Autunno ai "Masi da Mont" di Deggiano


Passeggiata pomeridiana sui prati sottratti al bosco.


Una delle più interessanti zone della media valle e quella dei “Masi da Mont”. La si raggiunge partendo da Deggiano, minuscola frazione del comune di Commezzadura, un paesino solatio caratterizzato da alcuni rustici fabbricati dalle imponenti strutture lignee e da una piccola ma bella chiesetta dedicata alla Ss.ma Trinità.





La strada che porta ai “Masi da Mont” si diparte nelle vicinanze di una grande fontana nella zona alta dell'abitato. La stretta stradina sterrata (è consigliabile percorrerla a piedi e comunque solo con auto 4X4) sale, inizialmente ripidissima, in mezzo ai coltivi per poi inoltrarsi nel bosco misto di conifere e latifoglie. Nel suo ultimo tratto spiana alquanto raggiungendo i prati di montagna, dove le ripide pendici del versante a mezzogiorno della valle si aprono in slarghi di pendenza più dolce.




Ed è qui che attorno ad una rustica fontana in pietra si eleva il nucleo degli antichi “Masi da Mont”. Sono questi dei pittoreschi, rustici masi, che dominano la località con le loro spesso possenti architetture lignee, tipicamente montane. Alcuni sono ben conservati, altri cadenti. Un tempo vi si ammassava il fieno tagliato nei prati vicini ma raccolto anche in quelli molto, ma molto più lontani... i prati che si trovano al di sopra del limite della vegetazione arborea.


In passato attorno ai masi si aprivano gli spazi più fertili e facilmente coltivabili ma l'intero versante veniva sfruttato, anche nelle zone più pendenti, tutte terrazzate, scolpite dai muretti a secco che sostenevano minuscoli campi a patate, segale, grano, orzo... Il bosco occupava solamente le aree più ripide e rocciose, incoltivabili, e veniva comunque sfruttato riducendolo sostanzialmente ad un pascolo ben alberato.. L'intero territorio montano era quindi intensamente utilizzato... prati, campi, pascoli fino a raggiungere le rocce e le praterie d'altura che pure venivano falciate almeno una volta l'anno... la montagna, ora quasi totalmente lasciata a se stessa, un tempo, non molto lontano, veniva spremuta fino all'osso...


Oggi le coltivazioni si estendono solo su poche comode superfici facilmente lavorabili, tutto il resto è stato abbandonato e così il bosco ha avuto il sopravvento e ha riconquistato i terreni che l'uomo con immense, secolari fatiche gli aveva strappato. I ripidi pascoli del tempo passato, solo leggermente ombreggiati dai larici, si sono fittamente rimboschiti trasformandosi in dense abetaie. Alberi di latifoglie, ormai maturi, sono cresciuti nei terreni abbandonati da tempo, erbacce, rovi e cespugli hanno invaso i prati e i campi dismessi da poco e questo in tutta la valle, non solo a monte di Deggiano...



I fianchi soleggiati della Val di Sole hanno cambiato rapidamente il loro volto. Quasi un ritorno alle origini, un ritorno all'aspetto selvaggio che le pendici della valle dovevano avere dopo l'ultima glaciazione allora presumibilmente coperti interamente dalle selve. Un cambiamento inarrestabile ma non sempre negativo per i benefici effetti che, in futuro, un bosco ben in equilibrio con l'ambiente potrebbe avere sulla protezione del suolo, la regimazione delle acque e sulla riduzione dell’effetto serra attraverso l'assorbimento di anidride carbonica da parte delle essenze forestali.





Ma il mutamento in atto con la semplificazione del paesaggio e la scomparsa di ambienti antichi e ben curati è comunque una perdita e comporta inevitabilmente anche un certo sentimentale rimpianto per un rustico e solidale, anche se misero e faticoso, modo di vivere, di interpretare l'esistenza.


Un mutamento ambientale, per certi aspetti un ritorno alle origini, che va talvolta limitato ma soprattutto, per quanto possibile, controllato e guidato... ed è quello che il “Servizio foreste e fauna” della Provincia ha iniziato a fare con i suoi “cantieri” in alcune zone della valle e tra queste anche la nostra zona, la zona dei “Masi da Mont”. Sono cantieri di lavoro, quelli del Servizio Forestale, descritti come “Interventi di conservazione, sistemazione e ripristino del paesaggio rurale” che sostanzialmente prevedono, dopo i necessari accordi con i proprietari, il recupero agricolo dei fondi che si sono naturalmente trasformati in bosco.


Nella nostra località, ai “Masi da Mont” i lavori sono da tempo terminati... le piante e i cespugli sono stati abbattuti e il terreno è stato sistemato, livellato e inerbito rendendolo agibile ai moderni macchinari agricoli. Ora in autunno, a fine ottobre, percorrendo con il mio amico e la sua famiglia i verdi dintorni dei “Masi da Mont” si possono apprezzare i risultati dell'intervento di riqualificazione concluso da qualche mese. Nell'ampia zona sottratta al bosco, ai cespugli e ai rovi, è ben attecchita una nuova cotica erbosa di essenze erbacee montane ben selezionate e l'ampia radura a prato che circonda i masi è già stata tosata, ben falciata per ricavarne del buon foraggio.



Ma soprattutto l'intera zona ha ora un aspetto diverso, molto più aperto e attraente, rispetto a quello che osservai durante la mia lunga passeggiata di due anni fa, un aspetto che dovrebbe avvicinarsi a quello del tempo che fu... Due anni fa il bosco fitto impediva la visuale che ora può liberamente spaziare dal fondovalle alle cime del gruppo dolomitico del Brenta e del gruppo granitico della Presanella. Il panorama che osserviamo è aperto, ampio, incantevole nella sua calda veste autunnale.





Ma inevitabilmente ci chiediamo se ci sarà sempre qualcuno disposto a sfalciare il nuovo vasto prato impedendo la ricrescita del bosco sui terreni appena recuperati al “paesaggio rurale”. Si troverà anche in futuro qualcuno disponibile a lavorare su questi terreni così lontani dal centro abitato? Difficile fare previsioni a lungo termine... per il momento accontentiamoci del bel risultato conseguito.



Un risultato costoso ma certamente positivo come purtroppo, a mio parere, forse non necessariamente lo è in altre zone della valle in cui ultimamente si è intervenuti ripristinando l'antico paesaggio rurale... Mi riferisco in particolare alle perplessità che ha suscitato in molti residenti e turisti il disboscamento della località Bacheta (detta anche "del Sant") nel Comune di Ossana... ma sull'argomento ho già brevemente scritto in altri due miei precedenti post: "Castel San Michele al levar del Sole" e "Plenilunio sul Castello di San Michele a Ossana".




Non è infatti detto che la restituzione di terreni, che si sono naturalmente rimboschiti, alla loro passata destinazione, cioè a prato, a seminativo o a pascolo, migliori in ogni caso la loro valenza, ambientale ma soprattutto paesaggistica. Molto dipende dalla situazione locale e quindi a mio parere è determinante scegliere con oculatezza le zone da “trattare”. Inoltre oggi di “rurale” in valle ne resta ben poco e prima di ripristinare il paesaggio rurale (con costi non indifferenti) bisognerà essere certi di poterlo convenientemente “utilizzare come rurale”, come rurale privato per molti ma molti anni... anche per non far ricadere l'impegno economico del suo mantenimento sull'intera collettività.



Guarda tutte le foto in “Google Foto”


Nessun commento: