Il “giro dei laghi” ai piedi del Cevedale


Lago della Lama, Lago artificiale del Càreser, Lago Nero, Lago Lungo e Lago delle Marmotte
nel Parco Nazionale dello Stelvio.

Ci troviamo alla testata della Val de La Mare, nel comune di Pejo. “Il giro dei laghi” è un percorso ad anello, uno dei classici percorsi che il turista, minimamente amante della montagna, predilige affascinato dalla bellezza degli specchi d’acqua e dall’imponenza delle cime circostanti. Si tratta di un tracciato che prende il via a Malga Mare (ad  alcuni chilometri da Cogolo e solitamente raggiungibile in auto) e che abitualmente si sviluppa in senso orario con la salita a Pian Venezia, il proseguimento fino al Rifugio Larcher al Cevedale e che di seguito tocca i laghi, il lago delle Marmotte, i laghi Nero e del Càreser con vista, lungo il sentiero, sul lago Lungo. Inoltre al ritorno, in discesa, dal Càreser a Malga Mare, sfiora il Lago della Lame che è possibile raggiungere per ammirare un ambiente e un panorama unici. In alternativa il “giro dei laghi” si può effettuare anche seguendo il sentiero, poco frequentato, che partendo da Pian Venezia si inerpica sulla destra e che conduce direttamente in riva al Lago Lungo e quindi al Lago delle Marmotte senza transitare nei pressi del Rifugio Larcher.



In compagnia dell’amico di sempre, mi cimento su questo percorso, invertendo però il senso di percorrenza dell’anello, salendo quindi, di buon mattino, direttamente al Laghetto della Lama, prima che i raggi del sole lo raggiungano.  Il mio sogno è quello di osservare e fotografare i camosci che talvolta, nelle prime ore del giorno, stazionano attorno al lago. Ma purtroppo la realtà non corrisponde al sogno: qualche solitario camoscio sta veramente pascolando nella zona ma è molto lontano, inavvicinabile … Probabilmente i branchi di femmine con i piccoli, nati da poco, si nascondono ancora in località lontane e ben riparate... Una delusione…

Però, la bellezza del panorama e dell’ambiente che mi circonda, mentre salgo per il tortuoso sentiero che da Malga Mare conduce al Càreser, mi compensano ampiamente e mi sorprendono per la loro particolarità. Immerso nella nebbia, attraverso dapprima la fitta cenbreta per sbucare infine nelle alte praterie, umide di rugiada e in piena fioritura.  Qua e là emergono gli ultimi contorti larici e i piccoli cembri che stanno colonizzando, a poco a poco, anche le zone più elevate. Sotto di me, nell’ombra, un mare di nubi avvolge interamente la vallata occultando paesi, prati, e versanti boscosi.  Affiorano  solo i monti: le cime più elevate brillano, inondate dal sole, nel cielo limpido del primo mattino. Il laghetto è a tratti immerso nella nebbia che sale dal fondovalle, che si dirada, si rarefa, si dissolve.



Poi l’aria si fa fresca,  statica, il cielo è limpidissimo sopra le nubi, le acque del lago scure, immobili, levigate…. Vi si specchiano le cime vicine e lontane, il Vioz, il Cevedale, la Presanella…  Poco a poco i raggi del sole raggiungono e ravvivano anche le nubi che coprono, oscurandolo, il fondovalle; raggiungono pure le rive e le acque del  lago e tutto si colora, prende forma ma, purtroppo, si dissolve il gioco di luci e ombre e così, l’incanto del mattino svanisce. Anche le nubi sul fondovalle si disperdono e lo scenario torna nell’ ambito delle consuete, serene, mattinate estive.


Riprendo il cammino verso il Càreser, fotografando qualche fiore ancora gocciolante di rugiada lungo il sentiero rischiarato dai raggi radenti del sole. Superata la diga arrivo al lago Nero dove si riflettono le cime innevate del Vioz, del Palon della Mare, del Rosole, del Cevedale  e dello Zufal. Studio l’estensione dei ghiacciai che mi stanno di fronte valutando l’enorme ritiro dovuto ai cambiamenti climatici in atto e di fronte all’imponente panorama ricordo all’amico le mie antiche imprese alpinistiche, le “traversate” Vioz, Cevedale”, dei tempi andati, di quando, allora giovane, avevo la stessa passione per la montagna che ancora mi pervade ma avevo anche molta più energia…






Proseguo  il cammino,  osservando dall’alto il Lago Lungo e le piccole alture che lo sovrastano, dove è facile, nella giusta stagione, incontrare all’alba, i camosci al pascolo.



Giunto sulle rive dell’ultimo lago, il Lago delle Marmotte, riposo e mi diverto a ricordare e raccontare, all’amico, dei tempi in cui portavo quassù i miei piccoli figli per osservare fiori, marmotte e in qualche occasione il raro ermellino. Osservo la Cima Nera che mi sovrasta con i vicini crinali dietro i quali, al riparo dallo sguardo dei turisti, sicuramente riposano all’ombra o si rincorrono sui nevai  i camosci, soprattutto i branchi delle femmine con i piccoli d’annata.


Scendo verso il Rifugio Larcher e a seguire verso Pian Venezia. Le nuvole pomeridiane avvolgono ormai le cime più elevate. Il sole le filtra, di tanto in tanto, creando interessanti giochi e contrasti di luce. Vale la pena interrompere la discesa per scattare ancora qualche foto prima di chiudere il percorso ad anello a Malga Mare. E' proprio il caso di riprendere fiato e riposare perché i muscoli e le articolazioni di ginocchia e caviglie non sono più quelle di una volta… “Il giro dei laghi” un tempo era per me una passeggiata, seppure lunga: oggi rappresenta una vera e propria escursione, piuttosto impegnativa. Il tempo passa… ma la passione per le mie montagne resta viva nonostante i limiti imposti dall’età…



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