Da “Malga Strino” al “Bait del Vedeler”

Alla scoperta di un sentiero poco noto

Giunti a Malga Strino, dopo la salita che prende il via dalla strada statale del Tonale, si può proseguire il cammino, risalendo gli ultimi radi lariceti e i bei pascoli della valle per raggiungere la “Città morta” o i “Laghettidi Strino”. Volendo ci si può anche inerpicare sulla vetta panoramica del monte “Redival”. Più modestamente si può pensare di raggiungere il “Forte Zacarana” percorrendo per intero il “Sentiero del Bòzerlait” o una scorciatoia che sale direttamente dalla malga o si può semplicemente riposare distendendosi sui prati a monte della malga, tra le mucche al pascolo e i fischi allarmati delle marmotte. Ma ci si può anche avviare per un comodo sentiero quasi pianeggiante che in circa un’ora e mezza conduce al “Bait del Vedeler”. E’ questo un sentiero poco frequentato che taglia il versante a mezza costa nell’ombra di lariceti coetanei e di boschi più fitti, misti di abete rosso e larice.



In verità questo tracciato andrebbe sottoposto a lavori di manutenzione, estirpando le erbe invadenti e rimuovendo alcuni (pochi) tronchi che caduti sul sentiero impediscono il passaggio costringendo a larghi, faticosi, aggiramenti. Comunque il sentiero è sempre ben individuabile tranne nel suo ultimissimo tratto dove i molti alberi crollati in seguito ad un turbine di vento lo nascondono alla vista: siamo comunque in prossimità del “baito” che è visibile, poco più in basso, appena superato l'intrico delle ramaglie.



Lungo l’intero cammino ci accompagna l’emozionante vista dell’ampio, stupendo, scenario sulle cime del Gruppo Adamello Presanella quasi a ricompensarci per aver scelto un percorso che allunga di molto il rientro. Giunti infatti al “Bait del Vedeler”, dopo aver ammirato il bel panorama e esserci riposati e ristorati, si scende per un sentierino e di seguito per la strada forestale fino ai ruderi di “MalgaMezzolo”. Si raggiunge quindi, la base della Val di Strino, chiudendo così il percorso ad anello, per proseguire infine, sulla strada militare, fino alla statale, nostro punto di partenza. Il tragitto del ritorno è lungo ma è comodo ed è sempre animato dalla consolatoria vista degli scintillanti ghiacciai della Cima Presanella.

 “Laudato si’ mi’ Signore, per sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori ed herba"... I versi del "Cantico delle creature" di S. Francesco mi frullavano in testa camminando lungo il sentiero, rapito dalla bellezza del paesaggio… Ripensavo, io, laico, sostanzialmente agnostico, all’interessantissima enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’” che avevo iniziato a leggere e che mi aveva particolarmente colpito… Una voce alta, a difesa dell’ambiente, della casa comune, dei diritti di tutti i popoli… una voce nel deserto… una voce importante in un contesto dove si  parla, si decide e si traffica solo in funzione del mercato, dell'interesse immediato, della “crescita”...... costi quello che costi... consumismo compulsivo, spreco di risorse, inquinamento, cambiamenti climatici, accentuazione delle disuguaglianze, tra i popoli e tra gli individui... 

Un clic su Google Foto per guardare tutte le fotografie

Nessun commento: