nudo”,
privo anche della misera valigia di cartone o dello zaino dei nostri
emigranti. Di chi, dopo inenarrabili traversie e se tutto va bene,
riesce finalmente a sbarcare, ancora vivo. Di chi si presenta nella
nostra ormai “ricca” valle in cerca di sostentamento e di una
vita migliore...
Eccovi alcune immagini dello spettacolo teatrale “Magòn”. Ne potete vedere altre cliccando qui accanto, su “Google Foto”......
.....Nel salutarvi, vi invito nuovamente a fare “4 passi nel passato della nostra valle”: molti sono i modi per poterlo fare, per riuscire a “camminare” nel nostro passato. Quello che vi ho proposto e che ora vi ripropongo è decisamente piacevole: non perdetevi gli spettacoli teatrali sul “tempo che fu” presentati (o ripresentati) in valle, e non scordatevi che “non c'è futuro se si dimentica il passato...”
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