Neve d'aprile

 


In Val di Sole la neve d'aprile non è mai stata un'anomalia ma, a parer mio, durante gli ultimi anni, la sua comparsa si è fatta più frequente e più abbondante non solo sugli alti versanti, anche sul fondovalle. La causa va probabilmente ricercata nel cambiamento climatico in atto. Cambiamento che, in primavera rispetto alle altre stagioni, appare più evidente, e impattante a causa dell’effetto, talora devastante, sulle coltivazioni in piena ripresa vegetativa o in fioritura. Periodi eccessivamente freddi o eccessivamente caldi tendono ormai a susseguirsi a breve distanza. Periodi siccitosi si alternano rapidamente a quelli bagnati e durante questi ultimi le precipitazioni nevose stanno diventando fin troppo abituali.



Durante le primavere degli ultimi anni la neve l'ho sempre vista... L’ho vista depositarsi ripetutamente e spesso anche in notevole quantità.
Ho visto la neve di fine marzo, quella che Rigoni Stern nei suoi scritti chiama la neve della rondine, la Swalbalasneea della tradizione cimbra, come ho sempre visto la neve del cuculo, la Kuksneea, che ultimamente si è presentata anche più volte sia durante l’intero mese di aprile che all’inizio di maggio. Talvolta, seppur raramente, è arrivata pure la Kuasneea, la neve delle vacche, che imbianca i prati verdi pascolati dai bovini e che, se ben ricordo, Rigoni dice di non aver mai osservato sul “suo” altipiano di Asiago.


L’ormai consolidata consuetudine della neve d’aprile non si è interrotta nemmeno quest’anno. La Kuksneea è scesa in abbondanza anche se il cuculo ancora non era arrivato, o almeno ancora non aveva cantato
La neve del cuculo è scesa una sola volta, durante un’intera nottata di metà di aprile. E’ arrivata improvvisamente alla fine di un lungo periodo di bel tempo, dopo parecchie giornate soleggiate e tiepide che avevano fatto rinverdire il mio giardino dopo averlo liberato, quasi per intero, dalla grande massa di neve depositatasi nel corso dell’inverno (altra anomalia climatica al pari dei molti inverni precedenti, sempre poveri di precipitazioni). Alla primaverile nevicata sono seguite delle giornate parecchio fredde, è seguito un notevole e prolungato abbassamento delle temperature perfettamente in linea con l’alternarsi di eventi meteorologici opposti, molto accentuati, caratteristici di questo clima in trasformazione.



Ma torniamo alla nostra neve del cucolo… La neve caduta a metà aprile si è accumulata sul verde ancora incerto del mio prato nascondendo la colorata vivacità primaverile delle primule, degli anemoni, dei crochi e delle pratoline… che però ha ben compensato regalando una vista spettacolare sui versanti selvosi, sui monti e sulle cime della valle.
Suggestivi i panorami osservati e fotografati appena oltre l’uscio di casa!
Di buon mattino i raggi del sole sorto da poco, bucando le ultime nubi e le nebbie sui pendii, rischiaravano gli abeti e i larici nei boschi circostanti rendendo bianchissima e luminosissima la morbida neve che li incappucciava. Uno splendore che solo il candore della neve ravvivato dalla intensa luce primaverile poteva offrire…
Eccezionali chiarori, ma anche atmosfere misteriose, quasi magiche… alberi e cespugli imbiancati che sfumavano rapidamente nella foschia, che sprofondavano in una densa grigiastra caligine.
Profumi ingannevoli, profumi di una natura risorta ma subito ibernata.
Sensazioni contrastanti, gioiose ma anche inquietanti... Ambiente primaverile anomalo, ambiente innevato che annullava la primavera, che annullava il suo colore, i suoi odori, il suo caratteristico e usuale sapore.

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