Brevi passeggiata d’inizio autunno sul fondovalle a monte dell’abitato di Vermiglio (Val Vermiglio). Agevoli itinerari che si snodano sia nella conca di Velon (ai piedi della strada statale che sale al Tonale) che e nei pressi di Stavel e di Volpaia, minuscoli rustici agglomerati più o meno stabilmente abitati. Comode camminate da affrontare in compagnia conversando tranquillamente del più e del meno...
Percorso ad anello, non propriamente brevissimo (due orette) che dal parcheggio accanto alla Baita Velon arriva ai pascoli di Malga Pecè. Una camminata che ho portato a termine in compagnia dell’amico di sempre imboccando e seguendo, all’andata, la stradina che si inoltra sul vasto pianoro prativo che si estende sulla sinistra orografica del torrente Vermigliana. Fino a raggiungere, poco prima della malga e del suo ripido pascolo, il bosco di conifere che copre le pendici del versante sinistro della valle. Al ritorno percorrendo invece le strade bianche che si snodano, talvolta intrecciandosi, ai piedi del versante opposto, il versante più fresco, immersi in una ombrosa selva di abeti (passeggiata delle Viscle).
Malga Pecè è situata al margine superiore di un esteso pascolo (pascolo purtroppo da tempo ignorato, totalmente trascurato…), un pendio erboso che abbandonata la sua moderata pendenza iniziale si fa sempre più erto... troppo erto… per questo non abbiamo raggiunto gli edifici della malga che comunque avevamo già visitato in precedenti occasioni (anche, alcuni anni fa, quando ancora veniva monticata). Ci siamo arrestati poco più in basso accanto a ciò che resta di due vecchi edifici.. Miseri ruderi, probabilmente ruderi di quella malga Pecè che (questo si legge in alcune pubblicazioni) durante la grande guerra fu sede del sottocomando del “Rayon II Tonale” attinente il fronte sul versante orografico destro della Val Vermiglio. Secondo noi, è possibile che sia proprio così...
Panoramico tragitto ad anello (un tratto del “sentiero dei masi” da me mai interamente percorso e mai descritto nei miei post) che partendo da Stavel costeggiati i ruderi di due caserme, risalenti alla prima guerra mondiale, si addentra nell’ampia conca ai piedi dell’imponente massiccio della Presanella fino a raggiungere un antico maso. Prosegue poi risalendo e tagliando il ripido pendio sulla sinistra del pianoro fino a sboccare sulla strada provinciale di Velon sulla quale rientra discendendo al punto di partenza.
Quello appena descritto doveva essere nelle mie intenzioni l’itinerario da seguire in compagnia di alcuni amici durante un tranquillo pomeriggio di fine settembre... ma così non è stato. L’evento alluvionale risalente ad un mese prima aveva gravemente compromesso il percorso canonico, asportando strade, stradine e sentieri, costringendo quindi a continue deviazioni alla ricerca di passaggi praticabili da tutti i componenti di una compagnia poco avvezza ad affrontare situazioni così anomale. Fino alla rinuncia, alla capitolazione… ad un rientro anticipato. Una breve passeggiata quindi, un percorso in andata e ritorno su di un tracciato di pochissime centinaia di metri improvvisato su di un fondovalle prativo sconquassato, a tratti cosparso da materiale alluvionale e a tratto eroso dalla furia delle acque del Rio Presanella gonfiato a dismisura dalle piogge torrenziali di un clima che sembra impazzire.
Una passeggiata breve ma comunque bastante per poter godere di un paesaggio particolarmente attraente. Ci troviamo infatti ai piedi delle pendici settentrionali della Presanella, dei suoi ghiacciai che un tempo non lontanissimo erano veramente imponenti, spettacolari. Ora, come tutti i ghiacciai, anche i ghiacciai della Presanella si sono ridotti, hanno subito e più che mai stanno subendo un rapido ritiro dovuto al riscaldamento globale... pur rimanendo alla vista di chi li osserva (come noi anche dal basso e da lontano) un spettacolo ancora grandioso (ma chissà fino a quando...).
Piacevole passeggiata, un giro ad anello nel verde fondovalle del torrente Vermigliana tra l’agglomerato di rustici edifici di Volpia e quello altrettanto pittoresco di Stavel. Andata in sponda sinistra su di uno stretto sentierino che costeggia il torrente e ritorno sulla destra percorrendo la stradina sterrata sulla linea di confine tra il versante boscoso e il fondovalle prativo, a breve distanza dal torrente Vermigliana.
Piacevole percorso, dicevo, attorniato dalla “bellezza”, la bellezza di un ambiente antico, curato, integro, un ambiente che dovrebbe essere maggiormente valorizzato rendendolo più attrattivo di quanto già lo sia nell’ottica di un turismo rispettoso della montagna, di un turismo veramente sostenibile (non solo a parole…). Un ambiente bello, pregevole nel suo insieme ma con dei frammenti di territorio di grandissimo interesse naturalistico. Mi riferisco alla Riserva Naturale di Corredolo, una delle pochissime zone umide ancora presenti nella nostra valle. Di fronte a questo minuscolo gioiello (poco distante da Volpia lungo la sponda sinistra del Vermigliana) non si può non sperare in una maggiore salvaguardia di altri preziosi territori della valle e più in generale della necessità di proteggere maggiormente l’ambiente di montagna nel suo insieme evitando ulteriori interventi invasivi all’insegna di uno sviluppo turistico malamente interpretato e comunque destinato, con il cambiamento climatico in atto, a durare ancora per poco.
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